Tre membri del Consiglio d'amministrazione del club hanno lasciato tra ottobre e gennaio. Cosa farà ora il nuovo Cda? Depositerà i bilanci in pretura? Gli scenari del giornalista Matteo Cheda
di Matteo Cheda
BELLINZONA - Se per caso oggi martedì 5 marzo Gabriele Giulini versasse gli stipendi e le rassicurazioni date fino ad oggi diventassero certezze scritte nero su bianco, gran parte delle nefaste ipotesi sul futuro dell'AC Bellinzona potrebbero sparire. Ma intanto, in attesa di comunicazoni ufficiali, ogni giorno gli interrogativi si moltiplicano. Come ad esempio quelli legati all'assetto societario della SA che gestisce la prima squadra di Bellinzona.
Ad aggiungere legna al fuoco dei sospetti e delle polemiche c'é anche il giornalista bellinzonese Matteo Cheda che in una mail giunta in redazione fa alcune considerazioni che vi proponiamo.
Tra fine ottobre e inizio gennaio tre membri del consiglio d'amministrazione dell'AC Bellinzona hanno dato le dimissioni. Oltre al presidente e azionista di maggioranza Gabriele Giulini, nel cda sono rimasti cinque membri freschi di nomina. Il vice presidente Andrea Muttoni ha dato le dimissioni a fine ottobre. Michele Morisoli e Rolf Dürig a inizio gennaio, ovvero pochi giorni prima che le difficoltà finanziarie del club di calcio diventassero di dominio pubblico. È quanto emerge dal registro di commercio.
Le dimissioni degli esperti
Tutte le tre persone dimissionarie hanno a che fare professionalmente con la gestione contabile di aziende e siedono in altri consigli d’amministrazione. Michele Morisoli è un dirigente assicurativo, membro del consiglio d’amministrazione di Banca Stato e vice presidente del Partito liberale radicale. Rolf Dürig è titolare di una farmacia. Andrea Muttoni è un imprenditore nel ramo edile.
Nel consiglio d'amministrazione del Bellinzona, oltre al presidente e azionista di maggioranza Gabriele Giulini, rimangono cinque membri di fresca nomina: Hakan Yakin (calciatore), Padre Callisto Calderari (parroco), Walter Caranzano (Special Olympics) e Francesco Sortino (residente a Roma) sono in carica da otto mesi, mentre Franco Luca (assistente tecnico FFS) è stato eletto quattro mesi fa.
Una situazione rischiosa per i membri del Cda
In caso di fallimento di una società, i membri del consiglio d'amministrazione rispondono con il loro patrimonio personale per i contributi sociali non pagati. Sono inoltre perseguibili penalmente con sanzioni pecuniarie o carcere per esempio in caso di mancato pagamento o uso fraudolento dei contributi sociali, false indicazioni sull’attività commerciale o amministrazione infedele.
In pochi mesi chi capisce qualcosa di gestione aziendale ha dato le dimissioni dal consiglio d'amministrazione del Bellinzona calcio. Un indizio che il rischio di insolvenza è pericolosamente aumentato.
Gli stipendi non versati e il "contropiede" natalizio
Da tre mesi i salari non vengono pagati. L'arrivo del periodo natalizio con le conseguenti vacanze, ha detto il presidente Gabriele Giulini, «mi hanno preso un po' in contropiede con i tempi, ma non vi è nessuna preoccupazione sulla solidità patrimoniale» (La Regione 7 febbraio 2013). Il periodo natalizio, come tutti sanno, arriva nei momenti più inaspettati ed è dunque facile farsi prendere «in contropiede». Eh già, signor Giulini, cinque anni fa, quando lei ha comprato il Bellinzona, il Natale lo si è festeggiato in giugno, l'anno dopo in marzo, poi in ottobre e infine in agosto. Nel 2012, caso strano, era il 25 dicembre e questo fatto insolito ha preso «in contropiede» le finanze del calcio bellinzonese.
Due mesi fa lei ha detto «tra pochi giorni i soldi arrivano», poi «pagherò settimana prossima» e infine «pagherò lunedì». Il lunedì è passato. A fine mese è Pasqua. Ma il contropiede natalizio persiste e finora lei le sue promesse non le ha mantenute.
Gli scenari
Se oggi martedì 5 marzo Giulini non paga i debiti, ai membri rimasti nel consiglio d'amministrazione si aprono le seguenti possibilità: o verificano con attenzione la gestione contabile e in particolare si assicurano che gli oneri sociali siano stati pagati puntualmente, oppure ancora depositano il bilancio in pretura e chiedono l'apertura del fallimento. Se non vogliono fare né l'una né l'altra cosa, possono seguire l'esempio dei loro colleghi: scrivere una lettera al registro di commercio in cui annunciano le proprie dimissioni. L’alternativa è «aspetta e spera» ovvero la fede cieca in un presidente che non mantiene la parola data, fino alla miracolosa pioggia di denari. Oppure allo schianto finale. Ancora non si sa.
A spanna, il Bellinzona deve all'AVS decine di migliaia di franchi al mese. Se i contributi non vengono pagati, in caso di fallimento, Padre Callisto e gli altri amministratori dovranno passare personalmente alla cassa e rischiano sanzioni penali fino al carcere. Se i milioni non arrivano oggi, la fiducia cieca nelle belle parole e la mancanza di competenze di gestione aziendale potrebbero costare caro a chi, per amore della squadra del cuore, ha accettato la nomina nel consiglio d’amministrazione del Bellinzona calcio.