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Politica e Potere
14.09.2016 - 11:380
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

"Prima i nostri? Una grande bugia": i fautori del controprogetto all'iniziativa dell'UDC scendono in campo e puntano provocatoriamente su un Pinocchio con giubba ticinese. "È una proposta illusoria e inapplicabile, frutto di malafede politica"

"Non è vero che il controprogetto è una copia sbiadita dell’originale: è il tentativo di fissare nella Costituzione i medesimi principi per renderli applicabili. A meno di pensare che la maggioranza del Gran Consiglio difenda chi pratica il dumping e licenzia ticinesi per assumere frontalieri"

BELLINZONA - “Prima i nostri è un titolo che fa colpo (ed è un principio assolutamente condivisibile se applicato al mercato del lavoro), ma l’impianto su cui l’iniziativa si regge, e le modifiche che intende introdurre nella Costituzione cantonale, sono in chiaro contrasto con il diritto federale e internazionale”.

I sostenitori del controprogetto, in votazione il 25 settembre in alternativa all’iniziativa costituzionale lanciata dall’UDC ticinese, scendono in campo a sostegno della soluzione approvata in giugno dalla maggioranza del Gran Consiglio e sostenuta dal Consiglio di Stato. La campagna è provocatoria e utilizza come simbolo un Pinocchio vestito con una giubba rossoblu.

“*Se questa iniziativa cantonale verrà approvata – si legge nella nota diramata oggi - rischia inoltre di provocare tensioni e confusione, complicando ulteriormente le già difficili trattative in corso tra Confederazione e Unione Europea per l’applicazione dei principi del 9 febbraio, e di vanificare il sostegno al modello di applicazione della clausola di salvaguardia proposto dal Consiglio di Stato ticinese.
Un modello realistico ed efficace per contrastare le distorsioni create dalla libera circolazione delle persone (dumping salariale, sostituzione dei lavoratori residenti con manodopera frontaliera e concorrenza sleale).

Ma il Ticino non è una Repubblica autonoma: fa parte della Confederazione svizzera, e ogni anno, il Primo di Agosto, festeggiamo con fierezza il senso di appartenenza al nostro Paese. Soluzioni che non tengono conto di questo elemento fondamentale sono dunque illusorie perché non realizzabili!

Consapevole dei seri problemi che affliggono il mercato del lavoro, e condividendo i principi dell’iniziativa “Prima i nostri”, la maggioranza del Gran Consiglio, ha elaborato nel giugno scorso un controprogetto all’iniziativa. Il 25 settembre i ticinesi dovranno decidere, appunto, tra l’iniziativa e il controprogetto.

Le modifiche costituzionali che quest’ultimo propone sono molto simili a quelle postulate dall’iniziativa, ma il controprogetto pone rimedio alla inapplicabilità dell’iniziativa stessa.

Non è vero che il controprogetto è una copia sbiadita dell’originale: è semplicemente il tentativo di fissare nella Costituzione cantonale i medesimi principi per renderli realmente applicabili. A meno di pensare che la maggioranza dei deputati in Gran Consiglio (tra i quali figurano politici e sindacalisti che denunciano costantemente gli abusi sul mercato del lavoro), vogliano difendere chi pratica il dumping salariale e licenzia ticinesi e residenti per assumere frontalieri.

Va anche ricordato che, nel caso in cui l’iniziativa venisse approvata, spetterà ancora al Parlamento federale decidere sulla sua conformità al diritto superiore. Ma i promotori e i sostenitori di “Prima i nostri” illudono i ticinesi anche su questo punto, facendo credere ad elettrici ed elettori che basti un “sì” nelle urne, il 25 settembre, per risolvere i problemi del mercato del lavoro. Questa è malafede politica”.


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