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08.04.2018 - 19:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

La Lega minaccia, "Vitta, non avrai altri 300 milioni per finanziare il risanamento della cassa pensioni dei dipendenti di Stato". E anzi, si parla già di... referendum

"Come giustificare la nuova, esorbitante richiesta? Con il mancato rendimento degli investimenti e un aumento della longevità dei pensionati? Oppure è la classica tattica del salame, per non chiedere 800 milioni tutti insieme?", attacca il Mattino. "E se si chiedono quei soldi, qualcuno non è al posto giusto"

BELLINZONA – Altri 300 milioni per risanare la cassa pensioni dei dipendenti dello Stato? La Lega non è d’accordo, e dal Mattino si scaglia contro Vitta, minacciando sin da subito un referendum se la richiesta dovesse poi essere accolta dal Gran Consiglio (si parla comunque di un messaggio governativo che dovrebbe arrivare nel 2019, quindi i tempi sono lunghi).

Già dalla prima pagina le intenzioni sono chiare: “Vitta, giù le mani!”.

“Chiariamo subito il concetto in modo che lo capiscano al volo anche i più duri di comprendonio: se gli esponenti della partitocrazia PLR-PPD-P$ in governicchio, ministro delle Finanze Christian “Harry Potter” Vitta (PLR) in primis, immaginano di poter spillare al solito sfigato contribuente altri 300 milioni di franchetti – 300 milioni! Mica noccioline! – per risanare la Cassa pensioni dello Stato (IPCT), faranno bene a levarselo subito dalla zucca, perché noi non ci stiamo”, si legge poi all’interno.

Già nel 2012, infatti, i contribuenti diedero quasi mezzo miliardo di franchi per il risanamento della stessa cassa, che avrebbe dovuto portarne il grado di copertura all’85% entro il 2051: per ora, siamo al 66% e non si escludono nuovi interventi. Che alla Lega proprio non vanno giù.

“Come viene giustificata la nuova, esorbitante richiesta? Con il mancato rendimento degli investimenti ed un aumento della longevità dei pensionati. Eh già, cose che naturalmente non si sapevano nel 2012, nevvero?”, prosegue, velenoso, l’articolo. “O magari si tratta della solita tattica del salame: visto che non si poteva arrivare a chiedere 800 milioni in un colpo solo, si dilaziona la pretesa in varie “fette”?”.

Non si vuole parlare, si legge ancora, di malagestione, ma… “perché se l’IPCT, cinque anni dopo aver imposto ai ticinesi – i quali, a meno che non siano essi stessi funzionari pubblici, devono già pagare per il risanamento delle loro, di casse pensioni – di versare mezzo miliardo per rimettere in sesto i conti della Cassa pensioni dello Stato, adesso arriva a chiedere altri 300 milioni, vuol dire che qualcuno ai piani alti dell’istituto previdenziale non è al suo posto!”. Ovvero, Vitta, afferma il settimanale senza tanti giri di parole.
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