Il registra: "Ho investito tutti i miei risparmi, il mio tempo, il capitale della mia azienda, e ho temuto di perdere tutto ciò che ho costruito per me e per la mia famiglia. È stato proprio questo a spingermi ad arrivare fino in fondo"

di Alberto Meroni *
Ho appena concluso i titoli di coda del mio nono lungometraggio: ci sono 700 nominativi. Ognuna di queste persone è stata necessaria per portare a termine un film la cui idea è nata subito dopo l’inaspettato successo di Frontaliers Disaster nel 2017. In questi sette anni il mio compito principale è stato uno solo: produrre un film che non deludesse i fan. È la terza volta che realizzo un seguito e le aspettative sono altissime; per questo, questa volta, mi sono davvero giocato tutto.
Da settembre 2024, quando è iniziata la preparazione vera e propria, mi alzo ogni giorno alle quattro del mattino con un unico obiettivo: portare Sabotage al cinema, divertire il pubblico, soddisfarlo e dire la mia. Perché sotto quella “sky comedy” ci sono messaggi e riflessioni che considero fondamentali per la convivenza pacifica.
Non nego di aver affrontato ogni tipo di imprevisto, che però ho sempre cercato di superare con ironia e determinazione. Il primo giorno di riprese è iniziato con la pioggia, poi è arrivato il sole; l’auto di scena non funzionava più, alcuni costumi erano scomparsi e le radio hanno deciso di smettere di comunicare. La prima scena con gli attori l’abbiamo girata sul Gottardo, alla caserma Motto Bartola: meno otto gradi e un vento fortissimo. Eravamo più di 250 persone. L’ultimo giorno, per una ripresa di recupero, ero da solo con Luce, la bambina che si vede all’inizio del film.
Con Flavio, Barbara e Paolo non ci siamo mai fermati alle riprese: la costruzione del film è continuata praticamente fino all’ultimo, per raggiungere l’obiettivo. E sono davvero soddisfatto. Ora, quando guardo il film, rido di gusto. Rido con gli altri che ridono del nostro lavoro e percepisco l’energia positiva che le risate creano. Più gente ride, più energia positiva si genera. Io faccio questo, e sono fiero di farlo.
Non nascondo che ho anche pianto, e tanto: c’è stato un momento in cui ho rischiato di non farcela, perché non avevo più risorse finanziarie. Ho investito tutti i miei risparmi, il mio tempo, il capitale della mia azienda, e ho temuto di perdere tutto ciò che ho costruito per me e per la mia famiglia. È stato proprio questo a spingermi ad arrivare fino in fondo. E oggi sono orgoglioso di avercela fatta, grazie alle 700 persone che hanno creduto in me e in quello che faccio.
* regista