CRONACA
È morto Prospero Gallinari: sequestrò Aldo Moro
L'ex brigatista è stato trovato morto questa mattina nel garage della sua abitazione a Reggio Emilia

REGGIO EMILIA - L'ex brigatista rosso Prospero Gallinari è stato trovato morto questa mattina nel garage della sua abitazione a Reggio Emilia, probabilmente stroncato da un malore improvviso. Aveva 62 anni.

Gallinari fa parte degli irriducibili del terrorismo fino al 23 ottobre 1988, quando, senza pentimenti o dissociazioni, firma con altri detenuti un documento che riconosce che "la lotta armata contro lo Stato è finita". La sua storia politica è strettamente legata alla vicenda Moro, in cui ha svolto un ruolo di primo piano, anche come uno dei carcerieri dello statista, con Anna Laura Braghetti, Mario Moretti e il "quarto uomo", che sembra essere Germano Maccari.

Nato il primo gennaio 1951 a Reggio Emilia, da famiglia contadina, dopo un'esperienza iniziale nell'organizzazione giovanile comunista, Gallinari fa parte del "gruppo dell'appartamento", che riuniva anche Franceschini, Pelli, Bonisoli, Azzolini, Ognibene e Paroli, che finiranno tutti nell'esperienza della lotta armata.

"Gallo", come è soprannominato Gallinari, verso il 1972 passa in clandestinità ed entra in contatto con il "Superclan" di Corrado Simioni. È arrestato il 6 novembre 1974 a Torino a bordo di un'auto rubata, e si dichiara prigioniero politico. Il 2 gennaio 1977, quando manca meno di un mese alla sua scarcerazione per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva, Gallinari evade dal carcere di Treviso con altri 12 detenuti.

Nel 1978 Gallinari, che nel frattempo si guadagna la fama di "capo militare delle BR", partecipa al rapimento di Aldo Moro. Sarà arrestato nuovamente il 24 settembre 1979, a Roma, nel quartiere Appio, dopo una sparatoria con la polizia, nella quale viene ferito gravemente. Sottoposto ad un intervento chirurgico al cervello, riesce a riprendersi. Il 24 gennaio 1983 è condannato all'ergastolo nel primo processo per il rapimento Moro, sentenza poi confermata nei processi successivi.

Nello stesso anno è colpito da due crisi cardiache. L'1 ottobre 1984, dopo un infarto, è operato al cuore e gli vengono applicati tre by-pass. Nel marzo 1993, dopo un'altra crisi cardiaca, è sottoposto a terapia intensiva. Poi, un nuovo ricovero all'ospedale per ischemia cerebrale e un altro nel 1997 per l'applicazione di un defibrillatore. In seguito ha ottenuto la sospensione della pena per le precarie condizioni di salute. Da anni era tornato a vivere a Reggio Emilia.

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