CRONACA
Basta lupi cattivi: nasce l'associazione per un Ticino senza grandi predatori. Tra i promotori il deputato Germano Mattei
“È necessario dare un sostegno agli allevatori colpiti e organizzarci per affrontare la situazione attuale e futura con la massima determinazione"

CAVERGNO - Nasce in Ticino l'Associazione cantonale per un territorio senza grandi predatori. Lo fa sapere il deputato di Montagna Viva Germano Mattei a nome del gruppo promotore, nel quale rappresenta l’Alleanza Patriziale. Con lui, il segretario agricolo Sem Genini, e l’ex presidente della Federazione Ovicaprina, Armando Donati.

“Come ben sapete – si legge nella convocazione dell’assemblea costitutiva che si terrà martedì prossimo, 2 giugno, alle ore 20 al ristorante Millefiori a Giubiasco - anche in Ticino, la problematica dei grandi predatori, e del lupo in particolare, si fa sempre più preoccupante. La situazione per gli allevatori è molto difficile e le predazioni avvenute negli ultimi mesi (a Campo Valle Maggia in dicembre; a Brione sopra Minusio in febbraio da parte di un lupo diverso e le recenti predazioni in Val di Blenio) creano grande insicurezza, preoccupazioni e sconforto”.

“È necessario dare un sostegno agli allevatori colpiti e organizzarci per affrontare la situazione attuale e futura con la massima determinazione. A livello svizzero si sta lavorando per fondare, verso la fine di giugno, l'Associazione per un territorio senza grandi predatori, coordinata dal SAB (gruppo svizzero per le regioni di montagna), e alla quale hanno già aderito le principali organizzazioni agricole.
A livello regionale si stanno creando delle sezioni cantonali dell’organizzazione nazionale mantello. Nei Grigioni la sezione, già attiva, conta circa 700 adesioni; in Vallese le adesioni sono circa 1400. Nei cantoni Vaud, Friborgo, San Gallo, Glarona, Appenzello interno e Appenzello esterno ci si sta pure organizzando per fondare le rispettive sezioni”.

“La solidarietà a tutto il settore e in particolare a coloro che finora non sono ancora stati toccati dal problema e che non lo saranno direttamente nemmeno in futuro, poiché non allevatori di bestiame, è in questo momento fondamentale. Sicuramente una massiccia presenza di persone all’assemblea sarebbe un segnale forte e chiaro per tutta l'opinione pubblica e mostrerebbe la volontà di salvaguardare l’allevamento tradizionale nelle nostre valli”.

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