CRONACA
Vicky Mantegazza lancia l'HCL: "Non vediamo l'ora di cominciare. E di crescere giorno per giorno"
Intervista a tutto campo con la presidente dell'Hockey club Lugano: "Vincere il campionato è un sogno ma non credo che al mese di settembre e dopo sette anni senza essere riusciti a superare i quarti di finale dei playoff sia realistico parlare di titolo"

Vicky Mantegazza, la squadra è pronta per l’inizio del campionato? Come giudica le amichevoli finora svolte? 
“La squadra, lo staff tecnico, tutto il Club e sicuramente anche i tifosi non vedono l’ora di cominciare il campionato dopo tanti mesi di preparazione. Quest’anno abbiamo disputato tante partite amichevoli casalinghe anche per venire incontro al desiderio dei nostri fans di vedere il Lugano sul ghiaccio già nel mese di agosto. I giudizi tecnici non spettano al presidente, ma credo che la squadra è sicuramente cresciuta da inizio agosto ad oggi”.

Come procede l’inserimento del nuovo allenatore? I giocatori sono con lui? Ritiene che sia l’uomo giusto al posto giusto per provare a vincere il campionato?
“La scelta di affidare la panchina ad un allenatore giovane come Patrick Fischer, supportato da un assistente come Peter Andersson, è stata una decisione da un certo punto di vista anche coraggiosa. Il nostro nuovo head coach conosce comunque perfettamente l’ambiente del Lugano per avervi giocato e allenato. Patrick è una persona che sa essere duro e severo ma nello stesso tempo è sensibile e pronto ad ascoltare i giocatori.  Vincere il campionato è un sogno ma non credo che al mese di settembre e dopo sette anni senza essere riusciti a superare i quarti di finale dei playoff sia realistico parlare di titolo. Dobbiamo crescere, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita, con obiettivi non di risultato immediato ma di qualità e costanza nel rendimento”.

E i nuovi giocatori? Chi l’ha impressionata maggiormente e chi fino ad ora è sotto le attese? 
“Come ho già detto sopra, questi non sono giudizi che competono al presidente del Consiglio d’Amministrazione ma allo staff tecnico e al direttore sportivo.”

Che giudizio da al mercato, sia in entrata che in uscita, svolto finora? 
“Vedi sopra. Devo comunque complimentarmi con il nostro direttore sportivo che è riuscito a portare a Lugano giocatori del calibro di Kparghai (nel giro della Nazionale), Fritsche (toscorer del Ginevra) e Fritsche”.

Ci sono giovani del vivaio che potrebbero fare il salto, ora o a stagione in corso, e dei quali non si è ancora parlato?
“La nostra rosa comprende cinque ragazzi cresciuti nel nostro settore giovanile e nati tra il 1993 e il 1995 (Merzlikins, Dal Pian, Fazzini, Kostner e Simion). Abbiamo molta fiducia in loro ma il posto non è garantito per nessuno, neppure per i talenti ticinesi. Va guadagnato giorno dopo giorno. La nostra Sezione Giovanile conta ormai più di 400 ragazzi e l’esempio concreto di qualcuno che riesce ad entrare regolarmente in prima squadra è un fattore importantissimo per tutti i ragazzi”.

Che obiettivi minimi si pone la squadra? Quarti? Semifinale? Finale? 
“In questo momento non ci poniamo obiettivi in termini di classifica e risultato. Il nostro obiettivo è di migliorarci ogni giorno, cercare i propri limiti, riuscire a mettere in pratica il tipo di gioco che vuole il nostro staff tecnico e cioè velocità e intensità. Se l’attitudine sarà quella giusta, le prestazioni saranno buone e i risultati arriveranno di conseguenza”.

È soddisfatta del calendario della regular season? (In passato polemiche da parte delle ticinesi e ora derby tutti in settimana eccetto uno: 1 lunedì, 2 martedì, 2 venerdì e 1 domenica). 
“Il calendario del campionato svizzero di hockey è sempre un mistero.... Si giocano cinquanta partite di regular season divise in 81 giorni diversi. A dettar legge sono le esigenze televisive, le pause per gli impegni della Nazionale e quest’inverno anche i Giochi Olimpici. Ad un certo punto giocheremo cinque partite consecutive in trasferta! Sinceramente è difficile trovare una logica. La Lega Nazionale consente inoltre ai Club in alcune settimane di scegliere a priori se preferiscono giocare il giovedì o il sabato ed alcune società hanno preferito il giovedì per gli introiti derivanti dalle tribune VIP, dall’hospitality e dalla gastronomia in pista. Chi compila il calendario deve davvero tener conto di un sacco di fattori diversi”.

Spesso ci si sofferma sulla situazione finanziaria della squadra leventinese, ma cosa ci può dire sulla situazione finanziaria dell’HCL in un ottica di medio lungo termine? Si potrà continuare a contare sul sostegno della famiglia Mantegazza e degli altri sponsor?  
“Come ho avuto modo di dire nel mio intervento alla conferenza stampa di presentazione della stagione lo scorso 9 settembre, oggi in Svizzera ci sono Club come Berna, Zurigo, Friborgo, Ginevra e Zugo che con la loro normale attività sono in grado di generare ricavi importanti grazie al numero di abbonati (a Berna 13'000.-, Friborgo oltre 6’000), al Cantone in cui vivono (maggiore facilità nel trovare sponsor anche in tempo di crisi) o ad infrastrutture moderne dicasi piste dove sviluppare settori come l’hospitality VIP e la ristorazione per i tifosi. Questi Club guardano in futuro a sfide che vanno oltre la Svizzera per toccare competizioni internazionali. Per stare al passo con queste locomotive a Lugano dobbiamo fare un salto di qualità nella differenziazione dei ricavi. Dobbiamo assolutamente nei prossimi anni aumentare il numero di spettatori, aziende, partner, sponsor come pure i rami del merchandising e della ristorazione in pista. Con la Città di Lugano abbiamo avviato discussioni anche per ciò che concerne gli investimenti alla Resega”.

Come giudica finora la campagna abbonamenti? Ci può fornire la cifra ufficiale degli abbonamenti finora staccati? (ndr – nessuna indicazione ufficiale trovata)
“Anzitutto voglio ringraziare tutti coloro che hanno rinnovato o fatto per la prima volta una tessera alla Resega. La campagna abbonamenti sta andando complessivamente bene, il nostro zoccolo duro di tifosi oscilla tra i 3000 e i 3500. La nuova Curva Lago che costa soli 200 franchi per tutta la stagione playoff compresi è riuscita a cogliere l’esigenza soprattutto delle famiglie di poter trovare un abbonamento a prezzo davvero basso. Come detto sopra però, l’obiettivo per il futuro deve essere una ulteriore crescita”.

Su alcuni blog si legge che parte della tifoseria non rispetterebbe pienamente la società e l’attuale gestione, cosa ne pensa? Crede che i tifosi siano contenti della sua gestione? 
“È logico che il gradimento della gestione di un club sportivo da parte dei tifosi dipende molto dai risultati. Il tifoso luganese è stato abituato molto bene nei decenni precedenti. Oggi però il panorama dell’hockey svizzero e internazionale è molto diverso, l’equilibrio in campionato è estremo e il passaggio o meno ad esempio di un turno di playoff dipende magari da piccoli fattori come un palo o una decisione arbitrale. Onestamente, credo che la tifoseria sia compatta dietro il Club e si rende conto che, oltre agli aspetti sportivi, stiamo lavorando anche per dare una continuità e una solidità finanziaria al Club. Sono sicura che, non appena i risultati sul ghiaccio saranno soddisfacenti, alla Resega vedremo anche nuovi tifosi oltre il nostro zoccolo duro”.

Che futuro vede per l’hockey nel nostro cantone? È giustificata l’esistenza di due realtà così importanti in un territorio così piccolo con i costi che comportano? 
“Questa domanda veniva già posta a mio papà negli Anni Ottanta. È evidente che l’esistenza di Lugano e Ambrì e la loro contrapposizione a livello di tifoseria e massmedia è un motore importante per entrambi. Da un punto di vista più razionale l’esistenza di una sola realtà avrebbe dei vantaggi nella ricerca degli sponsor perché in Ticino diverse aziende o suddividono il supporto finanziario tra i due Club o a volte vi rinunciano completamente per una questione di immagine.  Però è bello così insomma! La lotta tra Lugano e Ambrì per noi ticinesi è qualcosa che fa parte della vita quotidiana…”

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