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Cronaca
01.02.2017 - 15:250
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

"Non si può essere buonisti: ora quel cane va soppresso. Al padrone è stata lasciata in mano un'arma impropria. E lui è stato un vero incosciente!"

Il presidente della protezione animali di Lugano Pierre Rusconi commenta la sconvolgente vicenda della nuova aggressione compiuta dall'american staffordshire terrier che nel 2014 aveva azzannato una bambina a Figino

LUGANO - "Quel cane va soppresso". Pierre Rusconi non usa giri di parole per commentare la notizia della nuova aggressione compiuta da un american staffordshire terrier. L'animale, nel marzo del 2014, aveva azzannato una bambina di cinque anni a Figino. E poco prima di Natale ha nuovamente aggredito una persona: un 23enne italiana di origini magrebine. 
 
La notizia è stata rivelata dal Mattinonline che ha fornito numerosi dettagli sulla vicenda. Al momento dell'ultima aggressione il cane si trovava dal coinquilino del padrone, che in quel momento si trovava in cura in una struttura psichiatrica. L'attacco dell'animale è stato violentissimo provocando alla 23enne una lesione del nervo facciale e 72 punti di sutura.
 
Dopo la prima aggressione avvenuta in Ticino, il veterinario cantonale aveva vietato al cane di poter entrare in Svizzera e aveva avvertito le autorità talliate. Il Ministero Pubblico, a sua volta, aveva condannato il padrone a una pena pecuniaria di 90 aliquote giornaliere, sospesa per tre anni, e una multa di 400 franchi, per lesioni colpose gravi e atti contro la pubblica incolumità. 
 
Ma sul fronte italiano non vi erano state conseguente per l'uomo. Neppure dopo che la scorsa estate gli era stato sequestrato il cane a seguito di una zuffa con un altro esemplare. Solo un breve periodo e poi l'animale era stato stato riconsegnato al suo padrone. 
 
Soltanto adesso le autorità italiane hanno portato via definitivamente il cane e valuteranno la sua soppressione. 
 
 
Una decisione che secondo Rusconi, presidente della Società animali di Lugano, è scontata: "Non si può essere buonisti. Ci sono dei limiti e questo animale li ha purtroppo superati: va soppresso. Ci sono cani che non riescono a vivere con gli uomini, come tra l'altro accade agli esseri umani, e bisogna saperne trarre le conseguenze".   
 
"A suo tempo l'autorità ticinese - argomenta ancora Rusconi - aveva agito nel modo più corretto. Purtroppo oltre confine non si è fatto quel che era necessario fare. Di fronte a un caso del genere bisognava quantomeno portare via il cane al padrone ed affidarlo a un professionista". 
 
"Dai fatti riportati dalla stampa - conclude Rusconi - è evidente che questo cane non è stato adeguatamente educato dal padrone. A questa persona è stata lasciata in mano un'arma impropria. E lui è stato un vero incosciente! Ora non resta che sopprimerlo, anche perché il cane deve fare una vita da cane, e chiuderlo in gabbia per tutta la vita sarebbe una soluzione ancora peggiore".  
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