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02.03.2018 - 17:300
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Lisia Bosia Mirra impugna la sentenza e mantiene il ricorso: il nuovo processo : “I fatti imputati alla deputata socialista rientrano tra i reati di ‘solidarietà’”

Condannata a 80 aliquote giornaliere, la deputata del PS andrà di nuovo a processo davanti alla Corte di appello di Locarno. La decisione è stata presa dopo aver letto le motivazioni della sentenza di primo grado.

LOCARNO - Lisa Bosia Mirra si sottoporrà a uno processo davanti al Tribunale d’Appello a Locarno. È quanto si evince dal comunicato stampa diramato dall’Osservatorio Giuridico, che della deputata socialista ne cura la comunicazione.

La deputata del PS, ritenuta colpevole di aver trasportato illegalmente migranti in Svizzera, ha infatti deciso di mantenere inoltrato il ricorso “dopo la lettura della motivazione scritta della sentenza di condanna della Pretura penale pronunciata il 28 settembre 2017, appena notificata alle parti”.

“La sentenza riconosce che l'agire di Lisa Bosia é stata "sicuramente dettata da un sentimento umanitario" elogiandone "l'impegno sociale da lei profuso" ma nella stessa è stata sottovalutata la situazione di totale incertezza e precarietà che si era venuta a creare nel campo improvvisato antistante la stazione di San Giovanni di Como”, si legge nella nota dell’Osservatorio Giuridico.

Quello nella città appena oltre il confine “non era un campo provvisto di tutte le necessità, come asserito nelle motivazioni della sentenza, ma di un campo a cielo aperto senza alcun servizio minimo.

Nella sentenza si afferma inoltre che il caso del Pastore Rivoir – colui che negli anni ‘70 fece entrare illegalmente in Svizzera 400 profughi cileni – non può essere preso in considerazione poiché i profughi provenivano direttamente dal Cile, mentre in realtà anche in quell’occasione i cileni transitarono tutti dall’Italia, un paese non in guerra, prima di essere ospitati in Ticino”, chiariscono i responsabili della comunicazione della Bosia.

Aggiungono: “Non avendo mai tratto alcun beneficio personale dall'aiuto profuso e non avendo mai, con il suo agire, messo in pericolo la sicurezza nazionale (bene protetto dalla legge svizzera sugli stranieri) i fatti imputati a Lisa Bosia Mirra, così come quelli imputati a Cedric Herrou e numerosi altri volontari in tutta Europa, rientrano appieno nell'ambito dei cosiddetti "reati di solidarietà".

Per queste ragioni, Lisa Bosia Mirra ha deciso di mantenere il ricorso. Al nuovo processo davanti al Tribunale d’Appello, la deputata socialista sottoporrà nuovamente le prove e i testimoni rifiutati dalla Pretura.
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