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13.01.2018 - 09:010
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

“Anche in casa socialista esiste il celodurismo”. Il municipale di Chiasso Davide Dosi firma un articolo di fuoco sulle recenti polemiche in casa PS: "No al fondamentalismo di sinistra"

Il socialista chiassese: "Accordarsi con le altre forze politiche non ha nulla a che fare con inciuci. È inaccettabile si instauri una gara fra socialisti per valutarne virtuosità e valore, e che l’intolleranza si faccia largo in un partito che si vuole paladino della tolleranza"

CHIASSO - “Anche in casa socialista esiste il celodurismo”. L’affermazione, forte e colorita, è di Davide Dosi, municipale di Chiasso per il PS. In un articolo pubblicato stamane sul Corriere del Ticino, intitolato “Il fondamentalismo di sinistra”, Dosi ripercorre gli ultimi mesi di passione vissuti in casa socialista, con lo scontro interno tra il gruppo parlamentare e il Consigliere di Stato da una parte e la direzione, i giovani e la base del partito dall’altra.

 

Una discussione interna innescata dalla riforma “fiscosociale”, appoggiata dai socialisti istituzionali, e combattuta dagli altri. Alla fine, come è noto, l’hanno spuntata i secondi e il PS è oggi in prima linea nel referendum che mira a far saltare la parte del pacchetto che contiene gli sgravi fiscali.

 

Ma Dosi nel suo scritto non entra nel merito. Si concentra piuttosto sul clima della discussione. Utilizzando, come detto, un termine, “celudurismo”, che viene dal vocabolario della politica italiana. Fu coniato a seguito della celebre affermazione di Umberto Bossi: “Noi della Lega ce l’abbiamo duro”.


“Anche in casa socialista - scrive il municipale sul CdT - esiste il celodurismo. Al di là dei toni concilianti usati da alcuni nel post conferenza cantonale di Camorino, durante quella giornata è emersa la volontà di delegittimare coloro che hanno un pensiero maggiormente improntato al pragmatismo. Le differenze di vedute e di sensibilità sono state valutate come attacchi alla purezza delle idee socialiste, detenuta da qualche demiurgo locale. In realtà credo che gli ideali siano assolutamente fondamentali per guidare l’azione politica di ognuno di noi, ma che poi si debba trovare anche il modo di accettare compromessi per portare a casa qualcosa di importante, nello specifico a favore della politica familiare”.

 

“Accordarsi con le altre forze politiche - osserva ancora Dosi - non ha nulla a che fare con inciuci, ma rientra nelle dinamiche della democrazia consociativa. (....) Chiudere la porta significa invece troncare qualsiasi discussione e continuare a «raccontarsela su». Dal mio punto di vista è inaccettabile che attorno a questo discorso si instauri una gara fra socialisti per valutarne virtuosità e valore, e che l’intolleranza si faccia largo in un partito che si vuole paladino della tolleranza. È davvero triste che non si sappia discutere in maniera costruttiva e matura”.

 

“Essere partito di governo - conclude Dosi - significa partecipare attivamente al gioco democratico, che non consiste unicamente nell’accettare o meno una proposta. Vuol dire valutarla, emendarla, migliorarla e alla fine, se contiene elementi positivi, saperla accettare, perché la popolazione si aspetta che il PS porti a casa anche qualche misura che ne migliori concretamente la vita di tutti i giorni. È questa una delle grandi sfide della sinistra e del PS nei prossimi anni: continuare a discutere all’infinito fra di noi sui massimi sistemi e sui grandi quesiti ideologici, oppure trovare il modo di migliorare, seppur lentamente, la vita dei nostri concittadini. Tenendo ben presente che i deboli e i bisognosi sono probabilmente stufi delle belle parole”.

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