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Politica e Potere
13.12.2016 - 15:330
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Ala istituzionale vs ala barricadera: il duello tra le due anime della Lega si sposta sul preventivo. Guerra: "La maggioranza lo sostiene". Bignasca: "Manca coraggio: non lo voto". E il PPD mette il dito nella spaccatura....

La divergenza plastica tra le due anime del Movimento si è palesata direttamente dal pulpito del Gran Consiglio. Per il gruppo leghista sono infatti intervenuti due esponenti: Michele Guerra per la maggioranza favorevole al preventivo e Boris Bignasca, contrario

BELLINZONA - Il dato politico (l'unico)  del dibattito che si è aperto a Palazzo delle Orsoline sul preventivo, riguarda la Lega. Ma è un dato politico importante. 
 
Il Movimento di via Monte Boglia si è infatti spaccato sul giudizio in merito alle previsioni finanziarie, riproponendo il duello fra ala istituzionale e quella barricadiera esploso con il referendum sulla tassa sul sacco.  
 
 
La divergenza plastica tra le due anime della Lega si è palesata direttamente dal pulpito del Gran Consiglio. Per il gruppo leghista sono infatti intervenuti due esponenti: Michele Guerra per la maggioranza favorevole al preventivo e Boris Bignasca, contrario. 

Guerra vs Bignasca
 
Due interventi antitetici. Guerra ha portato il suo sostegno al preventivo sottolineato come la tabella di marcia per il risanamento dei conti sia stata fin qui rispettata. Non solo: il deputato ha rivendicato il fatto che molte delle richieste del suo gruppo per migliorare i conti, sono state accolte  "in maniera vincolante" dalla maggioranza.
 
Bignasca dal canto suo ha fatto un intervento durissimo: "La classe medio bassa soffre per colpa delle troppe tasse causali e del costante aumento dei premi di cassa malati, d'altra parte la classe medio alta è soggetta ad un’importante imposizione fiscale, per via di aliquote sul reddito e sulla sostanza tra le più elevate in Svizzera, visto che come sappiamo il Ticino veleggia tra gli ultimi posti nelle classifiche intercantonali sulla fiscalità. Nonostante questo imponente prelievo fiscale – che è purtroppo in costante aumento (solo quest’anno per 87 milioni), le casse cantonali continuano ad essere in passivo per colpa della spesa pubblica eccessiva soprattutto nell'amministrazione pubblica e nel settore dei sussidi sociali, che ricordiamo per quasi metà vanno a stranieri". 
 
"Se non vogliamo fare la fine di altri paesi europei - ha aggiunto Bignasca - dobbiamo interrompere subito la spirale del tassa e spendi, portando al contrario una sostanziale riduzione della spesa pubblica tramite la chiusura degli uffici cantonali inutili, prepensionamenti tra i funzionari pubblici e diminuzione dei sussidi sociali soprattutto agli stranieri, così da permettere future riduzioni fiscali e arginare la sempre più presente immigrazione nello Stato sociale ticinese. Chiedo, dunque, coraggio al Governo nell’ambito della riforma delle imprese tre. Chiedo coraggio al governo nel ridurre la spesa pubblica nel settore degli asilanti, imitando i cantoni di Grigioni e Svitto che come abbiamo appreso a mezzo stampa non spendono un centesimo di più di quello che incassano dalla Confederazione per la gestione del problema. Chiedo, inoltre, coraggio al governo per una politica del personale rigida, senza privilegi di sorta per gli alti funzionari. Chiedo che i fannulloni vengano licenziati e non posteggiati in attesa della pensione. Fino a quando non vedrò questo coraggio da parte del governo, non solo a parole, ma anche nei fatti, io voterò contro al preventivo".

E il PPD...
 
Una spaccatura, quella della Lega, che ha prodotto immediati riflessi sul dibattito. Fabio Bacchetta Cattori, intervenuto a nome del PPD, ha infatti congelato il sostegno del suo gruppo in attesa di vedere che piega prenderà la discussione in aula: "Tutti si devono assumere la responsabilità del risanamento. In primis il partito di maggioranza relativa in Governo. Se i tre principali partiti hanno dato il loro sostegno unanime in Consiglio di Stato e in Commissione della Gestione, anche in Gran Consiglio i tre gruppi dovrebbero fare altrettanto". 
 
Fatta l'osservazione politica, Bacchetta Cattori ha sottolineato come "stiamo andando nella giusta direzione nel risanamento delle finanze cantonali". Tuttavia non mancano le incognite. Incognite che potrebbero pesare diversi di milioni a dipendenza di come si risolveranno: dal ricorso sulla Tassa di collegamento pendente al Tribunale Federale, all'esito dei referendum sulla manovra finanziaria lanciati dal PS.   
 
Il PLR, per bocca del capogruppo Alex Farinelli, si è sostanzialmente limitato a sottolineare come questo preventivo sia "uno dei migliori degli ultimi 10 anni". "Non tanto - ha spiegato - per le questioni contabili ma piuttosto per un percorso politico che questo preventivo traccia". Il percorso intrapreso con la manovra di risanamento finanziaria votata in settembre.

Le opposizioni
 
Chi invece si oppone, come i socialisti, hanno evidenziamo come il preventivo recepisca le misure della manovra finanziaria che "penalizzano il ceto medio e quello medio basso, minando la coesione sociale del Cantone". Pelin Kandemir Bordoli dixit. 
 
Gli ha fatto eco Franco Denti, per il gruppo dei Verdi: "Stiamo sempre più gettando il ceto medio verso l'assistenza. Lo Stato sociale deve essere riformato e non smantellato". 
 
Infine, per la Destra, Gabrile Pinoja che ha messo l'accento sulle spese: "Tutti sappiamo che i grossi margini per dare una svolta alle finanze cantonali li troviamo proprio nell'amministrazione. Ma malgrado ciò nessuno fa nulla"
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