Tutto inizia la primavera di 10 anni fa.
Con Luigi Zanini Senior e Luigi Junior, andavamo a fare un giro delle cantine a Bordeaux e, anche se non era proprio sulla strada, abbiamo deviato per Lione per mangiare al ristorante di Paul Bocuse.
Vi assicuro che l’emozione era veramente grande. Visitare il più grande Chef dell’era moderna era una cosa fantastica e la curiosità moltissima.
Avvicinandoci all’entrata, vediamo, o meglio crediamo di vedere, una specie di statua, seduta, identica a Bocuse. Era straordinariamente somigliante e dopo poco abbiamo capito il perché. Era lui in persona. Vuoi la luce della notte, vuoi la sua carnagione molto chiara (sembrava una statua di cera), non ce ne eravamo accorti, ma ci ha pensato lui ad alzarsi e a farci quasi prendere un colpo. Poi allargando le braccia come per stringerci tutti e tre, ad alta voce ha detto: “Et voilà les vignerons tessinois”. Noi esterefatti non capivamo: eravamo dal più grande chef al mondo e veniamo accolti come fratelli?
Ben presto scopriamo che nonostante non fosse più ai fornelli, controllava sempre i nomi di chi arrivava nel suo ristorante e si ricordava di quei due ticinesi che producevano un buon vino e che erano stati da lui 6 anni prima.
Quello che ci ha sorpreso ancor di più è stato il sommellier che si ricordava di ogni singolo vino e dell’annata che gli Zanini avevano bevuto durante la loro prima visita e che noi, in suo onore, abbiamo replicato quasi totalmente (N.B. di alcune bottiglie non aveva più la stessa annata)
È stata una serata memorabile per il cibo, l’ambiente, il servizio. Durante la cena avevamo assaggiato la famosa zuppa di tartufo nero e la sogliola ricoperta di patate. Cosa volevamo di più? Arrivato a salutarci direttamente al tavolo, Bocuse ci ha chiesto anche di fare delle foto insieme! Una serata veramente da sogno!
*gastronomo