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20.06.2017 - 16:140
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

I ricordi di mister Edo Bobbià: "Il rigore decisivo di Bruno Lepori contro il Vallese. La partita a San Siro. Quando Hakan Yakin mi chiese se poteva giocare dietro le punte. E quella volta che tolsi Michele Foletti e prendemmo goal (e lui non me l'ha mai

Lo storico allenatore della squadra del Gran Consiglio racconta gli aneddoti della sua "carriera" in panchina, alla vigilia della presentazione del libro “Quattro calci negli stinchi…con rispetto”. E domani sera si torna in campo a Cornaredo: "Ecco la formazione: Kubi e gli altri 10. Però noi ex giocheremo solo un tempo..."

LUGANO - “La vuole la formazione in anteprima?”. Dica. “Allora: in porta Bossalini; difesa a quattro con centrali Moreno Colombo e Marco Romano e terzini Ivan Belloni e Paolo Beltraminelli; a centrocampo il dottor Gilardi, Albisetti, Isenburg e Giovanni Jelmini; in attacco il nostro bomber Fabio Regazzi e una punta fortissima che abbiamo ingaggiato per l’occasione: Kubilay Türkyılmaz”.

 

Edo Bobbià, con l’autoironia che lo contraddistingue, snocciola l’11 che domani sera alle 20.00 allo stadio Cornaredo di Lugano scenderà in campo contro la squadra di BancaStato. “Solo il primo tempo, però”, spiega il mister dell’attuale squadra di veterani del Gran Consiglio e storico ex coach della “prima” squadra. “Il secondo tempo, considerata l’età media, il campo grande, e il caldo che sarà forte, lo giocherà la squadra degli attuali Gran Consiglieri. Anzi, chiami l’allenatore Raffaele De Rosa, così si fa dare anche l’altra formazione…”.

 

La partita è stata organizzata per la presentazione del libro “Quattro calci negli stinchi…con rispetto”. Libro che ripercorre i 25 anni della squadra del Parlamento ticinese, scritto dallo stesso Bobbià insieme ad Alba Felicioni, Ezio Guidi e Tita Bernasconi. Per chi lo volesse acquistare sarà disponibile in tutte le librerie del Cantone e il ricavato andrà in beneficenza.

 

Sul libro Bobbià non può anticipare più di tanto perché la presentazione, come detto, avverrà domani. “Il fil rouge - si limita a dire - è il rapporto tra sport e politica. In particolare come l’attività politica può trarre beneficio dallo sport e viceversa. In questi 25 anni è capitato che gli stessi deputati che si accapigliavano in Parlamento, poi risolvevano le loro dispute giocando a pallone”.

 

Ma se sui numerosi aneddoti narrati nel libro Bobbià non scuce, il mister diventa più loquace con le domande sulla sua “carriera” in panchina. E allora gli chiediamo: qual è stata la soddisfazione più grande che si è tolto? “Sicuramente vincere per la seconda volta il torneo nazionale. Vincemmo la finale contro il Canton Vallese in una partita tiratissima finita ai rigori. E il rigore decisivo lo tirò Bruno Lepori, che era già negli spogliatoi perché lo avevo sostituito. Lo richiamai in campo in fretta e furia e ci regalò la vittoria con una cannonata. Fu bellissimo perché tutti i presenti facevano il tifo per gli altri: non accettavano l’idea che i ticinesi vincessero per due volte il torneo”.

 

“Un altro episodio che ricordo con piacere - racconta ancora Bobbià - è la partita contro la squadra del Consiglio Nazionale a Bellinzona. Entrambe le squadre potevano aggregare due professionisti e io scelsi Kubi e Hakan Yakin. A un certo punto Yakin mi si avvicina chiedendomi se poteva giocare dietro le punte. Mi sentii in imbarazzo: mica ero Trapattoni….Ovviamente gli risposi di giocare dove voleva”.

 

E qual è stato invece il peggior errore che ha commesso nella sua esperienza da coach?
“Togliere Michele Foletti in una partita importante sempre contro la squadra del Nazionale a Tenero. Appena uscito prendemmo subito goal. Non dovevo cambiarlo. E Foletti non me l’ha mai perdonata….”.

 

Un’altro episodio mitico resta la partita a San Siro…
“Sì, quella è stata forse l’emozione maggiore. Entrare negli spogliatoi, su quel campo…Quando successivamente a quel match sono andato a vedere il mio Milan, ho sempre ripensato che su quel campo c’ero stato anch’io. Veramente un’emozione”.

 

Le manca di più il ruolo di deputato o quello di allenatore della prima squadra del Gran Consiglio?
“Bella domanda ma non rispondo”.

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