POLITICA E POTERE
Doris Leuthard leva gli scudi contro 'No Billag': "Questa votazione non è fatta per 'dare una lezione alla RSI'. E le pay tivù funzionano solo per sport, film e porno"
La consigliera federale: “È vero che si percepisce tra la gente un certo malessere nei confronti della SSR. Ad alcuni non piace un moderatore, ad altri una trasmissione. Ma questo non è un motivo per votare in favore dell’iniziativa"
foto: TiPress/Pablo Gianinazzi
BERNA – La consigliera federale Doris Leuthard torna a parlare dell’iniziativa No Billag. Lo fa in un’intervista al Corriere del Ticino e dice: “È vero che si percepisce tra la gente un certo malessere nei confronti della SSR. Ad alcuni non piace un moderatore, ad altri una trasmissione. Ma questo non è un motivo per votare in favore dell’iniziativa. Infatti in questo modo aumenterebbe il grado di dipendenza da finanziatori privati e gruppi imprenditoriali esteri – sempre che fossero interessati a produrre trasmissioni per il Ticino. Molte trasmissioni non esisterebbero più. Un buon servizio televisivo su un progetto scolastico nel Mendrisiotto o su una manifestazione culturale a Locarno costa e non si lascia finanziare soltanto tramite la pubblicità. La televisione a pagamento sarebbe notevolmente più cara”.

Questa votazione non è fatta per “dare una lezione” alla RSI: “Oltre all’abolizione del canone vieta i sussidi e chiede la messa all’asta delle concessioni. Il mandato di servizio pubblico sarebbe anch’esso soppresso (…). Lo Stato svolge molti compiti finanziati dalla popolazione con i fondi della comunità, indipendentemente dal fatto che il singolo utilizzi più o meno spesso queste offerte. Paghiamo per l’esercito, l’agricoltura, le scuole, l’acqua e l’elettricità. Il finanziamento di tali compiti è ripartito sulle spalle di tutti. La radiodiffusione pubblica è anch’essa un elemento di base: è importante avere una radio e una televisione che informino in modo indipendente e che diano spazio a voci diverse. Per quanto concerne i modelli a pagamento occorre inoltre sapere che questi funzionano soltanto per lo sport, i film e la pornografia – ma non per l’informazione. E dove i modelli a pagamento prendono piede come nello sport, i prezzi aumentano!”.

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