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Coronavirus
25.01.2022 - 11:500

L'economia si ribella: "Abbiamo giocato a fare i bravi soldatini. Ma ora basta restrizioni"

Un gruppo di organizzazioni economiche chiede al Governo di revocare immediatamente i provvedimenti

BERNA – Basta misure restrittive. Un gruppo di organizzazioni economiche, sostenute da esponenti dei partiti di centro destra (Alleanza del Centro, PLR e UDC) chiede al Consiglio federale di revocare immediatamente i provvedimenti messi in atto per arginare la diffusione del coronavirus. Si tratta di misure che non sono più ragionevoli, né dal profilo economico né da quello sociale.

Le misure restrittive non sono più adeguate per contenere l’evoluzione epidemiologica o la situazione negli ospedali, hanno sostenuto oggi in una conferenza stampa i membri dell’associazione che riunisce i centri fitness e salute, GastroSuisse, l’associazione nazionale dell’industria delle comunicazioni in diretta (EXPO EVENT Swiss LiveCom) e l’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM). 

Quarantene e isolamenti, così come anche l’obbligo dell’home office, vanno revocati, ha affermato il direttore dell’USAM Hans-Ulrich Bigler. È ora, a suo avviso, che il Consiglio federale prenda la situazione in mano e si sbarazzi della Task Force Covid-19. L’emorragia di fatturato per certi settori, come quello dei centri fitness, ma anche della gastronomia, è importante, ha aggiunto. 

Secondo i rappresentanti del gruppo economico, l’obbligo del certificato Covid è oggi del tutto sproporzionato e non fa che dividere la popolazione. Molti settori dell’economia e la popolazione stanno soffrendo le pene dell’inferno a causa delle restrizioni e il certificato non proteggere dalle infezioni.

Nonostante la diffusione della variante Omicron, il sistema sanitario non è sovraccarico, ha spiegato la consigliera nazionale del PLR Daniela Schneeberger: il numero di pazienti in terapia intensiva è calato e continuerà a diminuire e non ci sono praticamente pazienti che devono essere trattati per la variante Omicron.

Anche la Svizzera, come la Gran Bretagna, dovrebbe decidere un Freedom Day, che segni la fine delle misure, ha detto Casimir Platzer, presidente di GastroSuisse, secondo cui il Consiglio federale deve finalmente ottemperare ai propri doveri economici, indennizzando i settori colpiti dalla pandemia e dalle restrizioni. Gastronomia e ristorazione registrano cali di fatturato che vanno dal 50 al 70%, per non parlare dei 30 mila collaboratori persi e delle ripercussioni negative su tutta la filiera a valle a monte del settore, ha affermato Platzer.

Per 23 mesi, ha concluso, “ci siamo comportati come bravi soldatini, giocando anche a fare i poliziotti, applicando le misure restrittive affinché nei nostri locali venisse limitata la diffusione del virus. Ma adesso basta con queste misure sproporzionate che creano allarmismo e rendono insicura la popolazione: la gente ha bisogno di ritornare a vivere”.

Il 19 gennaio, il Consiglio federale aveva deciso una proroga dei provvedimenti restrittivi: le regole per quarantene e home working valgono fino a fine febbraio, mentre le altre misure fino a fine marzo (2G e 2G+ per determinate attività al chiuso, obbligo della mascherina, regola del 3G per manifestazioni all’aperto e restrizioni per le riunioni private). Ma a inizio febbraio, il Consiglio federale intende valutare possibili allentamenti.

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