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Salute e Sanità
15.12.2015 - 19:400
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

L'operazione è riuscita: il paziente è estenuato ma vivo. Dopo sette ore di dibattito, critiche, accuse e battibecchi, passa la pianificazione ospedaliera

Il decreto è stato approvato con 35 favorevoli e 25 contrari. Matteo Pronzini mattatore della giornata parlamentare. Beltraminelli: "Abbiamo fatto il miglior lavoro possibile"

BELLINZONA – È stato un altro dibattito fiume. Che si è spinto oltre gli argini dell’estenuante. E domani c’è il preventivo, che non promette nulla di meglio…
Ma non poteva che essere così. La pianificazione ospedaliera è un tema complesso e controverso, che tocca interessi e sensibilità regionali, anche se non siamo sicuri che tutti coloro che oggi sono intervenuti in Gran Consiglio sapessero esattamente di cosa stavano parlando.

Fallito il tentativo di rinviare il dibattito, rimandando il messaggio al Governo per ulteriori approfondimenti (rinvio chiesto dal gruppo UDC/La Destra e sostenuto dai socialisti) si è entrati nel vivo del dibattito.

Tra rapporto di maggioranza e di minoranza, interventi di svariati deputati, a nome dei gruppi o a titolo personale, repliche e controrepliche, il dibattito è andato avanti per quasi quattro ore prima che venisse votata l’entrata in materia. Poi ce ne sono volute altre tre per approvare la pianificazione, che alla fine è passata con 35 sì, 25 no e 7 astensioni.

In aula sono piovute critiche da ogni parte sul Dipartimento della sanità, ma il ministro Paolo Beltraminelli ha le spalle larghe e si è difeso punto su punto.

Sono volate accuse da destra a manca: da chi sostiene che la nuova pianificazione favorirà le cliniche private e penalizzerà gli ospedali pubblici, a chi afferma l’esatto contrario. Da chi teme che verranno smantellati gli ospedali di valle - in particolare Faido e Acquarossa - a chi dice che questa pianificazione farà il gioco dei “cassamalatari”, o del gruppo Genolier attraverso l’accordo sulla maternità con il Civico (progetto “Donna, madre, bambino”).

In generale, il Dipartimento è stato accusato di aver presentato un progetto che crea eccessive frammentazioni nella medicina acuta, di aver seguito solo in parte il cosiddetto “modello di Zurigo” (adottato dalla maggior parte dei Cantoni) e in larga parte altri criteri meno oggettivi nell’attribuzione di letti e specialità ai singoli istituti.

La maggior parte dei deputati intervenuti ha lodato il lavoro della Commissione parlamentare presieduta da Bixio Caprara (PLR), a cui il collega di partito Walter Gianora ha assegnato una simbolica rosa, dando invece un cactus al Dipartimento.

Il socialista Saverio Lurati ha detto che questa è “una pianificazione mancata rispetto ai doveri dello Stato, che non difende la priorità degli ospedali pubblici rispetto alle cliniche private, cliniche che devono rimanere sussidiarie nel sistema sanitario”.

Il mattatore della giornata è stato senza dubbio il deputato del Movimento per il socialismo Matteo Pronzini (relatore di minoranza con la socialista Milena Garobbio). Letteralmente scatenato, ha duramente e minuziosamente contestato il progetto di pianificazione, accusando il Dipartimento e la maggioranza parlamentare di voler favorire il settore privato a scapito del pubblico: “L’ospedale San Giovanni esce massacrato da questa pianificazione”, ha detto. Ma non solo quello, anche gli ospedali di valle… E non sono mancati a un certo punto i mugugni di insofferenza dalla sala per i molteplici e non stringati interventi di Pronzini.

Franco Denti, deputato dei Verdi e presidente dell’Ordine dei medici, ha detto che l’obiettivo iniziale di questa pianificazione doveva essere quello di ridurre i costi ospedalieri di 14 milioni mentre l’obiettivo di una vera pianificazione “dovrebbe essere razionalizzare e non razionare le cure”. 

Il ministro Beltraminelli ha replicato alle critiche affermando che prima di decidere “si sono ascoltati e coinvolti tutti gli attori possibili del mondo sanitario. Si è fatto il miglior lavoro possibile”.

Il Consiglio di Stato, ha aggiunto, ha cercato di ponderare gli interessi delle diverse parti in gioco. “Non abbiamo né indebolito l’Ente ospedaliero né rafforzato le cliniche private. Abbiamo fatto la scelta di attribuire tutti i mandati al settore pubblico, anche se non tutti gli ospedali hanno ricevuto ogni specialità. Alle cliniche sono stati assegnati mandati, ma non esclusivi. Poi controlleremo che le specialità vengano applicate con qualità ed economicità”.

Poi si è iniziato a votare sugli innumerevoli emendamenti (che nemmeno la Costituzione americana…) proposti al rapporto di maggioranza. E com’era immaginabile è iniziato il “mercato dei letti”. Chi proponeva di aggiungerne 20 o 30 qui ed eventualmente di toglierne altrettanti là, di rafforzare questo o quell’altro istituto… Da Faido a Mendrisio. E le voci dei deputati e dello stesso ministro Beltraminelli si facevano più stanche e più flebili col passare dei minuti, anzi delle ore....  

emmebi

 

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