L’Ufficio federale della sanità pubblica ha comunicato ufficialmente l'OMCT di considerare il caso chiuso, rinunciando a una pretesa di rimborso superiore ai 220'000 franchi
BELLINZONA – Nessun rimborso. Dopo mesi di confronto e un’ispezione dettagliata sui documenti relativi ai Check point COVID-19 attivati in Ticino durante la pandemia, l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha comunicato ufficialmente all’Ordine dei medici del Canton Ticino (OMCT) di considerare il caso chiuso, rinunciando a una pretesa di rimborso superiore ai 220'000 franchi. Una vittoria su una questione non solo economica ma anche di principio per il presidente dell'Ordine Franco Denti e i suoi colleghi di comitato.
Il contenzioso, nato nel 2023, riguardava l’elevata percentuale (oltre il 60%) di fatturazioni legate al “colloquio medico-paziente dettagliato” nei centri allestiti dall’OMCT su richiesta del Cantone. Secondo l’UFSP, tali prestazioni, benché riconosciute dal tariffario Tarmed, non rientravano automaticamente tra quelle rimborsabili secondo l’Ordinanza COVID-19, portando quindi a una richiesta di restituzione pari a 222’600 franchi.
Una battaglia di principio
L’OMCT ha da subito respinto la richiesta, ricordando come i Check point siano stati attivati in piena emergenza, in una fase in cui il Ticino si trovava solo ad affrontare i primi impatti della pandemia, e agivano in piena regolarità istituzionale, sulla base di 13 risoluzioni del Consiglio di Stato. I centri, uno per distretto, operavano come studi medici dislocati, con presenza costante di medici designati dai circoli OMCT e un’organizzazione conforme alle indicazioni federali e cantonali.
Il concetto stesso di Check point — evidenzia l’Ordine — mirava a proteggere gli studi medici tradizionali e a decongestionare i Pronto soccorso, gestendo in sicurezza pazienti sintomatici. Ogni accesso avveniva tramite appuntamento fissato da un numero verde centrale e prevedeva una valutazione clinica, un colloquio e l’eventuale tampone, con tutti i passaggi debitamente documentati e archiviati.
Una verifica approfondita e superata
Solo nel 2024, l’UFSP ha deciso di verificare nel merito le fatturazioni, scegliendo un campione di 30 casi su quasi 6’000 del centro di Mendrisio. La verifica, avvenuta il 31 marzo 2025 presso la sede dell’OMCT, ha richiesto un imponente lavoro documentale: ricerca delle cartelle cartacee, digitalizzazione, anonimizzazione e invio entro cinque ore.
All’esito dell’analisi, con una lettera datata 1° maggio, l’UFSP ha comunicato all’OMCT il riconoscimento formale della correttezza delle prestazioni: “La verifica ha avuto esito positivo — si legge nel documento — e pertanto l’UFSP considera il caso chiuso e rinuncia a una richiesta di rimborso”.
Non solo. Nella stessa comunicazione, l’Ufficio federale ha espresso un ringraziamento esplicito all’Ordine dei medici per “l’instancabile impegno profuso durante la pandemia, malgrado le difficili circostanze”, riconoscendo il contributo dei Check point alla protezione delle fasce vulnerabili e alla gestione globale della crisi sanitaria.