CRONACA
Fulmini letali: ecco come dobbiamo comportarci quando ci sorprende un temporale
Dopo l’incidente di sabato sul Pizzo di Claro abbiamo chiesto qualche consiglio a Fosco Spinedi di MeteoSvizzera: "Rannicchiatevi e soprattutto tenete i piedi uniti"

LOCARNO – Ticino: terra d’escursioni, ma anche di temporali. Infatti tutta la fascia prealpina, sia a nord sia a sud, è più soggetta alle formazioni temporalesche che diminuiscono via via che ci si spinge verso le Alpi. Se quando ci troviamo in città il temporale non presenta grandi rischi, le cose cambiano quando ci sorprende durante una passeggiata in montagna; lo sanno bene i due giovani turisti svizzero tedeschi soccorsi dalla rega sul Pizzo di Claro sabato sera.

Per i due, fortunatamente, nessuna conseguenza grave e solo un grande spavento, ma le cose avrebbero potuto andare decisamente peggio. Infatti, quando ci troviamo all’aperto, il fenomeno più pericoloso e letale legato ai temporali sono proprio i fulmini che si scaricano nelle nostre vicinanze.

Come spiega Fosco Spinedi, meteorologo di MeteoSvizzera a Locarno Monti: “Molto più spesso rischiamo di trovarci in prossimità e non nel punto esatto, quindi il rischio maggiore è proprio l’elettricità che corre nel terreno, perché il terreno bagnato è un buon conduttore.”

In montagna i temporali sono più repentini, ci sono dei segnali che ci possono mettere in allerta e darci il tempo di metterci al riparo?

“Non lo sono per forza. Una differenza di sviluppo non c’è, in realtà in montagna si ha il vantaggio di poter vedere i temporali che arrivano. La situazione è diversa per i temporali stazionari che possono formarsi sul posto in dieci, trenta minuti. In questo caso dei piccoli segnali ci sono: tipicamente prima di un temporale l’aria si fa molto pesante anche in montagna, si ha comunque la formazione di nuvolosità e cumuli che si sviluppano più velocemente che non in una giornata di bel tempo. Bisogna quindi osservare l’evoluzione del tempo: se già al mattino ci sono tante nuvolette sulle creste e tendono a svilupparsi velocemente è un segnale che potrebbe formarsi un temporale nel pomeriggio. Ci sono poi segnali più soggettivi come l’afa o gli insetti che diventano più aggressivi come mosche e zanzare. Questi sono i segnali che possiamo osservare senza usare supporti informatici moderni.”

Ma cosa fare se veniamo sorpresi da un temporale mentre ci troviamo in montagna?

“La reazione che si dovrebbe avere è quella che in generale sembra la meno appropriata. Chi viene sorpreso da un temporale mentre si trova su un pascolo dove cercare un avvallamento nel prato, mettersi con i piedi congiunti e rannicchiarsi in questa depressione del terreno senza toccare altre zone, avendo solo i due piedi vicini e lasciando il sacco a una certa distanza per evitare di avere oggetti metallici su di se. Andare sotto un sasso o cercare un anfratto può diventare pericoloso se la roccia si bagna e se siamo in contatto con questa, perché da bagnata conduce l’elettricità anche se solo colpita di striscio. La reazione più giusta quindi è restare all’aperto e rannicchiarsi, però psicologicamente è difficilissimo farlo, glielo posso dire per esperienza, perché restar fuori sotto a un temporale violento è durissimo: istintivamente si cerca di scappare sotto un riparo che però contro i fulmini non è necessariamente una salvezza."

Perché bisogna tenere i piedi uniti?

“Premetto che in Svizzera i morti per fulmini son circa tre all’anno, ma più spesso è che il bestiame sul pascolo che viene ucciso. Dicevo che bisogna rannicchiarsi coi piedi congiunti per far sì che se una scarica parassita dovesse toccare la persona non entri nel corpo. Una mucca invece ha le zampe a una distanza di un metro, un metro e mezzo l’una dall’altra e questo fa sì che il fulmine possa attraversare il corpo e riuscire sul terreno. È proprio questo passaggio della corrente che causa la morte o la lesione, mentre se cerchiamo di impedire che la corrente passi attraverso il corpo, anche se il fulmine è in vicinanza, ci previene dal subire danni.”

E se ci troviamo all’interno di un bosco?

“Restare lontani dai tronchi e non appoggiarsi a essi. Ma se il bosco è chiuso la probabilità che il fulmine arrivi proprio lì è abbastanza bassa. Aumenta se ci troviamo in un bosco rado, come un bosco di larici in quota dove abbiamo solo una pianta qua e là, allora lì le piante fungono quasi da parafulmine attirandoli un po’ o rispettivamente i fulmini tendono a scaricarsi su questi punti più elevati. Se c’è una cascina a disposizione entrare può servire, ma non restando in vicinanza della porta, bisogna stare al centro per evitare le scariche parassite di un fulmine che può arrivare non direttamente sulla cascina ma in vicinanza.”

Infine, due parole su un’altra “minaccia” che sembra stia per colpire il Ticino: l’anticiclone africano che sta causando problemi in Italia. Si sentirà anche in Ticino?

“Sì, da metà settimana dovremmo venir toccati anche noi da quest’aria più calda e afosa di provenienza nordafricana. I momenti peggiori saranno il fine settimana e l’inizio della prossima. L’aria non sarà molto più calda, ma soprattutto più umida e farà quindi aumentare sensibilmente la sensazione di afa. Prevedo temperature massime sui 32 gradi, misurati standard su un terreno erboso, e perciò in città si potrà avere qualche grado in più.”

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