CRONACA
Così David Bowie è diventato un mito: “Genio, trasformista e precursore: è stato sempre un passo avanti a tutti”
Il responsabile musica eventi e spettacoli della RSI Gianluca Verga racconta la vita dell'artista scomparso oggi all'età di 69 anni. E di quella volta a Bellinzona…
LUGANO - È davvero difficile sintetizzare 50 anni di eccezionale carriera musicale e artistica come è stata quella di David Bowie. Perché nel corso della sua decennale carriera, il musicista inglese spentosi oggi all'età di 69 anni, è stato cantautore, compositore, polistrumentista, attore e pittore. È stato tante cose, insomma. "Un genio precursore", come lo definisce Gianluca Verga, responsabile musica eventi e spettacoli della RSI. “David Bowie – aggiunge Verga - non è un artista etichettabile. È stato l’artista che ha inventato e si è reinventato come nessun altro. Grazie anche alla sua voce particolare e allo sguardo magnetico è diventato un’icona indiscussa della musica dell’ultimo mezzo secolo”. Ma questa definizione non rende ancora giustizia al cantante. “Bowie è stato creatore di tendenza e un business-man. Era un uomo molto intelligente e un colto lettore nonché valido pittore. È stato pure attore, forse non indimenticabile, ma di sicuro ha portato tutto il suo carisma nei ruoli interpretati nelle varie pellicole”. Ma quali sono le origini del mito? “Dopo un timido inizio di carriera a metà degli anni ’60 – risponde Verga - Bowie ha l’intuizione di unire la musica con lo spettacolo: travestimenti, costumi, trucco ed effetti scenici diventano elemento essenziale dei concerti rendendoli veri e propri show. Nascono così pure il Glam Rock e il mito di David Bowie”. “In ogni decennio – aggiunge il responsabile musicale della RSI - Bowie arrivava all’apice del successo e decideva di cambiare, distruggere il vecchio per reinventare: sempre nuovo, sempre unico. Sono memorabili i personaggi di Ziggy Stardust, androgino alieno venuto dallo spazio e quello dell’aristocratico “Duca Bianco”, nato durante il periodo berlinese del rock decadente e dell’attrazione per l’occulto. Gli anni ’80 consacrano Bowie al successo commerciale planetario e negli anni ’90 sperimenta la musica elettronica e dance. Sempre un passo avanti alle tendenze, le percepiva e le anticipava facendole proprie e influenzando le mode e gli artisti del momento. Un vero genio, un trasformista sperimentatore senza barriere". A partire dal 2000 avviene un progressivo ritiro dalle scene, senza tuttavia mai rinunciare completamente a fare musica dal vivo o in studio: “Il suo ultimo album “Blackstar” è stato pubblicato appena venerdì scorso in occasione del suo 69esimo compleanno", ricorda Verga. Infine, abbiamo chiesto al nostro interlocutore un ricordo personale del musicista: “I miei ricordi più emozionanti legati a questo incredibile artista sono i due concerti a cui ho avuto la fortuna di assistere. Uno allo stadio San Siro di Milano davanti a 80'000 fan scatenati. Il secondo addirittura a Bellinzona nel 1996. È stato un concerto molto emozionante”.
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