SECONDO ME
Claudia Crivelli Barella: "Caso Polanski: i pregiudizi spocchiosi dei dotti cineasti"
SECONDO ME: "Il cinema deve far spettacolo…ci sono però film e registi che riescono a far pensare e ad elevare la mente umana: a me Locarno piace di più quando riesce a cogliere questo genere di film, e come a me a molti ticinesi"

di Claudia Crivelli Barella*

Come quando con i gatti si fa “micio micio” per richiamarli, aspettavo le reazioni alle proteste sulla premiazione di Polansky al festival di Locarno: puntualmente arrivate: i politici non avrebbero il diritto di parlare, siccome direbbero solo banalità e non brillerebbero d’intelligenza e acume quanto i commentatori…e ditemi voi se questo non è un pregiudizio un po’ spocchioso, dato che in Ticino i politici sono, alla fine, gli stessi cittadini che lavorano, pensano e vivono, non certo una casta a parte, salvo forse i soliti quattro…gatti!

Secondo: un artista va giudicato dall’opera e non dalla vita, quindi chi condanna il regista per le sue azioni private (a proposito: se avere un rapporto sessuale con una tredicenne non è pedofilia, datemi un’altra definizione…che non sia “sperimentazione artistica”, per piacere!) non dovrebbe leggere i greci, né i latini e tutta una stirpe di grandi poeti. In questi commenti noto molta superficialità e l’essere preda dello spirito dei tempi: giustificare tutto per apparire illuminati e colti. Io non giudico le persone, ma mi piace pensare che la vita debba essere coerente con il pensiero, e che dovrebbe esserci un’evoluzione verso il bene, la spiritualità e l’elevazione dell’animo umano, pur in un percorso fatto, come sono sempre i percorsi umani, da cadute ed errori, da momenti bui o perlomeno non troppo illuminati. Non distinguo tra artisti e persone: ognuno di noi è un artista, a proprio modo, e mi rifiuto di presentare onori a chi non rispetto.

Polansky appare, dai suoi film, come un prodotto di una cultura sorpassata, un signore un po’ fissato con la sessualità, senilmente accecato da un unico argomento: non un maestro illuminato, né un grande. Tra qualche anno non si ricorderanno i suoi film, tranne forse  “Il Pianista” per la splendida interpretazione di Adrien Brody. Via, è pur possibile dirlo: invitarlo a Locarno è stato un errore, forse per far parlare e nutrire la polemica.

Del resto, il cinema deve far spettacolo…ci sono però film e registi che riescono a far pensare e ad elevare la mente umana: a me Locarno piace di più quando riesce a cogliere questo genere di film, e come a me a molti ticinesi. Con buona pace dei dotti cineasti che vivono in un mondo a volte chiuso su se stesso, come ogni mondo dovrebbe evitare di essere…anche quello politico!

*deputata dei Verdi

 

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