L'ANALISI - I tedeschi hanno tutto per vincere, i portoghesi aggrappati a Cristiano Ronaldo, ma occhio al Ghana. I belgi saranno una sorpresa solo se non faranno un grande Mondiale
Girone H
Uno dei gruppi più interessanti e accattivanti della rassegna Verdeoro: se da una parte i tedeschi e i lusitani vengono dati come favoriti assoluti per il passaggio del turno, gli africani e gli americani non renderanno certo la vita facile alle compagini europee, dall’alto di due squadre comunque competitive.
Germania
Inutile girarci attorno, la Germania è una delle maggiori candidate alla vittoria finale, anche se geografia, clima, tifo e legge dei grandi numeri danno Brasile e Argentina un passo avanti. I tedeschi nella storia hanno sempre dimostrato di potere (e riuscire) ad arrivare fino in fondo: d’altronde sette finali del mondiale disputate, tre delle quali vinte; 12 piazzamenti nelle prime quattro e sei finali dell'europeo giocate, di cui tre vinte, non sono proprio noccioline. La corazzata teutonica, allenata dal 2006 da Joachim Löw, è forse quella con la rosa più competitiva, anche e soprattutto in termini di panchina. L’asse portante della squadra è garantito dai blocchi fenomenali di Bayern Monaco e Borussia Dortmund: dal portiere all’attacco la lista di nomi è di quelle da fare rabbrividire qualsiasi avversario, basti pensare alla saracinesca Neuer, probabilmente il portiere più forte del mondo del momento, all’intramontabile baluardo (e capitano) della difesa Lahm, forse l’unico in grado di avvicinarsi alla costanza e alla forza della carriera di Paolo Maldini. Ma è da centrocampo in su che i tedeschi promettono faville; qualche nome: Schweinsteiger, Kroos, Götze, Özil, Müller, Klose e Podolski. ‘Tutti ai materassi’ esclamerebbe probabilmente qualche avversario in preda al panico. L’unica nota negativa per la Germania è rappresentata dal pesante forfait dell’attacante del Borussia Marco Reus, sostituito dal sampdoriano Mustafi. La caccia al quarto mondiale e l’inseguimento degli storici “nemici” italiani sono lanciati…
Portogallo
La nazionale portoghese viene spesso ritenuta una grande incompiuta. Perché? Presto detto, nei decenni il Portogallo ha proposto un’infinità di talenti immensi, a cominciare dall’indimenticata Pantera nera Eusebio, passando per Figo e Rui Costa fino ad arrivare al fresco pallone d’oro Cristiano Ronaldo, giusto per citarne alcuni, ma non è mai riuscito a consacrare questa fucina talentuosa con un trofeo importante. Ed è proprio partendo da CR7 che i lusitani proveranno a scrollarsi di dosso questa etichetta: il fenomeno di Madeira è ormai una garanzia assoluta che promette gol a raffica e spettacolo, e negli ultimi giorni sembrerebbe essere tornato in piena forma. La squadra di Paulo Bento è inoltre infarcita di giovani talenti e giocatori d’esperienza come Pepe, Coentrao, Nani, Moutinho e Veloso. Da tenere d’occhio la giovane promessa Josué del Porto, ala ambivalente utilizzabile anche sulla trequarti. Il Portogallo può vantare un terzo posto raggiunto nel 1966 in Inghilterra e un quarto piazzamento nel mondiale tedesco nel 2006, proprio dietro alla Germania (e sul fronte continentale è meglio non tornare sul nervo greco, ancora scoperto, del 2004), ma la speranza dei tifosi è quella di regalarsi una finale tutta in lingua portoghese, con i “cugini” d’oltreoceano padroni di casa.
Ghana
Dopo l’exploit sudafricano di quattro anni fa, quando il Ghana è uscito solo ai quarti di finale battuto solo ai calci di rigore dall’Uruguay, le speranze e le aspettative per la squadra africana sono sicuramente alte, anche se sarà difficilissimo ripetersi, ma ai giocatori guidati da James Kwedi Appiah i tifosi chiedono almeno il passaggio agli ottavi. La sfida con tedeschi e lusitani ha il sapore dell’impresa, ma nulla è precluso a questo gruppo già in grado di stupire tutti. La forza della squadra passa per il centrocampo tutto italiano, con i milanisti Muntari ed Essien, lo juventino Asamoah e l’udinese Badu: dei gran corridori con buoni spunti, senza dimenticare l’ottimo giocatore dell’OM Andre Ayew. Ma la differenza è chiamata a farla il “tuttofare” (centrocampo, trequarti, attacco) Kevin Prince Boateng, ex milanista ora in forza allo Schalke 04 e stella assoluta della squadra che, dopo l’addio annunciato dopo la rassegna sudafricana, è tornato sui propri passi. Se è in forma diventa imprevedibile e pericoloso per qualsiasi difesa avversaria. Boateng è destinato inoltre a incrociare “i coltelli” con il fratello Jerome, che a suo tempo scelse la nazionale tedesca. I gol saranno affidati invece all’attaccante Asamoah Gyan, uno con il dente avvelenato dopo aver sbagliato il rigore decisivo quattro anni fa contro la Celeste e sicuramente in cerca di riscatto, e a Jordan Ayew del Sochaux, fratello minore del centrocampista (ed entrambi figli d’arte del grande Abedi Pele). Il Ghana nel ranking Fifa declinato all’africana è secondo solo alla Costa d’Avorio, le carte per giocarsela non gli mancano di certo…
USA
Nella patria degli “altri sport”, dove il calcio è spesso considerato di serie b o sport femminile, c’è un uomo che sogna uno storico sgambetto: stiamo parlando dell’allenatore del Team Usa, quel Jürgen Klinsmann che ha guidato fino al 2006 proprio la Germania, per poi lasciarla all’amico-rivale (e suo ex vice) Löw, alla quale spera di infliggere una delusione nello scontro diretto. Le possibilità per gli americani sono ridotte al lumicino (ino ino), ma quella statunitense è una squadra che più di una volta ha stupito tutti raggiungendo ad esempio gli ottavi 4 anni fa in Sudafrica e addirittura i quarti nel 2002. Ha suscitato scalpore l’assenza, per scelta tecnica, dell’uomo più rappresentativo del calcio Usa: Landon Donovan. A Klinsmann non resta quindi che votarsi a qualche santo e affidarsi allo spirito del gruppo, visti gli avversari di girone, ma nel calcio di tanto in tanto i miracoli si realizzano…Da tenere d’occhio: il romanista Bradley, Dempsey e il giovane attaccante del Sunderland Altidore.
Gruppo H
Il gruppo H è quello dei calciofili. Di quelli che amano scovare la sorpresa del torneo. In questo girone c'è infatti la squadra che gli analisti indicano come l'outsider del torneo: il Belgio. Ma c'è anche la Russia di Fabio Capello e un'Algeria che non è così scarsa come appare.
Belgio
La squadra di Marc Wilmots, come detto, è la candidata numero uno per aggiudicarsi lo scettro di squadra rivelazione. Ed effettivamente leggendo la rosa le risorse per realizzare il grande exploit (non per vincere) ci sono tutte. Tanto da chiedersi: ma che sorpresa sarebbe se il Belgio facesse un ottimo mondiale? Sarebbe molto più sorprendente il contrario. La squadra di questa piccola nazione ha già ottenuto un grande piazzamento ai Mondiale del 1986 quando arrivò quarta. Per il resto, nulla da segnalare in particolare. Eppure, in questo lembo di terra che sembra la Svizzera, è sbocciata una generazione (anzi un paio) di giocatori eccezionali. Che ti chiedi come sia possibile che siano nati tutti insieme e tutti lì. A cominciare dalla porta, difesa da Courtois, campione di Spagna e vice campione d'Europa con l'Atletico. E poi in difesa, con i vari Kompany, Van Buyten, Vermalen, Alderweireld, Vertonghen e Vanden Borre. Ecco, forse il pacchetto difensivo è quello che lascia più a desiderare, per tecnica e velocità. Ma si tratta comunque di elementi rocciosi, con una solida esperienza internazionale in club di primo livello. A centrocampo trovano spazio la corsa e il talento di Witsel, Fellaini e Dembele. Peccato non aver covocato anche Nainggolan: in una squadra di artisti, la sua concretezza sarebbe potuta tornare utile in alcune fasi della partita. Ma è dalla trequarti in su che il Belgio fa paura. A cominciare dalla stella Eden Hazard, quello che Mourinho considera l'unico incedibile di tutta la rosa del Chelsea. E poi Mertens, De Bruyne, Mirallas e l'ultima stella nata nel firmamento belga, Januzaj. La finalizzazione è affidata all'ariete Romelu Lukaku, non in perfette condizioni fisiche. Con questi giocatori vincere il girone è un dovere. E andare il più avanti possibile, pure.
Russia
Le ambizioni della Russia, che comunque ha tutte le carte in regola per centrare il secondo posto, sono in larga parte affidate alle capacità del CT Fabio Capello. Nel precedente Mondiale, Don Fabio, con un'Inghilterra migliore rispetto a quella di oggi, venne eliminato dalla Germania, in una partita segnata dal gol fantasma di Lampard.
Oggi Capello cerca rivincite seppure le ambizioni siano decisamente diverse rispetto a quando sedeva sulla panchina inglese. Ma la mentalità del tecnico italiano non è certo cambiata e la ricerca del successo, attraverso un gioco prettamente difensivo, resta il suo mantra.
A livello generale il primo dato che salta all'occhio è che il CT ha convocato tutti calciatori che giocano nel campionato russo. Questo è certamente un punto debole perché, considerato che la Premier russa non è certo un campionato di prima fascia, alla squadra mancherà l'esperienza e la qualità di chi è chiamato a misurarsi con scuole superiori. Detto questo la Russia è una squadra che prende pochi gol e uno dei punti di forza è certamente rappresentato dal portiere Akinfeev. In difesa Capello si affida alla coppia del CSKA Berezuckij e Ignaševič: non sono giocatori eccelsi ma l'affiatamento potrebbe in parte sopperire ai limiti tecnici. A centrocampo tutto passa da Denisov. Davanti l'attacco è sulle spalle del "vecchio" Keržakov. Ma occhio alla giovane promessa Kokorin...
Algeria
L'Algeria non è una squadra da sottovalutare. Anzi, è la classica squadra che se presa sotto gamba può farti perdere punti. Diversi giocatori hanno curriculum in Europa. Anche se, va sottolineato, nessuno degli algerini è una stella neppure di media grandezza. Però gente discreta ce ne è. Come Taider, quello dell'Inter, o Feghouli, quello del Valencia. E poi gli altri "italiani" Yebda e Ghoulam..
Quasi impossibile che Algeria e Corea del Sud possano impensierire queste due formazioni. Le “Volpi del deserto” occupano la 22esima posizione nel ranking Fifa e nello scorso Mondiale bloccarono proprio l’Inghilterra di Capello sul risultato di 0-0. Molti giocatori militano nei campionati europei, come ad esempio l’interista Taider, il friulano Yebda e il terzino sinistro del Napoli, Ghoulam. Le statistiche dicono che la coppia d'attacco non è malaccio. Ma la difesa....
Corea del sud
Come sono lontani i tempi dello squadrone coreano guidato da Gus Hiddink protagonista del Mondiale giocato in patria. La Corea di oggi è davvero poca cosa. E non c'è un giocatore che spicca più degli altri. Aspettiamoci corsa e impegno. Nulla di più.