A oltre un anno di distanza, ancora nuove, raccapriccianti, rivelazioni sullo scandalo pedofilia che ha sconvolto la Gran Bretagna: fra le vittime del noto dj-presentatore oltre 200 persone dai 5 ai 75 anni
LONDRA – A oltre un anno di distanza, ancora nuove, raccapriccianti, rivelazioni sullo scandalo pedofilia che ha sconvolto la Gran Bretagna: il popolare conduttore televisivo Jimmy Savile che in 50 anni ha molestato e stuprato oltre 200 persone, la maggior parte minorenni, ha abusato sessualmente anche di corpi senza vita nell’obitorio di un ospedale.
Gli abusi di Savile, morto impunito nel 2011 a 84 anni, si sarebbero compiuti non solo nell'ambito della sua attività televisiva, ma anche presso alcune strutture sanitarie pubbliche. Il presentatore ha avuto infatti per decenni libero accesso come volontario a diversi ospedali britannici. Anni in cui, sfruttando il suo ruolo, ha molestato e abusato sessualmente senza sosta di pazienti, personale infermieristico e perfino cadaveri.
Un testimone aggiunge poi nuovi agghiaccianti particolari: il dj-maniaco sessuale si sarebbe anche vantato di aver trasformato in gioielli (degli anelli in particolare) occhi di vetro rubati da alcuni corpi in un obitorio.
I nuovi dettagli sul caso del “più grande maniaco del Regno” emergono da un rapporto presentato ieri al Parlamento di Westminster dal ministro della Sanità, Jeremy Hunt, che si è scusato con le vittime degli abusi aggiungendo che il patrimonio della star della tv britannica sarà usato dalle autorità per risarcire le vittime.
Il rapporto illustra che fra le vittime di Savile ci sono almeno 60 persone dai 5 ai 75 anni. Il predatore, non si possono usare molti altri termini, colpiva chiunque: non importava sesso o età delle vittime.
I casi finora accertati di violenze sono avvenuti in 28 ospedali. Ma si teme che la lista di vittime sia molto più lunga di quanto scoperto finora: c’è il timore che Savile abbia colpito anche in oltre 20 strutture per l’infanzia e scuole.
Le carte del caso, che contengono l’elenco delle denunce risalenti agli anni Sessanta, sono state passate al Dipartimento per l’Istruzione (il Dfe) e le indagini sono tuttora in corso.