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Cronaca
28.10.2017 - 18:250
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Taxista luganese insultato a Linate, il presidente degli autonoleggiatori italiani ci scrive: "Gli svizzeri che parlano di concorrenza sono peggio del bue che dà del cornuto all'asino. La invocano fuori dopo aver chiuso a doppia mandata il proprio Paese d

Francesco Artusa: "Capisco che in una situazione ormai conclamata di padronanza a casa d'altri, di abusivismo diffuso e di violazioni perpetue delle regole, possa stridere un gruppo di tassisti esasperati che decide di farsi giustizia da solo in assenza delle istituzioni"

di Francesco Artusa *

Gli svizzeri che parlano di concorrenza sono peggio del bue che dà del cornuto all'asino.

Egregio Direttor Bazzi,

le confesso che il suo articolo mi ha strappato diversi sorrisi. Lei si fa carico di tutti gli stereotipi degli svizzeri e non so se ne renda conto. Il primo tra tutti è quello che vi vuole "svizzeri o italiani" a seconda di dove vi trovate. Per cui quando ci lamentiamo del vostro "eccesso di zelo" ci rispondete che "mica siamo in Italia" mentre quando siete voi ad essere colti in fallo allora diventa "che male faceva quel tassista" fuori dalla sua posizione?

Che male faremmo noi a fare la preferenziale di Lugano o Ginevra che con le nostre autorizzazioni (NCC, noleggio con conducente) o licenze (Taxi) NON Possiamo percorrere? O che male faremmo se occupassimo gli stalli riservati ai taxi negli aeroporti elvetici? Nessun male, non di meno ci aspetterebbero salatissime multe che Lei difenderebbe a spada tratta.

Non voglio commentare l'episodio che ognuno può giudicare più o meno severamente, personalmente sono rammaricato del fatto che il tassista elvetico NON sia stato sanzionato come sarebbe stato giusto nel nome della reciprocità e come non avviene mai a causa delle note falle italiane in tema di repressione. Le voglio invece raccontare la situazione legislativa in essere nei due paesi, casomai le tornasse la voglia di parlare di "concorrenza" (scusi ma rido ancora).

La legge svizzera prevede il DIVIETO da parte degli operatori professionali del trasporto persone di svolgere servizi interamente nel territorio svizzero. E per le tratte transfrontaliere prevede un tetto di 90 passaggi all'anno. Le spiego. Se un MIO cliente volesse utilizzarmi per fare Milano/Lugano può farlo per un massimo di 90 giorni l'anno, se fosse che necessita per più tempo dovrebbe PER FORZA rivolgersi ad un tassista svizzero (la concorrenza....).

Invece se lo stesso cliente volesse ingaggiarmi da Chiasso a Ginevra (o ingaggiare un mio collega di Como) NON potrebbe farlo ma dovrebbe rivolgersi PER FORZA ad un tassista elvetico (la concorrenza....). A proposito di concorrenza le segnalo che sono stati multati anche dei colleghi a disposizione. Cioè trasportavano un cliente che, ad esempio, doveva fare Milano/Chiasso, sosta, indi Lugano, attesa e rientro a Milano.

La solerte polizia cantonale ha in alcuni casi considerato la ripartenza dopo la prima sosta come un SECONDO SERVIZIO e dunque ha sanzionato l'operatore italiano. A proposito di concorrenza le segnalo che nessuna di queste misure clamorosamente protezionistiche (che tra l'altro CONDIVIDO) è applicata in Italia in violazione del principio di reciprocità solitamente applicato tra Stati. Noi ci proviamo da anni ad ottenere una legge simile alla vostra ma solo nei vostri confronti.

Chissà che questo episodio o quello in cui l'ufficiale elvetico mise mano alla pistola durante il fermo di un tassista milanese (regolarmente in servizio) al ritmo di "non penserai mica di essere in Italia?" ci aiutino nel raggiungimento dell'agognato obiettivo.
Perché tornando a monte dello stereotipo è strano invocare la concorrenza fuori dalla Svizzera dopo aver chiuso a doppia mandata il proprio Paese dalla concorrenza degli altri.

Infine le segnalo che non c'è NESSUNA ZONA GRIGIA chiamata NCC. Anche qui, detto da uno svizzero che ha taxi ed ncc a seconda che il conducente metta il pappagallo (insegna luminosa taxi) sul tetto o nel baule non si può sentire. In Italia i due servizi sono distinti e ben identificabili lasciando al cliente facoltà di decidere quale servizio preferisce.

Addirittura il cittadino italiano è perfino libero di scegliere il tassista elvetico tant'è che tutti i giorni è pieno di taxi svizzeri nelle preferenziali, negli stalli riservati agli italiani, negli aeroporti italiani con destinazioni italiane. In pratica agli operatori svizzeri in Italia non solo è concesso di fare ciò che è vietato agli italiani in Svizzera, ma è anche concesso di violare il codice della strada puntando sulla sostanziale inefficienza delle notifiche a distanza e dunque sulla impunità tanto da esibire targhette NCC in fianco a targhe svizzere che è semplicemente un NON senso dato che in Svizzera non esiste.

Capisco che in una situazione ormai conclamata di padronanza a casa d'altri, di abusivismo diffuso e di violazioni perpetue delle regole, possa stridere un gruppo di tassisti esasperati che decide di farsi giustizia da solo in assenza delle istituzioni.

Che ci vuol fare, se non lo fa la Politica italiana abituata a promettere e chiacchierare e nulla più, può succedere che i cittadini si mettano in proprio. Si auguri che per il futuro questo rimanga un episodio isolato e cerchi nella presente le possibili attenuanti di questo gesto plateale. Ma per favore, chiunque ci contesti con argomentazioni sulla concorrenza tranne gli svizzeri.

Cordialità

* presidente onorario FAI, Federazione autonoleggiatori italiani

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