CORONAVIRUS
Il Ticino a supporto dei casi di rigore. Pronti 75,6 milioni
Per quanto riguarda la forma dell’aiuto, il Cantone ha deciso di sfruttare sia i contributi a fondo perso che i mutui garantiti tramite fideiussione

BELLINZONA - Il Consiglio di Stato ha licenziato quest’oggi il messaggio con la proposta di adesione e di partecipazione del Cantone all’attuazione delle misure a sostegno dei casi di rigore concernenti le imprese. Attraverso questo strumento sono a disposizione in Ticino 75,6 milioni di franchi a favore delle aziende attive nei settori maggiormente colpiti dalla pandemia, che hanno registrato un’importante diminuzione della propria cifra d’affari.

Dopo aver partecipato attivamente alla procedura di consultazione relativa all’ordinanza COVID-19 sui casi di rigore, e dopo aver preso atto con soddisfazione che, nell’ambito della stessa, la sua richiesta di aumentare i fondi a disposizione è stata accolta, il Consiglio di Stato si è da subito adoperato per perfezionare e rendere tempestivamente operativo, a livello cantonale, lo strumento di sostegno per i casi di rigore concernenti le imprese.

Il 18 dicembre 2020 le Camere federali hanno approvato le modifiche di legge Covid-19 per i casi di rigore ed è stata aggiornata la relativa ordinanza. Di conseguenza, il Governo ha licenziato quest’oggi il messaggio con la proposta di adesione e di partecipazione del Cantone all’attuazione delle misure a sostegno dei casi di rigore nell’ambito dell’articolo 12 della Legge federale sulle basi legali delle ordinanze del Consiglio federale volte a far fronte all’epidemia di COVID-19 (Legge COVID-19) e della relativa ordinanza (ordinanza COVID-19 sui casi di rigore).

Il Cantone Ticino intende dare seguito alle disposizioni federali, regolando e precisando a livello cantonale quanto necessario attraverso un Decreto legislativo urgente.

Nel messaggio del Governo viene anzitutto presentata la richiesta dei fondi cantonali necessari e l’anticipo di quelli federali. Considerando che il Consiglio di Stato intende sfruttare appieno la disponibilità prevista dalla Confederazione, il Cantone Ticino potrà complessivamente attivare, a sostegno dei casi di rigore, 75.6 milioni di franchi, di cui 51.08 milioni federali e 24.52 milioni cantonali. Sono inoltre previsti dei costi di gestione a carico del Cantone per un totale di 3,5 milioni di franchi.

Vengono inoltre illustrati i settori beneficiari delle misure, che rispetto a quanto indicato nella Legge federale sono stati affinati e adattati alle particolarità del Cantone Ticino: infatti, malgrado la Legge federale contempli già i principali settori colpiti, la delimitazione precisa dei settori da sostenere è delegata ai Cantoni. I settori beneficiari sono pertanto le imprese attive nei seguenti settori:

Il Consiglio di Stato ha licenziato quest’oggi il messaggio con la proposta di adesione e di partecipazione del Cantone all’attuazione delle misure a sostegno dei casi di rigore concernenti le imprese. Attraverso questo strumento sono a disposizione in Ticino 75,6 milioni di franchi a favore delle aziende attive nei settori maggiormente colpiti dalla pandemia, che hanno registrato un’importante diminuzione della propria cifra d’affari.

Dopo aver partecipato attivamente alla procedura di consultazione relativa all’ordinanza COVID-19 sui casi di rigore, e dopo aver preso atto con soddisfazione che, nell’ambito della stessa, la sua richiesta di aumentare i fondi a disposizione è stata accolta, il Consiglio di Stato si è da subito adoperato per perfezionare e rendere tempestivamente operativo, a livello cantonale, lo strumento di sostegno per i casi di rigore concernenti le imprese.

Il 18 dicembre 2020 le Camere federali hanno approvato le modifiche di legge Covid-19 per i casi di rigore ed è stata aggiornata la relativa ordinanza. Di conseguenza, il Governo ha licenziato quest’oggi il messaggio con la proposta di adesione e di partecipazione del Cantone all’attuazione delle misure a sostegno dei casi di rigore nell’ambito dell’articolo 12 della Legge federale sulle basi legali delle ordinanze del Consiglio federale volte a far fronte all’epidemia di COVID-19 (Legge COVID-19) e della relativa ordinanza (ordinanza COVID-19 sui casi di rigore).

Il Cantone Ticino intende dare seguito alle disposizioni federali, regolando e precisando a livello cantonale quanto necessario attraverso un Decreto legislativo urgente.

Nel messaggio del Governo viene anzitutto presentata la richiesta dei fondi cantonali necessari e l’anticipo di quelli federali. Considerando che il Consiglio di Stato intende sfruttare appieno la disponibilità prevista dalla Confederazione, il Cantone Ticino potrà complessivamente attivare, a sostegno dei casi di rigore, 75.6 milioni di franchi, di cui 51.08 milioni federali e 24.52 milioni cantonali. Sono inoltre previsti dei costi di gestione a carico del Cantone per un totale di 3,5 milioni di franchi.

Vengono inoltre illustrati i settori beneficiari delle misure, che rispetto a quanto indicato nella Legge federale sono stati affinati e adattati alle particolarità del Cantone Ticino: infatti, malgrado la Legge federale contempli già i principali settori colpiti, la delimitazione precisa dei settori da sostenere è delegata ai Cantoni. I settori beneficiari sono pertanto le imprese attive nei seguenti settori: eventi, baracconisti, manifestazioni e intrattenimento; palestre, centri sportivi, centri fitness e wellness; viaggi, trasporti terrestri non regolari; turismo degli affari; ristorazione e piccola e media distribuzione. In base a un’eventuale evoluzione dell’ordinanza federale e della situazione pandemica ed economica cantonale, il Consiglio di Stato potrà procedere all’aggiornamento dei settori beneficiari.

Si ricorda che un caso di rigore è dato quando la cifra d’affari annuale 2020 di un’azienda ha subito una perdita di almeno il 40% di cifra d’affari nel 2020 rispetto alla media degli anni precedenti.

Per quanto riguarda la forma dell’aiuto, il Cantone ha deciso di sfruttare sia i contributi a fondo perso che i mutui garantiti tramite fideiussione, lasciando scegliere alle aziende quella che meglio si addice al proprio modello d’affari. Ha altresì stabilito di sfruttare al massimo la forchetta prevista per le due forme di aiuto, prevedendo la concessione di un contributo a fondo perso pari al 10% e di una fideiussione nella misura del 25% della cifra d’affari media di un’impresa negli anni 2018 e 2019. Il tetto massimo dell’aiuto è fissato a 350'000 franchi per i contributi a fondo perso e a 1 milione di franchi per le fideiussioni. Gli aiuti sono da considerarsi quale partecipazione alla copertura dei costi fissi (tra cui rientrano, ad esempio, gli affitti).

L’applicazione dell’ordinanza federale richiede una rigorosa procedura a livello cantonale, così da prevenire potenziali abusi. Pertanto, la procedura prevede per prima cosa che l’azienda compili online un’autocertificazione del rispetto dei requisiti legislativi e che, se questi ultimi sono rispettati, sarà in seguito un’impresa di revisione con abilitazione ASR (autorità federale di sorveglianza dei revisori) a rilasciare un’attestazione. Il revisore effettuerà le verifiche stabilite dal Consiglio di Stato e ne certificherà la correttezza. In seguito la richiesta di sostegno potrà essere inoltrata ai servizi competenti. In caso di esito positivo della richiesta di aiuto, l’impresa beneficiaria può chiedere un rimborso per le spese sostenute per le prestazioni di revisione fino ad un massimo di 2'500 franchi.

Il Consiglio di Stato concretizzerà quanto previsto attraverso una procedura che permetterà di gestire con il necessario rigore e in tempi snelli il flusso di richieste, garantendo nel contempo la necessaria qualità nell’analisi delle richieste e assicurando il sostegno finanziario a tutte quelle aziende, attive nei settori maggiormente colpiti dalla pandemia, che hanno registrato una sensibile diminuzione della propria cifra d’affari.

Il decreto legislativo è proposto con la clausola dell’urgenza, così da poter entrare in vigore immediatamente, senza dover attendere che sia trascorso il termine referendario di 60 giorni dalla pubblicazione sul Foglio ufficiale. Prima di venir pubblicato sul Bollettino ufficiale delle leggi deve però essere approvato dal Gran Consiglio.

Maggiori informazioni e aggiornamenti saranno in futuro disponibili sulla pagina internet www.ti.ch/casidirigore. Ricordiamo che le richieste potranno essere inoltrate dopo l’avvio formale del programma di sostegno a livello cantonale.

e. In base a un’eventuale evoluzione dell’ordinanza federale e della situazione pandemica ed economica cantonale, il Consiglio di Stato potrà procedere all’aggiornamento dei settori beneficiari.

Si ricorda che un caso di rigore è dato quando la cifra d’affari annuale 2020 di un’azienda ha subito una perdita di almeno il 40% di cifra d’affari nel 2020 rispetto alla media degli anni precedenti.

Per quanto riguarda la forma dell’aiuto, il Cantone ha deciso di sfruttare sia i contributi a fondo perso che i mutui garantiti tramite fideiussione, lasciando scegliere alle aziende quella che meglio si addice al proprio modello d’affari. Ha altresì stabilito di sfruttare al massimo la forchetta prevista per le due forme di aiuto, prevedendo la concessione di un contributo a fondo perso pari al 10% e di una fideiussione nella misura del 25% della cifra d’affari media di un’impresa negli anni 2018 e 2019. Il tetto massimo dell’aiuto è fissato a 350'000 franchi per i contributi a fondo perso e a 1 milione di franchi per le fideiussioni. Gli aiuti sono da considerarsi quale partecipazione alla copertura dei costi fissi (tra cui rientrano, ad esempio, gli affitti).

L’applicazione dell’ordinanza federale richiede una rigorosa procedura a livello cantonale, così da prevenire potenziali abusi. Pertanto, la procedura prevede per prima cosa che l’azienda compili online un’autocertificazione del rispetto dei requisiti legislativi e che, se questi ultimi sono rispettati, sarà in seguito un’impresa di revisione con abilitazione ASR (autorità federale di sorveglianza dei revisori) a rilasciare un’attestazione. Il revisore effettuerà le verifiche stabilite dal Consiglio di Stato e ne certificherà la correttezza. In seguito la richiesta di sostegno potrà essere inoltrata ai servizi competenti. In caso di esito positivo della richiesta di aiuto, l’impresa beneficiaria può chiedere un rimborso per le spese sostenute per le prestazioni di revisione fino ad un massimo di 2'500 franchi.

Il Consiglio di Stato concretizzerà quanto previsto attraverso una procedura che permetterà di gestire con il necessario rigore e in tempi snelli il flusso di richieste, garantendo nel contempo la necessaria qualità nell’analisi delle richieste e assicurando il sostegno finanziario a tutte quelle aziende, attive nei settori maggiormente colpiti dalla pandemia, che hanno registrato una sensibile diminuzione della propria cifra d’affari.

Il 25.1.2021 il Gran Consiglio, dopo aver adeguato il decreto legislativo alla luce delle novità decise a metà gennaio dal Consiglio federale, ha approvato il messaggio. Il 27.1.2021 il Consiglio di Stato ha approvato il decreto esecutivo, così da permettere un avvio rapido del programma relativo ai casi di rigore. Da lunedì 1.2.2021 le aziende troveranno sul sito le indicazioni di
dettaglio e potranno preparare la documentazione per poi attivare la procedura di richiesta formale online da giovedì 4.2.2021.

Si prevede l’erogazione finanziaria dei primi aiuti nella seconda metà di febbraio.

 

Le percentuali (e soglie) di aiuto sono determinate per settore tenendo in particolare conto dei costi fissi del settore e della durate e dell’incidenza delle limitazioni. Prendendo a titolo d’esempio il settore dei negozi, chiusi per ordine dell’autorità per 40 giorni (poco più di un mese), con un contributo del 6% della cifra d’affari annua si coprono in media i costi fissi di 4 mesi. In aggiunta a questo aiuto possono continuare a far capo anche alle indennità di lavoro ridotto e indennità per perdita di guadagno Corona. La percentuale di aiuti è applicata sulla cifra d’affari annua: per esempio, i negozi avranno il 6% dei contributi a fondo perso e l'11% delle fidejussioni, i ristoranti e i bar il 10% e il 15%, le discoteche e le sale da ballo il 10% e il 15%, idem attività sportive e di benessere, le agenzie di viaggio, mentre organizzazione di convegni e fiere e servizi d'alloggio avranno il 13% e il 18% e i trasporti terresti non regolari il 20% e il 25%.

Si prevedono 6'000 richieste di aiuto. Ci sono già state persone che hanno cercato di approfittarne e quindi bisognerà comunque porre attenzione, ci sono state falsificazioni dei dati e il Governo ha resi attenti tutti su come dei controlli sono possibili. 

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