CRONACA
Morte di Arafat, il rapporto rivela: "Probabilmente avvenelato col polonio"
Gli specialisti dell'Univesità di Losanna hanno riscontrato valori del veleno 18 volte superiori a quelli naturali. La vedova: "Sono di nuovo a lutto, è stato come se mi avessero detto che è appena morto. Stiamo rivelando un vero assassinio politico"

LOSANNA - È altamente probabile che l'ex leader dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) Yasser Arafat sia stato avvelenato. Lo riferisce al-Jazeera, citando il rapporto redatto dagli specialisti dell'università di Losanna incaricati degli esami, che hanno registrato livelli di polonio 18 volte superiori alla norma sul suo corpo.

Al-Jazeera, che ha ottenuto in esclusiva il rapporto di 108 pagine sul corpo riesumato di Arafat, ha riferito che si riscontra un "innaturale alto livello di polonio radioattivo nelle costole e nel bacino" del leader palestinese morto l'11 novembre 2004 e che c'è "un 83% di probabilità che sia stato avvelenato".

Il rapporto è stato consegnato a Parigi alla vedova Suha Arafat, che ha commentato: "Sono di nuovo a lutto, è stato come se mi avessero detto che è appena morto", "stiamo rivelando un vero crimine, un assassinio politico", ha detto Suha Arafat.

Già a metà ottobre gli esperti avevano anticipati che tracce del potente veleno erano state rilevate su diversi oggetti e capi d'abbigliamento di Arafat.

Dopo la morte di Arafat non fu eseguita alcuna autopsia, proprio su richiesta della vedova, ma i suoi resti furono riesumati nel novembre 2012, dopo che una prima serie di analisi sugli indumenti aveva evidenziato tracce della sostanza radioattiva. Questi risultati, ha aggiunto la vedova, "confermano i nostri dubbi. È scientificamente provato che la sua morte non fu dovuta a cause naturali e abbiamo le prove scientifiche che fu ucciso".

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