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17.06.2024 - 11:060
Aggiornamento: 20.06.2024 - 17:49
 

Un secolo di Centovallina, quanta storia su quei binari! Claudio Blotti: “Ora dobbiamo puntare sui ticinesi”

Il direttore delle FART: “Positivo il bilancio delle manifestazioni per celebrare il Centenario. Con l’arrivo dei nuovi treni vogliamo essere vicini al territorio e far crescere l’utenza locale”

LOCARNO - La Centovallina, storica ferrovia che collega la Svizzera all’Italia, festeggia i cent’anni di attività. Un traguardo importante, celebrato nel corso di tutto il 2024 con una serie di eventi e manifestazioni. Ma anche l’occasione per tracciare un bilancio delle attività pregresse e per guardare al futuro. Pensieri e riflessioni condivise con il direttore delle FART di Locarno, Claudio Blotti.

Questo è un anno importante per la storica ferrovia che collega la Svizzera all’Italia, la Centovallina, che festeggia i cento anni di attività. Per l’occasione avete organizzato una serie di manifestazioni: com’è andata questa prima parte di eventi quanto a partecipazione del pubblico, riscontri etc.?

Siamo partiti il 25 novembre 2023 con un incontro tra tutti i rappresentanti delle istituzioni ticinesi e cittadine presso il Palacinema di Locarno, alla presenza di circa 240 invitati. Abbiamo quindi inaugurato uno stand presso il Museo dei Trasporti, dove è stato possibile ripercorrere virtualmente la tratta Locarno – Domodossola. Nel mese di marzo, inoltre, è stato inaugurato il tratto ferroviario Intragna – Locarno presso la Swissminiatur di Melide; un’installazione riuscita davvero bene e molto ben inserita all’interno del Parco. Infine, in collaborazione con la RSI abbiamo organizzato una caccia al tesoro, alla quale hanno preso parte circa 800 persone. Possiamo dunque dire che il bilancio intermedio dei primi cinque mesi di celebrazioni è sicuramente positivo.

Per il prosieguo, ci sono altri eventi che stiamo preparando; ad esempio, riproporremo la giornata di porte aperte a Locarno il prossimo 21 settembre, con data di riserva in caso di maltempo il sabato successivo. Inoltre, appuntamento gastronomico con il “Treno del Gusto”, tra Locarno e Camedo, con alcune tappe lungo il tragitto durante le quali gustare le diverse specialità delle Centovalli.

Il maltempo non ha aiutato nello svolgimento degli eventi all’aperto. Che bilancio stagionale può tracciare, e cosa vi aspettate per la seconda metà dell’anno?

Per quanto riguarda la ferrovia, siamo partiti molto bene nei primi tre mesi del 2024, poi tra aprile e maggio il meteo è stato meno favorevole e l’utenza è diminuita del 3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A ogni modo, rispetto all’anno scorso ci sono stati più transiti. Chi è mancato sono gli escursionisti svizzero tedeschi, che solitamente utilizzano la ferrovia durane le escursioni; quest’anno a causa del maltempo diffuso hanno effettuato meno passeggiate in montagna.

Nel settore delle autolinee, invece, riscontriamo una maggior utenza rispetto al 2023, sia in ambito regionale che urbano. Desumiamo dunque che gli utenti - recepita l’efficienza e il potenziamento della rete di trasporto pubblico - abbiano preferito maggiormente i mezzi pubblici negli spostamenti tra le regioni del Cantone.

Che valore ha storicamente la ferrovia Centovallina? A breve arriveranno anche i nuovi treni; potrebbe per questo diventare ancor più un’ attrazione turistica?

La tratta Locarno-Domodossola è quasi più conosciuta nel resto della Svizzera e all’estero che a livello locale: molti ticinesi non hanno mai fatto questo viaggio e sono stati loro stessi a farcelo sapere dopo averla scoperta in occasione dei festeggiamenti per i 100 anni. Il nostro pubblico proviene prevalentemente dalla Svizzera interna e dall’Italia.  A livello di autolinee i due terzi degli utenti sono pendolari e un terzo turisti; per la ferrovia il rapporto si inverte, abbiamo un 25% di pendolarismo e il 75% di turismo.

È risaputo che la linea è spesso soggetta a frane. Si sta lavorando sui due fronti, italiano e svizzero, per risolvere queste criticità?

Si lavora sempre da ambo i versanti, ma gli strumenti di finanziamento e mantenimento dell’infrastruttura sono differenti nei due Paesi: a livello svizzero abbiamo la possibilità di lavorare sul medio-lungo periodo, ogni 4 anni stipuliamo una convenzione con l’Ufficio federale dei trasporti che prevede il mantenimento e la messa in sicurezza dell’infrastruttura ferroviaria. In Italia questo non avviene con regolarità, la pianificazione è fatta quasi dall’oggi al domani. Va detto anche che in Italia il tratto più critico, non solo a livello ferroviario ma anche stradale, è quello tra Ribellasca a Re, che misura circa 3-4 km.

In autunno, dunque, arriveranno i nuovi treni…

Il piano di acquisto prevede in tutto otto nuovi treni, di cui quattro a favore del servizio regionale Locarno-Camedo, entro la fine del 2024, e quattro per il servizio internazionale Locarno-Domodossola, entro metà 2025. Il primo convoglio sarà consegnato nella prima settimana di settembre, mentre il secondo sarà esposto alla fiera ferroviaria di Berlino prima di arrivare da noi. L’iniziativa non è nostra ma della ditta fornitrice, ma apprezziamo comunque questa fortuna.

Quali novità ci saranno con i nuovi treni? La tecnologia cambierà?

La tecnologia è la medesima, i convogli regionali sono di tre vagoni al massimo, quindi più corti, mentre quelli internazionali di quattro. La novità non sta nella tecnologia ma nella presenza di posti per le biciclette, che attualmente mancano. L’intento è di rendere questo mezzo di spostamento attrattivo anche per i ciclisti.

Terminati i festeggiamenti per il Centenario intendete riproporre alcuni eventi che hanno suscitato particolare interesse tra il pubblico, così da mantenere viva l’attenzione sulla Centovallina?

Assolutamente sì. In base al riscontro del pubblico alcuni eventi e attività verranno riproposti anche in seguito, magari con piccole modifiche e ulteriori miglioramenti. La nostra intenzione è comunque quella di essere presenti con la comunicazione, farci conoscere e fare in modo soprattutto che la nostra ferrovia sia vicina al territorio, perché abbiamo sicuramente del potenziale per far crescere l’utenza ticinese.

Sui bus invece ci sarà una svolta elettrica? C’è però il problema del nodo terminale della stazione, non ancora risolto…

Sì, è vero. Questo è un tema cruciale che però non sappiamo quando verrà risolto. Il Dipartimento ha già licenziato il messaggio, che ora è al vaglio della Commissione della gestione. Per noi è importante avere un nodo che favorisca la sicurezza stradale, che è un punto critico, specie per quanto riguarda attualmente le manovre dei bus, e rendere attrattivo il trasporto pubblico, tenuto conto che sono tantissime le persone che partono e arrivano a Locarno in treno, quindi è necessario favorire la mobilità pedonale.

Quanto ai bus elettrici, entro metà 2026 ne avremo cinque in servizio sulla Linea1 Losone- Ascona-Locarno-Tenero-Gordola, non appena sarà pronta la nuova officina a Riazzino. Lì ci sarà anche il deposito adibito a stazione di ricarica notturna. Abbiamo infatti studiato una mobilità elettrica che faccia sì che i mezzi non abbiano bisogno di ricaricarsi durante le ore di servizio, ma che basti il pieno di energia durante la notte. Il nuovo deposito sarà attrezzato anche per questo.

  

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