Nella foto, TiPress/Samuel Golay, il municipale Ronnie Moretti
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18.02.2018 - 10:160
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Bufera sul San Carlo, lettera bomba dell'ex direttore sanitario al Municipio di Locarno. Gian Antonio Romano chiede le dimissioni del capo dicastero Ronnie Moretti. E accusa: "Le informazioni sul caso vengono sistematicamente insabbiate"

L'ex direttore sanitario della casa per anziani: “Mi chiedo dove e come si troverà un nuovo direttore in grado di risolvere i problemi esistenti in tempi ragionevoli, garantendo la qualità delle cure in un ambiente sereno. Al Municipio rinnovo la mia disponibilità per un colloquio costruttivo: dagli errori bisognerebbe imparare!”

LOCARNO – La polemica sul caso San Carlo ormai divampa e non basterà un secchio d’acqua per spegnere il fuoco. L’ex direttore sanitario della casa per anziani di Locarno, Gian Antonio Romano, ha scritto una durissima lettera aperta al Municipio, pubblicata oggi dal Caffè.

“Una brutta, bruttissima storia che non finisce qui! La partenza del direttor Stefano Hefti, da pochi mesi alla testa della casa anziani San Carlo di Locarno, prevedibile ma evitabile, non è certo un epilogo”, esordisce.

Poi attacca: “La presa di posizione del partito liberale, con qualche distinguo, non fa una grinza. Rimane una sola ed urgente soluzione: le dimissioni immediate, con il riconoscimento delle sue responsabilità, del capo dicastero Ronnie Moretti. Altri consiglieri comunali hanno chiesto per l’ennesima volta lumi sulla questione San Carlo: purtroppo non ne riceveranno perché il tutto viene regolarmente e sistematicamente insabbiato. Inutili sono sempre stati i miei scritti e i pochissimi colloqui avuti con il capo dicastero Moretti”.

Se scorriamo l’elenco dei vari responsabili passati alla guida del San Carlo in poco tempo, c’è da mettersi le mani nei capelli, prosegue Romano. Sottolineando di non essere mai stato consultato per la scelta e la nomina di nessun quadro.

Così si sono succeduti i vari direttori e vice: “Mordasini e Margagni, erano sì partiti con buone intenzioni, ma hanno poi gestito la struttura in maniera troppo verticistica e autoritaria. È seguito un interinato di pochi mesi con il direttor Fabbri e la sua capo cure Minacore, prestati da una casa per anziani di Ascona. Minacore, con atteggiamenti piuttosto arroganti, ha imposto una sua interpretazione del Rai, lo strumento per la valutazione dell’anziano che, a seconda del "punteggio raggiunto", permette di stabilire, fra altro, il fabbisogno di personale (…).

Più volte, nel mio ruolo di direttore sanitario, sono intervenuto per segnalare al medico cantonale, dottor Giorgio Merlani, e al capo dicastero Moretti l’inadeguato utilizzo del Rai, dopo essere stato informato da due infermieri responsabili dei controlli. Il sottoscritto e gli infermieri che avevano segnalato sono stati minacciati verbalmente dalla capo cure Minacore. Rossi, nel frattempo subentrato a Fabbri come direttore ad interim, ha pensato bene di schierarsi dalla parte della capo cure negando l’evidenza della mia segnalazione”.

E ancora: “L’Ufficio del medico cantonale ha però fatto partire un’indagine neutrale che dopo poche settimane ha confermato sostanzialmente ciò che avevo detto. Peccato che tale bozza di rapporto (ricevuta in copia dal capo dicastero, dal direttore Rossi e dal sottoscritto) sia stata bloccata (da chi?) e non abbia mai visto la veste definitiva. Inutili sono stati pure i miei numerosi solleciti a Merlani”.

“Mi chiedo – conclude Romano - dove e come si troverà un nuovo direttore in grado di risolvere i problemi esistenti in tempi ragionevoli, garantendo la qualità delle cure in un ambiente sereno. Al Municipio rinnovo la mia disponibilità per un colloquio costruttivo: dagli errori bisognerebbe imparare!”.

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