CRONACA
La prima donna ticinese alla testa di un sindacato di polizia. Katia Guglielmoni: "Ecco i miei valori e i miei obiettivi. E perchè ho fatto la poliziotta"
Ha preso il timone dal commissario capo Andrea Wehrmüller. E al cambio della guardia hanno partecipato ben quattro consiglieri di Stato, e non solo il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi

BELLINZONA - Quarantadue anni, originaria di Fusio, oggi comune di Lavizzara, Katia Guglielmoni è da ieri, venerdì 4 dicembre, la prima donna a presiedere un sindacato di polizia, nel caso specifico l’Organizzazione cristiano sociale. Ha preso il timone dal commissario capo Andrea Wehrmüller, che lo ha lasciato dopo otto anni. E al cambio della guardia hanno partecipato ben quattro consiglieri di Stato, e non solo il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi.

Guglielmoni è in polizia cantonale, per la precisione alla Scientifica, dal 1997, dopo essersi laureata in scienze forensi a Losanna. Nel suo discorso di insediamento, che ha chiuso l’assemblea sindacale svoltasi ieri a Sementina, ha raccontato che  sognava di fare la poliziotta fin da bambina.

“Perché quando ero piccola – dice – in casa nostra veniva spesso a giocare il figlio di un agente, che allora era capoposto alla Gendarmeria di Cevio, e che ho dunque conosciuto bene. Quella figura in divisa mi affascinava. Però i miei ex compagni di scuola mi hanno recentemente ricordato che un altro dei miei sogni di bambina era fare la giornalista. Alla fine ho fatto la poliziotta”.

Non avendo difficoltà negli studi, aggiunge la neo presidente del sindacato, durante il liceo ho maturato l’idea di continuare a studiare. “Così mi sono specializzata in scienze forensi invece di seguire la scuola di polizia che mi avrebbe portata in gendarmeria”.

Chi lavora alla Scientifica si trova spesso confrontato con scene raccapriccianti: delitti, suicidi, morti violente… E su quelle “scene” ci deve lavorare per ore, raccogliendo ogni dettaglio utile all’inchiesta. Per Katia Guglielmoni questo non è mai stato un problema: “Non è detto – spiega - che le donne siamo più sensibili alle scene traumatiche. Personalmente, la cosa che mi tocca di più non è tanto la visione di situazioni terribili a cui spesso mi capita di assistere, ma l’elemento umano, il fatto, per esempio, che dietro le vittime ci sia una famiglia”.

Nonostante lavori alla Scientifica, le sue letture e i suoi film preferiti non sono i gialli o le serie televisive tipo CSI. “La mia passione sono i libri che parlano di mafia - racconta -, romanzi o saggi, e i tre film de Il Padrino li ho riguardati decine di volte. CSI all’inizio non era male, ma negli ultimi anni secondo me ha subito un’involuzione: più azione e meno attenzione agli aspetti delle scienze forensi”.

Nel sindacato OSCT Katia Guglielmoni ci è arrivata solo da quattro anni, e non è dunque una “militante” della prima ora. “Ho deciso di impegnarmi nel sindacato perché credo che gli agenti di qualsiasi grado, ma in particolare i gendarmi, vadano tutelati dal profilo professionale e contrattuale. È un impegno che prendo nei confronti di tutti i miei colleghi. Penso sia importante che in un’organizzazione complessa e delicata come la polizia le organizzazioni del personale facciano sentire la propria voce, soprattutto in momenti in cui lo Stato chiede rinunce e sacrifici ai propri collaboratori”.

Uno dei miei obiettivi, aggiunge, “sarà certamente la continuazione della collaborazione tra le tre associazioni del personale – Federazione, VPOD, e OCST – che si è instaurata negli ultimi anni. Sarà anche un concetto banale, ma l’unione fa la forza”.

Un altro aspetto importante per la neo presidente è la difesa dei poliziotti da violenze e aggressioni con le quali sono sempre più spesso confrontati. Una battaglia che la Federazione degli agenti di polizia ha portato avanti con vigore negli ultimi anni a livello nazionale.

“Anche la recente cronaca ticinese – conclude Guglielmoni – ha messo drammaticamente in luce il problema: i tempi sono cambiati e non è più come una volta, quando la figura del poliziotto incuteva rispetto nella gente. È sempre più difficile fare questo mestiere, anche se, come ha sottolineato il comandante Matteo Cocchi alla nostra assemblea, la stragrande maggioranza della popolazione ha di noi un’immagine positiva”.

emmebi

 

 

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
In Vetrina

EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

La camelia Hermann Hesse vincitrice indiscussa di "Camelie Locarno"

06 MAGGIO 2025
BANCASTATO

Michele Andina al timone dell'Area Retail e Aziendale di BancaStato

06 MAGGIO 2025
ABITARE

Gehri Rivestimenti, dove la materia prende parola

02 MAGGIO 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

Gardi Hutter e Arturo Brachetti al LAC

01 MAGGIO 2025
LETTURE

Mariella Mulattieri-Binetti: “Il re dal lobo spezzato”. La malattia come opportunità di crescita

01 MAGGIO 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

Fondazione Matasci per l'Arte, "Elisabetta Bursch e l’armonia dei contrari"

22 APRILE 2025
LiberaTV+

POLITICA E POTERE

I primi 100 giorni di Piccaluga alla guida della Lega. Tre domande a Gianni Righinetti

10 MAGGIO 2025
SECONDO ME

Sergio Morisoli: "Di un primo maggio particolare"

01 MAGGIO 2025
ENIGMA

Cento giorni al 100% Trump

04 MAGGIO 2025