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Quarto Potere
08.02.2023 - 15:290

Mobbing e sessismo, dopo le rivelazioni di due giornaliste il Sindacato lancia il #MediaToo

"Siamo qui per tutti e tutte coloro che decidono di rendere pubbliche le proprie esperienze per mettere in moto il necessario processo di cambiamento. Anche i colleghi maschi possono mostrarsi solidali"

ZURIGO - Dopo le denunce della giornalista Anuschka Roshani, altre donne hanno raccontato le loro esperienze. Una di loro è Patrizia Laeri, CEO del portale finanziario ElleXX. In un post su Instagram, la 45enne ha descritto un’esperienza vissuta alla radiotelevisione svizzero tedesca 20 anni fa, quando era una giovane stagista e un suo superiore tentò di baciarla e fece lo stesso con altre ragazze del suo team. “È ancora in una posizione dirigenziale alla SRF”, ha scritto la giornalista.

Anuschka Roshani, 56 anni, aveva invece denunciato in un articolo della rivista tedesca Der Spiegel di essere stata vittima di mobbing e sessismo da parte del suo superiore quando lavorava nel Magazine della casa editrice Tamedia.

E oggi il Sindacato svizzero dei massmedia prende posizione sui due casi lanciato l’hashtag #MediaToo. “Le rivelazioni di Anuschka Roshani e Patrizia Laeri ci hanno profondamente colpiti. Le loro dichiarazioni non ci sorprendono. Non sono casi isolati. Il sessismo, l’abuso di potere e il mobbing sono un problema in molte aziende mediatiche – sono un problema strutturale e sistemico – si legge nella nota stampa -.

Quando, nel 2020, sono stati resi pubblici i casi di molestie alla radiotelevisione della Svizzera romanda RTS, le reazioni nel settore dei media non si sono fatte attendere e molti professionisti e professioniste hanno denunciato atteggiamenti sessisti e offensivi. L’indagine avviata in seguito ha dimostrato che i problemi non si limitavano alle molestie e al sessismo, ma riguardavano anche l’ambiente lavorativo e la cultura dirigenziale e aziendale. L’abuso di potere è un tema centrale: nella maggior parte dei casi le molestie vengono perpetrate dai superiori nei confronti di dipendenti sottoposti.

Una collaboratrice SSR descrive così il suo desiderio di cambiamento: «Un ambiente di lavoro sano, senza dominanza, in particolare senza dominanza maschile, un ambiente in cui anche le donne vengono rispettate e ascoltate e in cui una donna non deve fornire prestazioni superiori di quelle dei colleghi maschi per essere apprezzata». Come sindacato dei media ci adoperiamo affinché i casi di sessismo, molestie e mobbing siano elaborati e siano predisposti dispositivi e strumenti per segnalare le irregolarità. In quanto partner sociale, dopo i casi sopra descritti, l’SSM ha elaborato un Regolamento per la tutela dell’integrità personale. Sono state attuate anche altre misure, quali la nomina di persone di fiducia esterne all’azienda. Tuttavia, resta ancora molto da fare per cambiare la cultura aziendale.

Ci vuole coraggio per fare quel che ha fatto Anuschka Roshani. Offriamo il nostro sostegno a ogni persona che lavora nel settore dei media ed è colpita da sessismo e molestie. E siamo qui per tutti e tutte coloro che decidono di rendere pubbliche le proprie esperienze per mettere in moto il necessario processo di cambiamento. Anche i colleghi maschi possono mostrarsi solidali. Se siete colpite/i da sessismo e molestie o se volete contribuire a far cambiare la cultura aziendale scriveteci: info@ssm-site.ch. Siamo nel 2023 – è ora di poter finalmente lavorare in un ambiente rispettoso, senza sessismo, senza discriminazione e senza molestie. Non molleremo!”.

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