CRONACA
L'islamico radicalizzato che la Lega dei musulmani in Ticino non espelle. Gasmi: " È un ragazzo per bene: resta al suo posto". E Norman Gobbi attacca duro: "Se vogliono fiducia da parte loro serve più trasparenza"
Secondo la Procura federale il soggetto è passato da una visione moderata a radicale dell'Islam. Soggetto che fa parte della Lega dei musulmani in Ticino (e in base al Registro di commercio dispone di potere di firma all’interno dell’associazione). Ma il presidente non vuole allontanarlo
Nella foto Slaheddine Gasmi, Presidente Lega Musulmani in Ticino. © Ti-Press / Sara Solcà
LUGANO - Non un terrorista e neppure un indagato. Ma una persona che, dopo essere entrata in contatto con il reclutatole recentemente condannato per violazione della legge federale che vieta i gruppi Al Qaeda e Stato islamico, è passato dall’avere una visione dell’Islam da moderata a radicale. Questo secondo le carte della magistratura federale.

 

La persona in questione, come scrive il Corriere del Ticino che stamane approfondisce il caso, fa parte della Lega dei musulmani in Ticino (e in base al Registro di commercio dispone di potere di firma all’interno dell’associazione).

 

Il CdT ha chiesto una reazione al presidente della Lega dei musulmani Slaheddine Gasmi . "Io – ha risposto Gasmi al quotidiano – non posso dire nulla al riguardo. Non posso entrare nella mente degli esseri umani. È un ragazzo per bene. Non ha mai mostrato nulla di strano e ha sempre avuto un comportamento corretto in moschea e dunque rimane al suo posto. Non posso neppure entrare nella testa del procuratore federale e non so da cosa ha maturato questa convinzione (quella che la persone in questione abbia abbracciato una visione dell’Islam radicale, ndr). Dunque per adesso questa persona resta nell’associazione. Poi, se salterà fuori qualche problema, prenderemo provvedimenti”.

 

Intanto sulla Regione anche il ministro Norman Gobbi parla della vicenda processuale e sferra un attacco alla Lega dei musulmani. “Sarei contento - ha spiegato Gobbi rispondendo a una domanda a proposito della collaborazione tra autorità e musulmani - di ricevere una segnalazione da chi è attivo nelle moschee. Quando però a febbraio ha avuto luogo il blitz che ha portato all’arresto dell’indottrinatore, la Lega dei musulmani ha negato di aver subito controlli. Dagli atti del processo è invece emerso che la sede è stata perquisita. Se vogliono ottenere la fiducia che richiedono, è necessario che adottino un approccio più trasparente. Su questo punto sono abbastanza duro. Anzi, non abbastanza duro: sono duro. Punto”.

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