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20.11.2012 - 09:460
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:40

Sogevalor: sul processo l'ombra del "Grande assente"

Colpo di scena in apertura di dibattimento. Gli avvocati chiedono la sospensione. No della Corte.

LUGANO – Colpo di scena questa mattina a Lugano in apertura del processo per il crack della Sogevalor. I legali dei quattro imputati hanno chiesto la sospensione del dibattimento, vista l’assenza del principale imputato Pier Paolo Matteuzzi, l’ex numero uno della finanziaria. Impossibile accertare la verità, secondo gli avvocati, in assenza di quello che la procuratrice pubblica Fiorenza Bergomi ha definito “Il Grande assente”. 

Matteuzzi è latitante in Italia ma, ha precisato Bergomi, non è registrato in nessun comune: è quindi impossibile avviare una rogatoria. Contro Matteuzzi l’ex procuratrice generale aggiunta Maria Galliani, ricordiamo, spiccò un mandato di cattura internazionale. Un mandato che ha però evidenziato un limite: non può essere infatti eseguito in Italia, essendo Matteuzzi cittadino italiano. Poiché il mandato di cattura internazionale prevede che non si possa essere arrestati nel proprio paese. Quindi finché l’ex numero uno di Sogevalor resta in Italia non può essere fermato, a meno che una procura italiana non assuma un procedimento ma per far questo, come si diceva poc’anzi, bisogna conoscere il domicilio dell’accusato. Su sollecitazione di uno dei legali, Luigi Mattei, la procuratrice Bergomi ha spiccato nei mesi scorsi anche un ordine di ricerca. La polizia giudiziaria, tramite il Centro internazionale di cooperazione, si è attivata, ma di Matteuzzi non sono state trovate tracce.

Il giudice Claudio Zali ha sospeso per una decina di minuti il processo per deliberare. La Corte ha deciso di respingere la richiesta dei difensori. “Noi processiamo quelli che ci vengono rinviati a giudizio. Da nessun autorità superiore mi è venuto l’ordine di sospendere il processo e non capisco perché la difesa si giochi ora questa carta. Mi rendo conto che il procedimento è monco e a mio avviso Matteuzzi avrebbe già dovuto essere rinviato a giudizio: c’erano i modi per farlo. Ora la Corte si assume le sue responsabilità, perché è ampiamente ora, dopo tanti anni, che su questa vicenda vi sia il primo giudizio. Un primo punto fermo”. 

emmebi

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