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Cronaca
23.02.2017 - 19:280
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Una ragazzo tranquillo, cresciuto a Molino Nuovo e campione di ping-pong, tanto che Roic, appassionato di questa disciplina, lo definì un esempio di integrazione. Ma poi qualcosa cambiò nella vita di Umit Y, arrestato nel blitz anti-terrorismo... Il suo n

Di lui si parla a pagina 49 dell’ordinanza di custodia cautelare firmata nell’aprile dello scorso anno contro Moutaharrik e altri aspiranti terroristi. Viene indicato come Hamza Hummit, poi identificato appunto nel 32enne arrestato ieri, e dalle intercettazioni emerge che sarebbe stato in grado di aiutare Moutaharrik a raggiungere la Siria attraverso la Turchia

LUGANO – Si chiama Umit Y. il 32enne arrestato ieri in Ticino nell’ambito del blitz antiterrorismo coordinato dal Ministero pubblico della Confederazione (leggi qui). Il nome dell’uomo, di doppia nazionalità, svizzera e turca, è emerso nell’ambito dell’inchiesta che a Milano ha recentemente portato alla condanna a sei anni di carcere per terrorismo di Abderrahim Moutaharrik, il pugile marocchino che si allenava in una palestra di Canobbio.

Umit abitava in via Brentani a Lugano e lavorava come agente di sicurezza per la Argo One (impiegato al centro asilanti di Camorino) ed è sospettato di aver reclutato potenziali militanti per lo Stato Islamico o altre organizzazioni.

Di lui si parla a pagina 49 dell’ordinanza di custodia cautelare firmata nell’aprile dello scorso anno contro Moutaharrik e altri aspiranti terroristi. Viene indicato come Hamza Hummit, poi identificato appunto nel 32enne arrestato ieri, e dalle intercettazioni emerge che sarebbe stato in grado di aiutare Moutaharrik a raggiungere la Siria attraverso la Turchia.

Il pugile e Abderrahmane Khachia (processato insieme a lui a Milano) stanno discutendo su come raggiungere la Siria per arruolarsi nell'ISIS e Umit viene definito “un fratello turco dal volto illuminato".
È cresciuto a Molino Nuovo con la famiglia,  persone tranquille, hanno detto i vicini di casa, a microfoni spenti, alla RSI. Il 32enne era infatti considerato un esempio di integrazione. Dopo le scuole aveva lavorato per il Cardiocentro, e in seguito in diverse agenzie di sicurezza.
La sua passione era il ping-pong, che praticava dal 2000 con ottimi risultati, tanto da aver avuto il ruolo di aiuto allenatore, occupandosi dei ragazzi.

Sergio Roic, anch’egli noto appassionato di tennis da tavolo, in un articolo pubblicato nel dicembre del 2015 sul sito internet del Numes, il Nuovo Movimento Europeo, lo aveva indicato infatti come un esempio di integrazione: “È noto che una buona parte dei musulmani svizzeri è di origine bosniaca e turca (e quindi si tratta, per fare solo alcuni esempi eclatanti, di persone che assomigliano ai Seferovic e Bajramovic della nazionale di calcio svizzera campione del mondo Under 17 o a Umit Y, giovane campione ticinese di tennistavolo). Dimostrare che i bosniaci e i turchi di origine non siano inseriti nel tessuto sociale svizzero sarebbe arduo; essi non sono neppure particolarmente ferventi per quel che riguarda i precetti dell’Islam che sembrano farci paura”.

Ma secondo il presidente della società sportiva, qualcosa nella sua vita era cambiato nel 2013, quando diede le dimissioni. "Non abbiamo mai avuto problemi con lui – ha detto alla RSI -. Ma da allora non si è più visto". Altri suoi conoscenti hanno affermato che proprio in quel periodo Umit aveva cominciato a frequentare la moschea di Viganello, si era lasciato crescere la barba ed era cambiato anche nell'abbigliamento e nelle frequentazioni.

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