CRONACA
Te lo do io il presepe! Ma anche l'albero, e il Natale! Viaggio nei divieti che fanno discutere. Dalla Francia al Barein, dove chi festeggia la natività rischia 5 anni di carcere
I sindaci francesi: "La presenza dei presepi nei municipi non è compatibile con la laicità". Mentre è la polemica nelle scuole italiane, dalla Lombardia alla Sardegna...

"La presenza dei presepi all'interno dei municipi non è compatibile con la laicità". Così l'Assemblea dei sindaci francesi ha invitato gli amministratori comunali a evitare di riprodurre la scena della natività all'interno dei palazzi civici.

La raccomandazione, contenuta nel "Vademecum sulla laicità" e firmato dall'ex ministro di centrodestra, Francois Baroin, ha immediatamente scatenato polemiche in Francia. Anche se i promotori hanno precisato che il consiglio non ha nulla a che vedere con gli attentati di matrice islamica a Parigi.

Intanto, il sultano del Brunei, Hassanal Bolkian, ha dichiarato che chi festeggia il Natale verrà condannato a cinque anni di carcere. Anche quest'anno nel piccolo stato del Borneo il 24 e il 25 dicembre si dovrà rispettare la legge coranica: divieto assoluto di "indossare simboli come croci, accendere candele, addobbare alberi di Natale, cantare inni religiosi, mandare auguri o montare decorazioni".

Il che non impedisce ad Hassanal Bolkian di beneficiare a piene mani dei lussi occidentali, visto che è spesso a Londra.
Chi non è musulmano potrà santificare la natività ma solo all'interno della propria comunità e dopo aver avvisato le autorità e spiegato cosa intende fare.

Il ministro degli Affari Religiosi del Brunei, dove il 65% della popolazione è di fede islamica, ha precisato che il divieto di festeggiare il Natale è un modo per "preservare il credo della comunità musulmana".

Restando in  tema di polemiche natalizie, nel paesino milanese di Bollate fa discutere il presepe dove Gesù Bambino, San Giuseppe e la Vergine Maria sono rappresentati come profughi su un barcone (guarda la foto). Il presepe in questione è stato allestito nella scuola elementare Montessori. Alcuni genitori si sono indignati e la Lega Nord sulla propria pagina Facebook ha bollato l’iniziativa come “una schifezza”. “Gesù non è un migrante, né un rifugiato, ma un infante -, scrivono i leghisti -. I simboli della tradizione devono restare tali, non devono divenire un mezzo per trasmettere ideali politici o traviare giovani menti. Chiediamo che quella schifezza venga sostituita con un presepe vero. E qualcuno spieghi agli insegnanti che hanno fatto realizzare quell’obbrobrio che si tratta di Gesù bambino, non di un clandestino”.

Niente addobbi natalizi a carattere religioso, presepe compreso, invece, alla scuola materna di Golfo Aranci, in provincia di Olbia. E anche in Sardegna monta la polemica: il parroco, Alessandro Cossu, ha invitato le famiglie a non portare i bambini a scuola ma in chiesa, in modo da prepararli in vista della festività cristiana. Critico anche il sindaco, Giuseppe Fasolino: "Un divieto assurdo ed esagerato".

Stessa polemica, nei giorni scorsi, a Rozzano, in provincia di Milano, dove una simile decisione (l’annullamento dei festeggiamenti legati al Natale) adotta in una scuola aveva suscitato la reazione dei Vescovi italiani. "È pretestuosa e tristemente ideologica", aveva dichiarato il segretario generale della Cei, Nunzio Galantino.

Red

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