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Cronaca
21.10.2013 - 13:460
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Il lutto di Beltraminelli: "Ieri ho perso due amici. La malattia di Michele, la tragica corsa di Silvio, dove gareggiavo anch'io"

Il presidente del Governo rievoca la figura di Silvio Vicari, l'atleta vittima ieri di un incidente mortale durante una corsa d'orientamento in Vallemaggia. E poco dopo spirava il suo collega

BELLINZONA – Una corsa d’orientamento finita in tragedia quella che si è svolta ieri, domenica 20 ottobre, in Valle Maggia. Un concorrente ha perso la vita a causa di una caduta in una zona impervia nei pressi di Lodano. L’uomo è stato trovato da alcuni partecipanti alla gara attorno alle 12.30. Ma, nonostante il rapido intervento della REGA, le ferite si sono rivelate fatali e l’uomo è spirato sul posto. La gara è stata annullata e la Polizia ha provveduto a isolare la zona per cercare di ricostruire la dinamica di quanto accaduto, al momento non ancora chiara.

La vittima è Silvio Vicari, 52enne del Bellinzonese, docente di matematica al Liceo della capitale. Ma anche alpinista esperto e guida alpina, che da qualche hanno si era appassionato di corsa d’orientamento, affermandosi subito come uno dei migliori della sua categoria. A ricordarlo oggi è Paolo Beltraminelli, presidente della ASCO (Associazione Sportiva Corsa d’Orientamento) e amico di Vicari.

Dice il presidete del Governo: “Ieri ho perso due amici: Michele Barra e Silvio Vicari, che era il compagno di mia cognata. Ho fatto il suo stesso percorso. Lui era un fenomeno, una guida alpina. È stato uno dei più grandi alpinisti ticinesi, ha scalato montagne impossibili. Era una persona eccezionale, un grande uomo. Da qualche anno – dopo aver conosciuto mia cognata – si era appassionato all’orientamento e ci era arrivato con tutto il suo bagaglio di esperienza. Era l’ultima persona che avresti pensato potesse avere un problema. Era molto responsabile: come guida alpina curava i dettagli fino all’ultimo”.

“I boschi non sono secchi i questi giorni, è vero – continua Beltraminelli replicando a chi lancia il sospetto che quella gara sia stata corsa in condizioni a rischio –, ma abbiamo corso mille volte in condizioni ben peggiori, e ieri non pioveva. Quindi non facciamo ipotesi che non hanno senso sull’incidente, e non facciamo passare il messaggio che la corsa d’orientamento sia uno sport pericoloso. Ho iniziato a praticare questa disciplina 40 anni fa, ho corso ovunque, e non ho mai visto un incidente grave. Capita, come in tutti gli sport, che qualcuno cada e si rompa una gamba, ma nulla di più”.

“Ieri quando abbiamo saputo che c’era stata la tragedia - prosegue - non sapevamo ancora chi fosse la vittima. Il primo pensiero è stato che un concorrente avesse avuto un malore. Poi abbiamo saputo che era Silvio, e non ci credevamo. È stato per noi un grandissimo choc. C’erano centinaia di persone, intere famiglie con i loro bambini e nessuno si aspettava che potesse accadere una cosa del genere”.

Infine, Beltraminelli avanza un'ipotesi sull'incidente: “Gli organizzatori hanno fatto il loro dovere, ma la corsa d’orientamento ha una specificità: la via la scegli tu. C’era un passaggio obbligato, indicato dagli organizzatori, per evitare una zona pericolosa, ma Silvio, non so perché, ha scelto di percorrere una strada alternativa. Ha fatto una valutazione errata, un errore che gli è stato fatale… In Ticino organizziamo una quindicina di gare all’anno. È uno sport in cui ognuno dà il suo contributo a titolo volontario: ogni gara comporta il lavoro di 50, 60 collaboratori. Ci sono protocolli di organizzazione complicatissimi. Gli orientisti sono una grande famiglia e ci si conosce tutti. Ora siamo a terra, increduli. Il mio pensiero va a Silvio, alla sua famiglia, e a tutti gli appassionati di questa disciplina”.

emmebi/IB

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