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Cronaca
12.07.2014 - 14:160
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Lotta alla zanzara tigre, risolto il mistero del disinfestatore frontaliere. Il Dipartimento: "È un ingegnere agronomo"

La lotta al pericoloso insetto è gestita dalla Fondazione Bolle di Magadino che d'estate deve far capo a personale ausiliario. Ma i mezzi scarseggiano, anche quelli di trasporto...

LUGANO – Da alcune settimane si narra di un’auto con targhe italiane che gira per il Ticino con il compito di debellare la zanzara tigre. Molti si sono chiesti come sia possibile che un mandato cantonale di disinfestazione sia eseguito, con tanto di autorizzazione esposta sui finestrini, da esperti che utilizzano una vettura immatricolata in Italia. Un lettore ci ha inviato la foto dell’auto in questione.

E il Dipartimento del territorio ci ha fornito la seguente spiegazione.

La questione “zanzara tigre” è stata assegnata al gruppo di lavoro zanzare incaricato dal Consiglio di Stato nel 2008. Il gruppo era già operativo dalla fine degli anni Ottanta per combattere i fastidi legati alla zanzara "comune" sul piano di Magadino.

La Fondazione Bolle di Magadino assume il segretariato del Gruppo zanzare e il Cantone finanzia il programma di monitoraggio e controllo della zanzara tigre attraverso un credito che le viene appositamente assegnato.

Il personale del Gruppo zanzare, composto da due unità di lavoro con mandato annuale da 10 anni, viene remunerato con il credito concesso alla Fondazione Bolle di Magadino (attualmente 170'000 franchi annui). Ma quelle due persone non sono in grado materialmente di svolgere tutto il lavoro, per cui occorre far capo a personale ausiliario nel periodo estivo (1,6 unità di lavoro pari a 3-4 persone a tempo parziale), tra cui figura un frontaliere, reclutato in Italia.

Questa persona, spiegano al Dipartimento, è un ingegnere agronomo che partecipa al progetto Zanzara tigre da almeno 10 anni ed è impiegato per la sua competenza e conoscenza del territorio. 

Rispetto alla foto in questione, il Dipartimento precisa: le risorse disponibili sono limitate anche in termini di mezzi di trasporto, e i collaboratori utilizzano la loro auto privata per gli spostamenti legati alla distribuzione e raccolta delle “ovitrappole”, nonché in quelli legati al coordinamento duranti gli interventi di lotta. Ora il Cantone ha fornito agli operatori una seconda auto. La foto in questione ritrae appunto l'auto del collaboratore ausiliario frontaliere che coordinava l'intervento nel comune di Lugano.

red

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