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Coronavirus
30.03.2020 - 14:020
Aggiornamento: 14:32

L'appello di Cassis: "Pazienza, responsabilità, solidarietà. Unus pro omnibus, omnes pro uno. Ma non tutto tornerà come prima. Con Koch? Nessuno screzio"

Christian Vitta: "dobbiamo continuare ad agire con fiducia e perseveranza. Questa esperienza lascerà un segno profondo in ognuno di noi e ci sta facendo vivere la solidarietà e il senso di comunità"

BELLINZONA - È in corso a Bellinzona una conferenza stampa alla quale partecipano il presidente del Governo, Christian Vitta, e il ministro degli esteri Ignazio Cassis. "L'incontro odierno con il consigliere federale Cassis ha confermato la possibilità per il Ticino di proporre misure più restrittive rispetto a quelle del Consiglio federale per far fronte all'emergenza coronavirus. Questa decisione è stata possibile grazie all'incontro che abbiamo avuto con diversi consiglieri federali e rappresenta un'applicazione concreta dello spirito federale".

Dopo aver osservato un minuto di silenzio in onore delle vittime del virus e dei loro famigliari, Vitta ha detto che "dobbiamo continuare ad agire con fiducia e perseveranza. Questa esperienza lascerà un segno profondo in ognuno di noi e ci sta facendo vivere la solidarietà e il senso di comunità. Riprenderemo a vivere con un altro sguardo, distinguendo l'essenziale dal superfluo e apprezzando ancora di più ogni momento della nostra vita".

Ha poi preso la parola Cassis dicendo che "mai come nelle situazioni di crisi è importante riaffermare l'unità che lega le culture di questo Paese. Il Ticino si mostra unito e ne sono fiero anch'io, la Svizzera anche e ne sono fiero". Il consigliere federale ha espresso un pensiero per chi sta soffrendo, a chi ha vissuto un lutto, agli anziani che non possono vedere i loro cari.

"Sono colpito dal grande senso di responsabilità della popolazione - ha aggiunto -. Berna è vicina al Ticino e non lo ha mai dimenticato. Da settimane il Ticino è all'ordine del giorno delle sedute del Consiglio federale. Intervengo regolarmente presso i miei colleghi per spiegare la situazione del Cantone. Non abbiamo mai sottovalutato la situazione ma abbiamo preferito agire per gradi".

Cassis ha poi spiegato il lavoro del Dipartimento degli affari esteri che dirige: "Oggi ho voluto portare in modo simbolico due respiratori nuovi in Ticino. Altri trenta respiratori sono a disposizione, e anche maschere respiratorie. Molti paesi hanno chiuso i confini e il passaggio delle merci non è sempre garantito. Per esempio una grossa spedizione di mascherine dalla Cina erano bloccate in Lussemburgo e siamo riusciti a far giungere quel carico. Non dobbiamo correre il rischio che altri stati dell'Unione europea blocchino merci importanti. Abbiamo anche ottenuto la garanzia che il personale sanitario frontaliero possa continuare a lavorare nelle nostre strutture. Ma non possiamo escludere che questo avvenga, a dipendenza di come evolverà l'epidemia. Abbiamo inoltre rimpatriato oggi circa 1'400 persone grazie a voli speciali. Stimiamo che ci siano ancora circa 8'000 cittadini svizzeri che si trovano in altre nazioni per turismo. E abbiamo anche 800'000 svizzeri che vivono all'estero e che in questo momento cercano un contatto con noi".

Il termine della situazione straordinaria decretata dal Consiglio federale, ha  è stata fissata per il 19 aprile. Non sappiamo come sarà la situazione quel giorno, ma quello che chiedo a tutti è fiducia nelle autorità federali. Dobbiamo avere pazienza, essere responsabili e solidali. Ma dopo, quando questa emergenza sarà finita, non sarà tutto come prima. Tutti vogliamo ricominciare, ritrovare il nostro lavoro e i nostri affetti, ma ci vuole pazienza. Dobbiamo sforzarci di essere razionali nelle decisioni e nelle misure. Dobbiamo agire velocemente ma muovendoci nell'incertezza. L'obiettivo è sconfiggere al meglio la crisi epidemica con i minori danni possibili sul fronte economico".

E ha concluso ricordando il motto svizzero: "Unus pro omnibus, omnes pro uno... Uno per tutti, tutti per uno".

Alla domanda "come mai lei si presenta per la prima volta in Ticino a un mese dall'inizio della crisi?", Cassis ha risposto in modo istituzionale: "La leadership di questa crisi compete al ministro degli interni Alain Berset, che ha coordinato l'informazione. Poi avete visto apparire i ministri dell'economia e delle finanze, Parmelin e Maurer, e altri colleghi quando si è trattato il loro ambito di competenza. Oltre ad essere uno dei sette consiglieri federali, tutti impegnati sul fronte della crisi, il mio ambito di competenza è stato rivolto fino ad oggi soprattutto all'estero: stiamo lavorando sulle attività che ho illustrato e sono attività che interessano meno l'opinione pubblica".

Cassis ha inoltre assicurato di non aver avuto screzi con il dottor Daniel Koch, responsabile dell'Ufficio federale della salute pubblica: "Andiamo molto d'accordo e lo stimo per il suo lavoro".

Alla domanda sui confederati che potrebbero venire in Ticino per le vacanze pasquali, Cassis ha risposto: "L'appello è sempre uguale: attenetevi alle misure sanitarie previste, che sono l'unico strumento che abbiamo oggi per far fronte all'epidemia. Ma non possiamo impedire che le persone si spostino da un punto all'altro del Paese, se lo fanno in sicurezza".

Sempre nella parte dedicata alle domande, Vitta ha spiegato che sono state poche decine le aziende che hanno chiesto di tornare ad operare oggi, e comunque a regime ridotto. "I passaggi alla frontiera non hanno registrato rilevanti cambiamenti". Ha inoltre detto che oltre 10'000 sono state le richieste di lavoro ridotto inoltrate dalle aziende e che BancaStato ha già erogato crediti per oltre 50 milioni di franchi e nei prossimi giorni si arriverà 100 milioni.

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