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Cronaca
09.11.2013 - 07:560
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Sergio Mantegazza: "I deficit dell'aeroporto dovrebbe pagarli il Cantone. E vi spiego perchè"

L'imprenditore interviene sul futuro di Agno. E dice: uno scalo civile resta fondamentale per una regione come il Ticino

LUGANO – Sergio Mantegazza, 86 anni, imprenditore, uno degli uomini più ricchi della Svizzera, lancia un appello: salviamo l’aeroporto di Agno. Lo fa dalle colonne della Regione, in una lunga intervista. Dove dice che dovrebbe essere il Cantone a coprire i deficit dell’aeroporto.

Racconta un episodio: “Sono stato invitato a festeggiare il mio compleanno a Marrakesh da amici. Invece di farmi volare con il mio aereo volevano venirmi a prendere. Tre giorni prima mi telefonano dicendomi che non si poteva. Neppure il rientro in Ticino è stato possibile noleggiando un aereo privato perché il pilota si è rifiutato dicendo: non atterro a Lugano perché secondo le regole dell’aviazione commerciale ci sono problemi di inadeguatezza della strumentazione”.

Mantegazza aggiunge che oggi sono sempre meno le persone benestanti che possiedono un aereo privato, quasi tutti si abbonano a NetJets o a compagnie simili, che però hanno prescrizioni dell’aviazione commerciale non compatibili con lo scalo di Agno.

“Non tanto e non solo per la dimensione della pista, quanto per questioni legate alla strumentazione”.
Si dovrebbe attingere in maniera più importante al bacino del nord Italia, sostiene l’imprenditore, dove spesso non conoscono nemmeno l’esistenza dell’aeroporto. 

Secondo Mantegazza, Malpensa ha tanti difetti e non piace a tutti. Per questo bisogna puntare ancora su Agno, e “continuare a coprire i disavanzi d’esercizio, sotto forma di investimento per i prossimi dieci anni e vedere come evolve la situazione nel frattempo”.
E, precisa, in vista degli sviluppi della cosiddetta città Ticino, ad assumersi gli oneri “dovrebbe essere il Cantone, non solo Lugano”.

Se si dovesse abbandonare l’aviazione civile ad Agno, bisogna tener conto che sarebbe una decisione definitiva. E se fra vent’anni si volesse riaprirlo sarebbe molto problematico, afferma Mantegazza.

“Gli imprenditori che vogliono installarsi in un luogo, la prima cosa a cui si interessano è sapere se c’è un aeroporto”, prosegue. E aggiunge che un altro handicap di Lugano Airport è l’impossibilità di offrire lunghe destinazioni senza una tappa di scalo. “E se ci fossero jet più piccoli e più facili da riempire sarebbe un grosso vantaggio. Al momento questa possibilità non esiste. Ma nei prossimi 10-15 anni potrebbe esserci. Allo stesso modo i futuri velivoli saranno in grado di atterrare anche su piste relativamente corte, anche se la pista a Lugano va comunque allungata”.

 

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