CRONACA
Scuola Glossa, la direttrice spiega i 15 franchi all'ora, la malattia senza salario e il caso della segretaria
Dragana Kojic Maltecca ci scrive. "AlCantone una lezione costa 33 fr. I nostri insegnanti sono pagati da 40 a 45 fr per questo E a chi mi ha rivolto insulti razzisti dico: sono orgogliosamente, non solo JUGOSLAVA, ma anche SVIZZERA"

ASCONA - Dragana Kojic Maltecca, direttrice della scuola di lingue Glossa di Ascona ci manda quest’ultima replica sul caso che abbiamo sollevato e che è finito al centro di due interrogazioni di Massimiliano Robbiani.

Pubblichiamo volentieri la lettera della direttrice, precisando alcune cose che ci addebita e che mai abbiamo scritto. In particolare, la conclusione dove la direttrice parla di razzismo nei suoi confronti e si dice orgogliosa di essere jugoslava e svizzera non trova alcun riferimento negli articoli pubblicati da liberatv. Mai ci saremmo permessi di esprimere giudizi sull’origine della signora Kojic Maltecca perché questi atteggiamenti sono lontani mille miglia dal nostro pensiero e dal nostro comportamento. Se altre testate hanno ospitato insulti razzisti la direttrice dovrebbe rivolgersi a quelle testate.

Un’altra cosa che mai abbiamo scritto è che i docenti della Scuola Glossa guadagnano 15 franchi all’ora. Abbiamo parlato unicamente del segretariato e in particolare del caso della segretaria che si è rivolta ai sindacati. Il primo articolo, basato su documenti della Scuola, è stato pubblicato da liberatv domenica scorsa. Il lunedì successivo la nostra redazione ha immediatamente contattato la signora Kojic Maltecca per chiedere una sua presa di posizione. Alla fine abbiamo pubblicato una dettagliata intervista a lei e uno scritto del vicedirettore della scuola.
In un successivo articolo (leggi qui), dopo che la direttrice ha inviato la sua presa di posizione e quella di diversi docenti a tutti i deputati, ci siamo permessi di dire che mancavano le risposte alle domande principali, che sono anche le due uniche domande: come mai una scuola che collabora con diversi uffici cantonali paga una segretaria 15 franchi lordi all’ora e come mai non riconosce ai suoi collaboratori il salario in caso di malattia fino al 27esimo giorno. Sono scelte aziendali, ovviamente, che ogni imprenditore è purtroppo libero di fare.

In quell’articolo, visto che la direttrice si lamentava per essere stata accusata di sfruttamento, ci siamo scusati per aver usato quel termine. In cambio le abbiamo chiesto di spiegare quanto fattura la sua Scuola al Cantone per le prestazioni che svolge. La signora ha capito male: non doveva attendersi nessun altra telefonata. Attendevamo noi una sua presa di posizione, che è giunta oggi e che pubblichiamo integralmente.
Infine, per quanto riguarda la lettera aperta della segretaria che si è rivolta al sindacato, Cristina, ce l’ha inviata e l’abbiamo pubblicata senza sollecitarla. Ci sembrava doveroso dar voce anche alla protagonista del caso, oggetto di pesanti apprezzamenti da parte della direttrice e dei docenti nelle loro prese di posizione inviate ai parlamentari.

Marco Bazzi

LA LETTERA DELLA DIRETTRICE A LIBERATV

di Dragana Kojic Maltecca

Egregio signor Bazzi,

avevo aspettato la sua chiamata, richiesta da lei, siccome in cambio delle scuse nei nostri confronti avrebbe voluto sapere quanto la scuola Glossa riceve per i corsi organizzati dal Cantone.

Ebbene, anche se rimango allibita davanti alla proposta di tale scambio, come da mercanteggiamento da parte di un giornalista-direttore, non abbiamo nulla da nascondere: per 90 ore di lezioni, inclusi l'iscrizione, il materiale didattico, l'esame finale, la certificazione e il rilascio del passaporto del Portfolio Linguistico Europeo, il Cantone versa 2.970 fr, vale a dire che una lezione costa 33 fr. I nostri insegnanti sono pagati da 40 a 45 fr per questo tipo di corso e quindi tragga lei le conclusioni. Se i partecipanti sono in due, ecco che alla scuola può rimanere qualcosa in più. O sarebbe un delitto guadagnare, secondo lei?

Comunque, la nostra scuola è orgogliosa di essere stata scelta dal Cantone e non collabora con lo stesso solo per le questioni finanziarie, ma soprattutto per la continua dedizione alle esigenze di ogni persona che deve affrontare un percorso delicato e difficile durante il periodo di disoccupazione o di invalidità, quando diventiamo il punto di riferimento sia per il singolo sia per il Cantone.

Quanto alle sue repliche sui 15 fr: avete scritto VOI che li guadagnavano tutti i nostri docenti. Da qui il loro chiarimento.
Ciò che scrive la ex segretaria, Cristina, non corrisponde alla verità: nessuno le aveva negato lo stipendio per le ore effettuate e nessuno ha mai messo in dubbio che le stesse dovessero essere pagate. Le è stato comunicato che non sarebbe stata pagata per 19 ore che lei, in base al proprio desiderio e alla sua esplicita personale richiesta, aveva scelto di trascorrere ulteriormente a scuola, da sola o in compagnia dei nostri dipendenti, per poter osservare e imparare maggiormente. Ma la sua trentina di errori in un mese e mezzo dicono chiaramente cosa ha portato il suo periodo di prova.

Tuttavia, non l'avevamo licenziata noi, anzi le abbiamo voluto prolungare il periodo di prova, ma lei immediatamente si è dimessa e il giorno dopo è finita in malattia. Quindi, non è vero che le abbiamo impedito di continuare a lavorare per noi, anzi le abbiamo chiesto, prima che si mettesse in malattia, di darci il tempo per trovare un'altra dipendente. Davanti al certificato medico non potevamo però far nulla in più che cercare una nuova segretaria. E se la signora Cristina avesse subìto un qualche torto da parte nostra, si sarebbe rivolta solo ai sindacati (ciò che comunque ha fatto), invece ha voluto coinvolgere la parte politica, lamentandosi dei 15 fr, scritti sul contratto e accettati da lei, per pura vendetta e non per richiamare i propri diritti, che tra l'altro, nessuno della nostra scuola le ha negato. Il fango di cui si lamenta la signora Cristina è stato buttato da lei e dai suoi sostenitori non solo sulla scuola Glossa, ma soprattutto addosso a ogni dipendente della stessa e, di conseguenza, ognuno di loro ha voluto fortemente difendere il proprio posto di lavoro e la dignità di cui godono nella Glossa; ma delle loro lettere non è apparsa alcuna traccia sui vostri giornali. Anzi, voi giornalisti, avete ironizzato sulle loro dichiarazioni, in cambio le avete dato spazio intero di replica.

Quanto alle sue osservazioni, signor Bazzi, riguardo alle scelte lavorative delle aziende ticinesi, magari dovrebbe tener conto che molte ditte decidono anche di non pagare il periodo di prova o di stage. Non discuto sulle loro scelte, poiché ogni impresa segue la propria filosofia, ma nella nostra scuola sia il periodo di prova sia lo stage sono sempre stati pagati. E altro ancora: non si è mai parlato solo degli accordi verbali, ci sono tutte le prove scritte, inclusi i contratti precedenti del segretariato con 20 fr all'ora.

Per quanto riguarda invece la scelta di alcuni giornali di pubblicare gravi insulti razzistici nei miei confronti, preciso il seguente: è stato scelto di comunicare che sono anche docente cantonale, il ché non ha nulla a che fare con l'intera faccenda, dimenticando però di aggiungere che da 33 anni vivo e lavoro in Svizzera e che sono orgogliosamente, non solo JUGOSLAVA, ma anche SVIZZERA.

Sono sicura che la decisione di dare spazio alle persone che hanno manipolato le desinenze del mio cognome o le sigle del nome del vicedirettore a fini razzistici, parlano più di ogni mia replica. Sono anche convinta che la maggior parte dei cittadini ticinesi non condivide questi attacchi e che il razzismo è solo una piaga di coloro che ancora oggi scelgono, purtroppo, di vivere nell'odio dello stesso. In ogni caso, il mio legale se ne occuperà.
Spero che, da giornalista professionista, il quale dà diritto di risposta a tutti, pubblicherà questa mia lettera intera come la mia ultima replica.

 

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