CRONACA
Roma, oggi l’addio alla trans uccisa a bastonate: in chiesa per Andrea omelia tutta al femminile
“Il Papa ha detto: chi sono io per giudicare? Quello di oggi è un passo da gigante, un segno di rispetto che arriva da sacerdoti impegnati ad accompagnare gli ultimi, sull’esempio di Francesco”, ha commentato Luxuria all’uscita del feretro

ROMA – Era stata uccisa a bastonate in una notte di fine luglio e il suo corpo era stato abbandonato accanto al binario 10 della stazione di Roma Termini. Si chiamava Andrea Quintero, veniva dalla Colombia ed era transessuale. Gli ultimi quattro anni della sua vita li aveva trascorsi per strada, dormendo tra la stazione e il colle Oppio.

E oggi, dopo cinque mesi in cui nessuno ne ha reclamato la salma, si sono svolti i funerale di Andrea organizzati dalla Caritas. A celebrarli, nella Chiesa del Gesù, sono stati Padre Giovanni La Manna, presidente del centro Astalli per i rifugiati, e don Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, che hanno parlato di Andrea sempre al femminile. Il passo del Vangelo scelto è quello dalla Crocifissione alla Risurrezione, con il straziante “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

Nell’omelia don Enrico ha spiegato di aver scelto questo passo perché “io credo che il grido di Gesù sia stato anche il suo grido, quando veniva maltrattata, derisa, allontanata, e sono certo che il Padre lo abbia ascoltato, le abbia detto: vieni, poiché siamo tutti figli di Dio”. E aggiunge: “Andrea aveva trent’anni, si è ritrovata a vivere qui, in un altro continente, e in cinque mesi nessuno della famiglia ha chiesto la sua salma. Possiamo immaginare la sua esistenza. Ora presentiamo Andrea davanti al volto di Dio. E, come dice Francesco, preghiamo perché il Signore tocchi il nostro cuore e da cuore di pietra diventi un cuore di carne”.

Padre La Manna, ricordando le parole del sindaco, ha detto: “Non lasciamo fuori nessuno. Non lasciamo nessuno solo. Questa da oggi è la nostra preghiera”, spiegando poi che “il funerale di oggi è un segno. Un segno di affetto ad Andrea, di quell’amore e vicinanza che non ha avuto quand’era viva, e un segno per tutte le persone che come lei sono discriminate: meno pregiudizi e più sensibilità possono salvare delle vite”.

E ad ascoltare le sue parole e quelle di don Enrico, oltre ad altri trans e volontari che hanno conosciuto Andrea, erano anche il ministro Kyenge, il sindaco di Roma Ignazio Marino e Vladimir Luxuria. All’uscita del feretro, intervistati dal Corriere, hanno dimostrato entrambe la loro sorpresa per la scelta dei due padri che è certamente un segnale importante e diverso rispetto alla tradizione cattolica.

Marino infatti ha dichiarato: “Hanno sempre parlato di “lei”, in Chiesa, credo sia la prima volta, ed è un segnale importante”. E Luxuria: “Andrea ha subito due discriminazioni, come homeless e come transgender. Ricordo quando presi la comunione dal cardinale Bagnasco, ai funerali di don Gallo, e lui me la diede. Ma questa cerimonia bellissima, nella quale i sacerdoti ne hanno sempre parlato al femminile, è il lascito storico di Andrea. Abbiamo avuto un Papa che ha detto: chi sono io per giudicare? E quello di oggi è un passo da gigante, un segno di rispetto che arriva da sacerdoti impegnati ad accompagnare gli ultimi, sull’esempio di Francesco”.

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