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Politica e Potere
07.11.2016 - 15:510
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Tu vuo' fa' l'americano... Gli Stati Uniti sono alla vigilia del voto. Sarà Donald Trump o Illary Clinton il 45esimo inquilino della Casa Bianca? Ecco per chi tifano i politici ticinesi. Nove deputati e consiglieri nazionali dicono la loro, ma tutti si tu

Ecco per chi voterebbero, se fossero americani, Fabio Regazzi, Marco Chiesa, Amanda Rückert, Henrich Bang, Lorenzo Quadri, Nicola Pini, Fabio Schnellmann, Sergio Morsoli e Marco Romano

LUGANO – Gli Stati Uniti sono alla vigilia della grande scelta. Tra poche ore, al termine di un’estenuante campagna elettorale svoltasi senza esclusione di colpi, e ricca di colpi di scena, dovranno decidere chi, tra Illary Clinton e Donald Trump, mandare alla Casa Bianca. Abbiamo chiesto ad alcuni politici ticinesi di svelarci per chi tifano, e perché, tra i due candidati.

Fabio Regazzi, consigliere nazionale PPD

“Personalmente non tifo per nessuno dei due. Trump è oggettivamente improponibile e per certi versi potrebbe anche essere pericoloso, mentre la Clinton non mi piace e soprattutto non mi convince. Probabilmente sarebbe il minore dei mali, ma questo non mi consola di certo. Comunque è deludente pensare che la prima potenza mondiale non sia in grado di proporre dei profili di ben altro spessore. A mio avviso gli Stati Uniti si meriterebbero di meglio”.

Amanda Rückert, deputata Lega

“Potendo scegliere, voterei uno degli altri candidati "minori" di cui non parla nessuno. Anche se non porterebbe a nulla, lo farei per amore verso la democrazia. Sinceramente trovo piuttosto imbarazzante il fatto che nel 2016 su una popolazione di oltre 300 milioni di abitanti, i cittadini americani debbano scegliere tra Hillary Clinton e Donald Trump. La prima, che ha quasi settant’anni, coltiva da una vita il sogno di diventare Presidente degli Stati Uniti. Mi chiedo se il Partito democratico non avesse proprio alternativa… Trump è invece uno che dalla vita ha avuto tutto e la sua candidatura pare una sorta di capriccio. Preferivo altri candidati repubblicani, ma alla fine è rimasto lui, che non voterei mai. Ho seguito un po' di dibattiti e al di là del fatto che il "gossip" è sembrato dominare rispetto ai temi concreti (vedi scandalo e-mail vs stupri), trovo che alla fine la Clinton abbia decisamente più contenuto e spessore politico. Trump è tutto slogan e ripete sempre le stesse cose”.

Nicola Pini, deputato PLR

“Penso e spero che martedì vinca Hillary, perché è preparata e perché voglio che, a partire da queste Presidenziali, per scegliere i propri leader la questione di genere sia irrilevante: oggi non lo è ancora perché una parte di mondo che vota non ha molti modelli a cui ispirarsi. Da martedì non sarà più lo stesso, ed è tempo e ora. Inoltre, l’incredibile quantità di assurdità sdoganate da Trump lo rendono davvero inadatto a ricoprire una carica di tale importanza. Temo che tale improponibilità segni comunque la presidenza di Hillary Clinton, a cui sicuramente verrà rimproverato di essere stata scelta come “meno peggio”, come anche di essere arrivata alla Casa Bianca grazie al suo cognome: una condizione che la farà partire, anche nella migliore delle ipotesi, in salita. Per quanto riguarda i programmi condivido infine diverse proposte della Clinton, come il fatto di rendere più accessibile e meno costosa la formazione (oggi i giovani americani sono indebitatissimi), la necessità di generalizzare l’assicurazione malattia e, un tema importante anche qui in Ticino, gli investimenti nelle infrastrutture, come ad esempio la banda larga per tutte le famiglie americane entro il 2020”.

Marco Romano, consigliere nazionale PPD

“Tifare!?!? Di fronte a questo squallore è lecito chiedersi dove stia andando la democrazia e dove viene messa l’asticella della dignità. Ho sempre criticato l’astensionismo (non decidere è comunque una decisione, priva comunque di effetti pratici), tuttavia di fronte a quanto proposto da questa campagna sarei decisamente in imbarazzo. Stiamo parlando degli Stati Uniti d’America, una delle democrazie storiche, uno dei Paesi chiave nello scacchiere politico internazionale. Veramente preoccupante il degrado della cultura e del dibattito politico! Sarà lo specchio di un Popolo? Non credo, ma un legame con l’evoluzione della società deve esserci. Forse però in effetti a molti interessa maggiormente la vita sessuale di un candidato piuttosto che la sua visione sui principali problemi di una Nazione. E poi, disgustoso, il continuo criticare “l’altro”, senza parlare di temi! Spero proprio che questo virus non varchi l’oceano e contagi anche il nostro Paese! E alla fine chi vorrei alla Casa Bianca? Turandomi il naso, la Clinton, cosciente che l’andamento di quel Paese dipende più dall’apparato statale che dal Presidente! Desolante…”.

Sergio Morisoli, deputato Area Liberale

“Prima di tutto, in questo caso, sono contento di non essere un elettore americano. Tra un candidato che non vuole nessuno e una candidata che fa paura a tutti, la scelta è terribile. Non tifo per nessuno dei due, ma non votare potrebbe essere disastroso. Fossi americano girerei la frittata. Qual è il partito che vincendo ha la storia, la tradizione, l'establishment amministrativo e giuridico, i deputati al congresso e al senato che mi dànno maggiori garanzie per impedire o per correggere i probabili disastri del suo o della sua presidente vincente? Allora rispondo che ho più fiducia nel partito Repubblicano, quindi meglio se vince Trump perché sono certo che i repubblicani stessi saranno costretti a fare buona guardia a Trump, siccome non è uno di loro e non dipendono da lui. Mentre cosa farà l'establishment Democratico è purtroppo già chiaro:  sarà costretto a lasciar fare e giustificare tutto alla signora Clinton, siccome è una di loro e da lei dipendono tutti loro. Da ultimo, statisticamente, i governi  dei democratici sono più guerrafondai di quelli repubblicani”.

Lorenzo Quadri, consigliere nazionale Lega

“Comprendo bene l’imbarazzo dei cittadini americani che, potendo scegliere, non voterebbero né l’una né l’altro. Personalmente scelgo Trump, in una logica di meno peggio. In nessun caso sosterrei Clinton: in circolazione sulla scena politica da un numero sterminato di anni, è inciuciata ed intrallazzata in ogni dove. Oltretutto non mi pare che, come segretaria di Stato, abbia fornito prestazioni brillanti. Non è concepibile che gli USA vengano governati per decenni da uno stesso nucleo familiare (tra qualche anno si candiderà anche la figlia? E il gatto, lo vogliamo penalizzare?). In più Clinton costituirebbe la propaggine della presidenza Obama, che a mio parere è stata una delle peggiori in assoluto. Urge voltare pagina e Trump rappresenta questo cambiamento. Purtroppo si è danneggiato da solo. Non sono certo un sostenitore delle forme istituzionali, ma qualche uscita sbracata in meno lo avrebbe certamente aiutato. Peccato, perché con certe sortite eccessive ha finito per tirare la volata al “vecchio che avanza”, ossia la Clinton, malgrado disponga di carte oggettivamente molto deboli”.

Fabio Schnellmann, deputato PLR

“Premetto subito una cosa, ossia che nè la Clinton nè Trump mi entusiasmano. A questo punto, qualsiasi sia l'esito, se fossi americano sarei un po' preoccupato per il futuro del paese ma credo che alla fine voterei Illary Clinton. Mi risulta difficile capire come l'America, potenza mondiale con 320 milioni di abitanti, sia riuscita a "partorire" solo questi due candidati... Alla fine riprendo, sperando che sia di buon auspicio,  una storica frase di Winston Churchill: gli Stati Uniti fanno sempre la cosa giusta, dopo che hanno esaurito tutte le alternative".

Henrich Bang, deputato PS

“Non vorrei essere nei panni di un americano che si appresta a votare. Hillary mi sembra troppo legata alle banche e alle dinamiche del potere, mi sembra poco sensibile al problema dell'ambiente. Trump ha avuto il pregio di rompere certi equilibri del potere, ma con la sua arroganza, con il suo odio per lo straniero e per la mancanza totale di rispetto per le donne, ha perso decisamente tutti i punti. Se devo proprio scegliere voto il meno peggio darei il mio sostegno alla prima donna Presidente degli Stati Uniti d'America”.

Marco Chiesa, consigliere nazionale UDC

“Mi sforzo ma non riesco a tifare nessuno dei due. Certo non voterei Hillary Clinton, rappresentante delle peggiori caste politiche americane e dell'establishment democratico, ma parteggiare per Trump proprio non mi riesce. Troppo rozzo, troppo maldestro, troppo narcisista. Mi chiedo come sia possibile che un popolo che conta 325 milioni di persone non sia stato in grado di candidare personalità politiche nuove e brillanti. Soprattutto da parte repubblicana. Hillary non è nient'altro che la personificazione dell'arroganza americana e della loro autoproclamata superiorità etica e morale. Sono certo che, con un altro candidato sfidante, la saga dei Clinton avrebbe avuto fine in questi giorni: i sondaggi dimostrano infatti che elettoralmente Hillary è tutt'altro che inattaccabile. Credo purtroppo, anche per il nostro Paese, che l'attuale segretaria di Stato ce la farà e i repubblicani potranno recitare il mea culpa”.

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