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Politica e Potere
20.11.2016 - 17:480
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Risposta barricadera. Frapolli: "Serve una svolta in Governo e nella Lega. Ala istituzionale? Più che altro mi sembra statalista Non rivoterei la tassa di collegamento (e se non cambia non voto neppure il preventivo)"

Dopo l'intervista a Daniele Caverzasio, il deputato spiega le ragioni della corrente barricadera di via Monte Boglia: "In Governo non si può continuare a tergiversare con la scusa che non si trovano le maggioranze. Serve chiarezza e decisionismo. È il motivo per il quale la gente ci ha votato, scegliendo di cambiare la maggioranza relativa nell'Esecutivo cantonale. Se la gente non vota più è proprio perché la politica istituzionale non porta risultati"

UGANO - Stamattina esce un'intervista sul Caffè a Daniele Caverzasio. Il capogruppo, con estrema chiarezza, si schiera dalla parte dell'area istituzionale della Lega e si dice contrario al referendum sulla tassa sul sacco promossa dall'ala barricadera del Movimento. 


Ala di cui fa parte Gianmaria Frapolli, deputato in Gran Consiglio, che nel primo pomeriggio, via Facebook, scrive un messaggio che sembra indirizzato all'universo leghista: "Tutte le tasse funzionano, basta che le versi qualcun altro e specialmente se servono a pagare i lauti stipendi che certi "politici", funzionari statali o parastatali incassano... Per fortuna non di tutta un'erba si fa un fascio".
 

Una risposta a Caverzasio? Frapolli sorvola: "Ognuno interpreti come vuole, non voglio fare polemiche". Ma sul resto del discorso il Gran Consigliere è molto più preciso e puntuale nelle sue risposte. 

 

"I ticinesi - argomenta Frapolli - nell'ultimo mese si sono visti recapitare a casa l'aumento dei premi di cassa malati, l'aumento delle stime immobiliari e la fattura della tassa di collegamento. E ora all'orizzonte si prospetta questo nuovo balzello. La battaglia che stiamo facendo sulla tassa sul sacco - che comunque non ci piace - rappresenta un'occasione per mandare un chiaro messaggio al Governo affinché cambi politica. Io non capisco questo approccio di pensare sempre prima ad aumentare le entrate invece di ridurre la spesa. Se leggo il preventivo che discuteremo prossimamente non vedo nessuna riforma strutturale. Al contrario: le spese aumenteranno ancora di 30 milioni. Purtroppo la politica continua a pensare ai voti e alle cadreghe anziché farsi carico delle riforme di cui il Ticino ha assolutamente bisogno se vogliamo che resti competitivo"

 

Ma la tassa di collegamento l'avete voluta voi leghisti, lei compreso. È stato un errore?
"Io ho votato la tassa di collegamento perché credevo potesse portare dei benefici e con la speranza che sarebbe stata presto compensata con qualche misura fiscale e di risparmio veramente strutturale. Ad oggi di benefici non se ne vedono e meno ancora si vedono all'orizzonte le riforme. Nella bucalettere c'è soltanto la fattura. Dopodiché la tassa l'ha voluta il popolo e io devo adeguarmi". 

 

L'ha voluta anche perché voi l'avete sponsorizzata. La rivoterebbe oggi?
"No, oggi non la voterei".

 

E seguendo questo ragionamento arriviamo al suo "no" alla tassa sul sacco...
"Esatto. Dal profilo legale è chiaro che quanto proposto da Zali non fa una grinza. In politica ci sono però delle contingenze e oggi secondo noi non è il momento di occuparsi della tassa sul sacco. Come è rimasta nel cassetto per anni la si poteva tranquillamente lasciare lì ancora un po'. Sono convinto che tutti gli sforzi del Governo, in questo delicato momento, vadano indirizzati per aiutare un ceto medio sempre più tartassato".   

 

Un ritorno alle origini della Lega? Tipo sgravi fiscali, tagli nell'amministrazione pubblica, eccetera?
"Certo. La Lega di principio ha sempre combattuto le tasse. E, ribadisco, in questo contesto storico, non è il momento di mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Al contrario, bisogna ridurre gli sprechi e allentare la tenaglia della burocrazia, che ci sta stritolando. Ormai in Ticino, da questo punto di vista, stiamo copiando il modello italiano. Dal Governo vogliamo un nuovo slancio leghista, che recuperi le nostre battaglie storiche e i nostri valori. Che non vuol dire - ci tengo a puntualizzarlo - essere barricadieri, perché io desidero che il Cantone vada avanti e non che stia fermo". 

 

Serve una svolta, dice lei, anche all'interno del Movimento.
"Esatto. Certe volte più che con un'ala istituzionale mi sembra di confrontarmi con un'ala statalista. Bisogna arrivarne a una e decidere. Anche in Governo: non si può continuare a tergiversare con la scusa che non si trovano le maggioranze. Serve chiarezza e decisionismo. È il motivo per il quale la gente ci ha votato, scegliendo di cambiare la maggioranza relativa nell'Esecutivo cantonale". 

 

Il popolo ha votato anche quelli dell'ala istituzionale, però.
"La gente è stufa, sia chi ha votato Lega che chi ha votato gli altri e soprattutto quelli che non hanno votato per nessuno. Non è appiattendoci su un profilo istituzionale che faremo il bene dei cittadini. Se la gente non vota più è proprio perché la politica istituzionale non porta risultati".

 

Ultima domanda sul preventivo: prima lo ha criticato duramente. Lo voterà?  
"Così come è stato presentato non mi piace. Faremo come sempre proposte per modificarlo. Ma se non cambia non lo voterò". 


AELLE

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