Un’opera monumentale di 510 metri quadrati lungo la ciclabile della Bassa Mesolcina: protagonista la colomba, simbolo di pace e movimento
SAN VITTORE (GR) – Alla SIP di San Vittore, la facciata sud del nuovo edificio si è trasformata in una tela urbana di straordinario impatto visivo. A firmarla sono gli artisti Giulio Gamba e Nils Bianchi, legati da una collaborazione decennale e da un percorso artistico che intreccia architettura, arti visive e muralismo.
Il progetto, nato nel 2023 su proposta di Guido Tognola, proprietario dello stabile, rispondeva all’esigenza di integrare l’edificio nel paesaggio della Bassa Mesolcina, valorizzando il nuovo tracciato ciclabile. Dopo mesi di progettazione a distanza tra Roma e Basilea, i due artisti hanno dato vita a un intervento pittorico di 510 metri quadrati lungo 112 metri di facciata, realizzato con oltre 300 litri di vernice.
La scelta di utilizzare esclusivamente rulli e pennelli, rinunciando alle bombolette spray, non è stata solo una soluzione pratica, ma anche un atto di responsabilità: riduzione dell’impatto ambientale, maggiore qualità cromatica e una migliore durata nel tempo.
Elemento centrale del murales è la colomba, che emerge e prende vita grazie al movimento di chi percorre la ciclabile o osserva l’opera da diverse angolazioni. Non un’immagine statica, dunque, ma una composizione dinamica pensata per rivelarsi passo dopo passo, pedalata dopo pedalata.
Con questa opera, inaugurata lo scorso 21 settembre, Gamba e Bianchi confermano la loro capacità di mettere in dialogo arte, architettura e territorio, trasformando uno stabile industriale in un segno culturale e identitario per la comunità.
Cenni biografici
Giulio Gamba, classe 1997, è un artista e pittore ticinese di origini venete e indiane. La sua formazione e i suoi viaggi lo hanno portato a sviluppare una ricerca aperta al dialogo tra culture diverse, che trova nella pittura il suo linguaggio principale. Laureato alla Zürcher Hochschule der Künste (ZHdK), ha esposto opere alla collettiva La Regionale 2021 di Lugano e ha curato mostre indipendenti a Zurigo, come Tutto bene?, confermando l’attenzione per la dimensione espressiva e relazionale dell’arte.