ACB, breve analisi linguistico-mitologica alla luce dell'ennesimo annuncio, ieri sera, del patron del Bellinzona calcio: "Meglio in Prima Lega che morti"
di Marco Bazzi
BELLINZONA – Ci sono due parole chiave nelle dichiarazioni rilasciate ieri sera allo stadio dal patron del Bellinzona Gabriele Giulini. Come liberatv ha anticipato già alcune settimane fa, Giulini sembra aver trovato sul filo di lana un esercito della salvezza pronto a iniettare un bombolone d’ossigeno nelle spompate casse dell’ACB.
Dopo aver premesso “meglio in Prima Lega che morti”, Giulini ha dichiarato al Giornale del Popolo: “Il mio desiderio sarebbe quello di convocare una conferenza stampa per domenica, dove potrò annunciare ‘ho truvà i danee’. Ho avanzato questa richiesta al gruppo, che poi si presenterà ufficialmente nei giorni seguenti spiegando in modo articolato l’accordo”.
Ma veniamo alle due parole chiave: la prima è “dicitura”. "I documenti sono pronti, sono già stati firmati e il versamento di questo capitale (cinque milioni, ndr) è stato effettuato, solo che c'è un'incoerenza sulla dicitura tra le banche, per cui il denaro è stato congelato”.
Non si capisce bene, ma quando parla Giulini è normale, cosa sia la “dicitura” incoerente. In questa estenuante odissea finanziaria, che ha trascinato il Bellinzona sull’orlo del baratro, c’è sempre un inghippo, un "nodo di Gordio", come se Giulini fosse vittima di qualche “macumba” o di una interminabile serie di sfighe o, per sintonizzarci sul “mood” intellettuale del personaggio, fosse, come Odisseo, perseguitato da qualche Poseidone.
E qui veniamo alla seconda parola chiave, “Sisifo”. È il nome della società di Giulini, che ieri sera ha aggiunto. “Sarà fatto un aumento di capitale di dieci milioni, di cui cinque portati da questo nuovo gruppo e gli altri cinque sotto forma di rinuncia di credito da parte della mia società, la SISIFO, che controlla il 95% dell’ACB. Il fondo internazionale controllerà il 49% della azioni, mentre il restante 51% resterà nelle mie mani”.
Come Odisseo, Sisifo è un personaggio mitologico che, per aver sfidato gli dei, viene condannato da Zeus a spingere un enorme masso fino alla cima di un monte. Ma raggiunta la cima il masso rotola a valle, e Sisifo (si dice "le fatiche di Sisifo") deve ricominciare la scalata. Così, per l’eternità. E forse non è un caso che Giulini abbia scelto quel nome per la sua società.