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17.02.2022 - 18:110

La maggioranza degli svizzeri approva il Freedom Day. Cala la fiducia nel Governo, ma Cassis recupera punti

Ecco cosa pensa la popolazione secondo il sondaggio pubblicato oggi dalla SSR

BERNA - Stando a un sondaggio condotto da Ssr, la maggioranza degli svizzeri giudica positiva l’abolizione delle restrizioni anti-Covid annunciate ieri dal Consiglio federale: solo poco più di uno su quattro - il 28% - ritiene che il governo sia stato troppo precipitoso. La popolazione appare invece più spaccata sulla questione mascherine.

 

Il sondaggio della Ssr, commissionato all'istituto Sotomo, è stato pubblicato oggi ed è la decima inchiesta di questo tipo realizzata per tastare il polso ai cittadini sulla gestione e sulle conseguenze dellqa pandemia. Effettuato tra il 4 e il 13 febbraio, quindi prima dell’abolizione ufficiale delle misure introdotte per arginare il Coronavirus ma quando ormai le intenzioni del governo erano note, il sondaggio evidenzia come sia solo una minoranza a essere poco convinta dal cosiddetto “Freedom Day”. Anzi, il 39% avrebbe addirittura preferito aperture ancora più rapide. Più controverso, per contro, l'obbligo di indossare la mascherina, mantenuto solo sui trasporti pubblici e nelle strutture sanitarie. Il 53% si è infatti espresso per l'eliminazione generale di questa imposizione nelle prossime settimane, ma allo stesso tempo la maggioranza sarebbe favorevole a conservarla nei negozi (55%) e sui mezzi pubblici (61%).

 

Dalla ricerca, condotta online coinvolgendo 33'673 persone di tutti i cantoni, emerge che la popolazione non è mai stata così fiduciosa sull’esito della pandemia dall’inizio della crisi. Il 50% si dice piuttosto o molto ottimista, mentre a mantenere un certo grado di pessimismo è il 16% del campione intervistato. Il 51% degli intervistati si aspetta però che le misure restrittive torneranno il prossimo inverno.

 

Riguardo ai singoli provvedimenti, solo l’abolizione dei tamponi ai sintomatici (54%) e dell'isolamento dei positivi (58%) viene criticata dalla maggioranza. Per quel che concerne il Covid pass, il 64% degli interrogati sostiene invece la decisione di abolirlo in modo generalizzato. Si assottiglia infine, rispetto allo scorso autunno, il campo dei fautori della vaccinazione obbligatoria: il 41% pensa che bisognerebbe introdurla nel settore sanitario e delle cure, mentre il 33% rimane favorevole a un obbligo generale.

 

Cala anche la fiducia nel Consiglio federale: nonostante gran parte degli svizzeri giudichi positivo l'operato di Berna durante la pandemia rispetto a quello degli altri governi europei, la percentuale di persone che hanno molta o moltissima fiducia nella politica del governo è crollata dal 53 al 45%. Più di uno su due vorrebbe inoltre vedere ridotto il potere decisionale dell'esecutivo. Chi invece ha approfittato della maggior visibilità regalata dal suo nuovo ruolo di presidente della Confederazione è Ignazio Cassis che, come Guy Parmelin prima di lui, vede il suo gradimento in crescita. Il ticinese resta sì in settima e ultima posizione, ma ha notevolmente ridotto il gap con i colleghi. Le note migliori rimangono quelle assegnate al ministro della sanità Alain Berset.

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