CRONACA
Scandalo all'ospedale La Carità di Locarno: chirurgo fatturava anche se non c'era
Attraverso una rete di complici un vice primario di chirurgia è riuscito a sottrarre 100'000 franchi in tre anni. Ha già restituito tutto. E a gennaio aprirà un nuovo studio a Lugano
LOCORNO - Clamorosa vicenda di truffa sanitaria all'Ospedale La Carità di Locarno. Protagonista un viceprimario di chirurgia (specialista in chirurgia generale, traumatologia e viscerale) che, evidentemente non soddisfatto di uno stipendio che stima almeno intorno ai 2507400.000 franchi. Ha messo in atto una soffisticata malversazione con alcuni complici. L'uomo fatturava anche se non era presente in sala operatoria. Il Caffé, che rivelato la notizia, spiega in soldoni il raggiro del chirurgo: "Quasi tre anni - si legge sul domenicale -di fatturazioni non corrette. Di rapporti amministrativi, cioè relativi ai pagamenti, incongruenti rispetto ai cosiddetti "resoconti operatori". Falsi, insomma. Sui primi, cioè i "moduli contabili", tra il personale in sala operatoria figurava anche lui, il vice primario. Mentre sui "rapporti operatori" era correttamente registrata solo la presenza di altri chirurghi, capiclinica senza ancora l'imprinting Fmh, ovvero la certificazione e l'abilitazione della Federazione nazionale dei medici".E Ancora: "I controlli della direzione e dell'amministrazione dell'ospedale locarnese - si legege ancora sul Caffé - sono iniziati verso la fine dello scorso anno. Ad accendere la miccia dei sospetti è stata la segnalazione di un paziente straniero, tedesco, quindi non assicurato in Svizzera. Ha notato una discrepanza fra quanto stava scritto sulla "fattura" inviatagli per conoscenza, e cioè il nome del vice primario che lo avrebbe operato, e quanto da lui direttamente visto e vissuto in ospedale. Da qui le verifiche. Accurate ricostruzioni hanno permesso di scoprire che, a partire da quasi tre anni prima, il vice primario di chirurgia aveva messo a punto la sua "particolare" tecnica di fatturazione (in 55 casi ha precisato lui stesso al Caffè), coinvolgendo due capiclinica, svizzero tedeschi, "premiati" ogni fine anno con migliaia di franchi. Detto altrimenti, il loro silenzio era pagato. Per i primi due anni (il terzo anno il "giochetto" è stato scoperto) avevano intascato dalle mani del vice primario circa 20/25 mila franchi a testa. E bocche chiuse hanno tenuto, chissà perché?, anche un paio di segretarie mediche che non hanno potuto fare a meno di accorgersi delle incongruenze tra i "rapporti operatori" e il nome che il vice primario chiedeva invece di indicare sui documenti per la fatturazione. E cioè il suo, sempre e comunque. Anche nei periodi in cui si trovava magari in vacanza. E ciò in un quarto grosso modo degli interventi fatturati senza averne diritto".Il chirurgo ha già restituito il malloppo, che si aggirerebbe sui 100'000 franchi, e a gennaio lascerà l'ospedale e l'Ente Ospedaliero per aprire uno studio di Lugano e collaborare con un clinica privata della Città. I suoi complici sono stati sanzionati.
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