CRONACA
Lugano: quando il dumping supera ogni immaginazione. Alla Casa Bella paghe da 700 franchi, se sei bravo…
La piccola azienda di Pregassona, che vende pezzi di arredamento, offre stipendi irrisori e, come se non bastasse, pone condizioni “contrattuali” anche peggiori. Borelli di Unia: “Inaudito!”

LUGANO – Per un addetto alla vendita “lo stipendio base è di Fr. 700 lordi, comprensivo di ferie e festivi per 12 mensilità". È questo quanto emerge dalla visione dei contratti della Casa Bella G.B. SA di Pregassona, azienda specializzata nella vendita di arredi e con circa una ventina di collaboratori. Lo riferisce il quotidiano 20 minuti. 

Ma non sono solo i miseri livelli salariali a colpire, bensì anche le condizioni contrattuali che offre la Casa Bella: “Lo stipendio è garantito unicamente se il dipendente procurerà all’azienda un fatturato di almeno 5mila franchi mensili”, altrimenti si legge ancora, “lo stipendio sarà ridotto e/o adeguato proporzionalmente alle vendite". Un salario che va dunque da 0 a 700 franchi per un totale di 22 ore a settimana. Come se non bastasse: "Eventuali assenze saranno dedotte dallo stipendio". 

Non rendi come dovresti per due mesi consecutivi? A casa te ne torni. “Casa Bella avrà la facoltà di rescindere il contratto con decorrenza immediata”, qualora il dipendente non “raggiunga per due mesi di seguito la soglia di vendite minima” si legge ancora nei contratti. 

Anche Enrico Borelli, segretario Unia intervistato dal quotidiano, conferma la gravità della situazione, che “presenta una serie inaudita di criticità sul piano etico e dal punto di vista della normativa vigente: un triste segno dell’imbarbarimento del mercato del lavoro in Ticino. Chiederemo immediatamente delle verifiche all’ispettorato del lavoro".

Borelli spiega anche che la black-list che il sindacato sta preparando, che conterrà i nominativi delle aziende che praticano dumping e commettono ripetuti abusi nel mondo del lavoro, sarà pronta per fine maggio. “L'iniziativa è stata concepita proprio per casi come questo: l'obiettivo è quello di tutelare il mercato del lavoro creando un deterrente, facendo capire a un certo padronato ormai privo di senso dell'etica che in Ticino non c'è spazio per queste pratiche" ha concluso il segretario Unia.

red

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