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09.02.2024 - 10:040

Crivelli Barella: "Chi siamo noi per decidere che cosa è discriminatorio e che cosa no?"

La candidata di sinistra va contro corrente nella polemica relativa ai Mori, che non avranno il viso colorato di nero: "Politici, basta fomentare divisioni e incomprensioni, anche se a livello di notorietà sono paganti"

MENDRISIO - I figuranti che rappresenteranno i Mori alle Processione Storiche non avranno il viso dipinto di nero, per rispettare l'evoluzione delle sensibilità. A Mendrisio non si parla d'altro, dopo la decisione dell'altro giorno della Fondazione Processioni Storiche. E dopo molte voci contrarie, dalla Lega locale a Quadri, da Romano ad Agustoni sino a Caverzasio, arriva la prima a favore, quella della candidata di AlternativA - Verdi e Sinistra Claudia Crivelli Barella.

Che inizia il suo post con un riferimento al botta e risposta, parecchio acceso, che si è creato sul tema: "Sui mori alle processioni: è una questione su cui le sensibilità divergono, un tema che si presta ad essere divisivo e che alcuni candidati hanno prontamente cavalcato per ottenere visibilità. Ho tolto un commento da un post di un candidato in cui dicevo che le tradizioni devono evolvere con l'evoluzione della società. L'ho tolto per i commenti violenti che ha suscitato, e che mi hanno francamente scossa (sul tenore di: "adesso ci toccano le nostre tradizioni....se non gli va bene, föö di ball" e simili). Pensiamo che come politici abbiamo il dovere di non fomentare le divisioni e le incomprensioni, anche se a livello di notorietà sono "paganti".

E poi passa al tema caldo. "Sinceramente, non ci sembra un problema, e ne abbiamo di più grossi da affrontare. Si sono trovate le donne per impersonare le Tre Marie, mentre un tempo erano rappresentate da uomini: si troveranno delle persone con la pelle scura per impersonare i mori. La società muta in continuazione, e le tradizioni si adattano a rispecchiare il presente, evocando un passato e presagendo e auspicando un futuro. Anche nel presepe, i personaggi cambiano a seconda dei periodi, a Napoli ci sono artigiani che ne creano di nuovi ogni anno.... Cerchiamo di essere flessibili e di non creare tifoserie che non portano niente di positivo".

"Inoltre: nel nome della tradizione le donne hanno dovuto subire di tutto", continua. "E la questione posta dalla Fondazione delle processioni è oggetto di riflessioni in tante realtà culturali".

È convinta che "le tradizioni debbano aprirsi alle nuove sensibilità sociali. Usare sul piano identitario una questione percepita come discriminatoria, non è una bella cosa. Fare blackface è oggettivamente razzista. Ci rimanda direttamente in un'epoca in cui i neri erano schiavi e le rappresentazioni teatrali stereotipate della loro condizione erano inscenate a teatro".

"Poi basta arrogarci il diritto di dire cosa possa essere discriminatorio e cosa no in nome della tradizione. Se i diretti interessati (le persone di colore) lo considerano discriminatorio, noi chi siamo per dire "eh ma la tradizione"?", termina.

Ieri la questione è entrata anche alla consegna delle chiavi della Città da parte del sindaco a Re Dormiglione, lo stesso si è presentato col viso colorato di nero. Una provocazione, quella di Mirko Micio Valtulini, in un clima già infuocato.

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