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20.11.2012 - 13:460
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:40

Zali: "La Commissione delle banche ha sbagliato"

Al processo il giudice punta l'indice contro l'autorità di vigilanza che autorizzò la Sogevalor a operare come banca e la società di revisione che ne certificò la solidità finanziaria

LUGANO – Per l’avvocato Paolo Bernasconi, legale di parte civile della Sogevalor, la frase forte di questa prima giornata processuale è quella pronunciata poco prima di mezzogiorno dal presidente della Corte, il giudice Claudio Zali: “La Commissione federale delle banche ha sbagliato: non doveva dare alla finanziaria di via Nassa 31 l’autorizzazione a operare come mercante di valori immobiliari”. Come una sorta di banca, insomma.

L’autorità di vigilanza si fidò però, sul finire degli anni Novanta, della società di revisione, la Ernst & Young, che certificò la solidità finanziaria della Sogevalor. Ma in quegli anni la finanziaria era già sovra-indebitata e al Ministero pubblico vi era già un dossier penale aperto. Una fiera degli errori, insomma, che portò la Sogevalor sul baratro e provocò il crack da 131 milioni di franchi (68 quelli che entrano in considerazione al processo apertosi oggi, andati in fumo tra il 1999 e il 2004).

Tanto che la Sogevalor in qualità di parte civile ha promosso una causa contro la Ernst & Young, alla quale chiede un risarcimento di una decina di milioni di franchi. A livello di prevenzione del crimine finanziario – secondo Paolo Bernasconi – hanno fallito sia la Commissione federale delle banche sia la società di revisione.

Da parte sua, nella prima fase istruttoria del processo, il giudice Zali ha detto che dei 71 cubi di faldoni che compongono la documentazione penale, uno è centrale: quello relativo al procedimento aperto dal Ministero pubblico nel lontano 1997, ma sfociato in un nulla di fatto. Fino al blitz che nel 2004 mise definitivamente i sigilli sulla Sogevalor. Ma a quel punto erano svaniti nel nulla 131 milioni, appartenenti a un centinaio di clienti, soprattutto italiani.

Di quell’ingente capitale bruciato in titoli spazzatura americani sono rimaste soltanto le briciole. E all’appello manca anche il principale responsabile, quel Pier Paolo Matteuzzi che dal 2004 è latitante e che Zali ha definito “il grande assente”.

Se lui fosse qui, ha detto suo fratello Gianfranco, non ci sarei io di fronte a questa corte. Con Gianfranco Matteuzzi, in aula, ci sono gli avvocati Giorgio Bernardoni e Otto Meier, ex presidente della Sogevalor, e Rudolf Oechslin. Le accuse formulate nei confronti dei quattro dalla procuratrice pubblica Fiorenza Bergomi vanno dalla truffa all’amministrazione infedele, dalla cattiva gestione all’appropriazione indebita.

Nelle foto gli avvocati della difesa e di alcune parti civili: Paolo Bernasconi, Luigi Mattei, Michele Rusca, Giovanni Molo. Massimo Bionda, John Dell’Oro.

emmebi

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