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Cronaca
28.12.2017 - 09:310
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Una mina vagante... Carcere prolungato fino al 15 febbraio per il pirata della strada che ha ucciso Andrea Tamborini. Secondo il giudice è ancora pericoloso. E ovviamente... perizia psichiatrica

Il giudice dei provvedimenti coercitivi Claudia Solcà ha accolto l’istanza di proroga della carcerazione preventiva chiesta dal procuratore capo Nicola Respini. Secondo Solcà esiste tuttora un concreto pericolo di recidiva

LUGANO - L’autore dell’incidente mortale di Sigirino nel quale ha perso la vita il 36enne Andrea Tamborini, dovrà rimanere dietro le sbarre almeno fino al 15 febbraio. Lo ha reso noto ieri sera il Quotidiano della RSI.

Il giudice dei provvedimenti coercitivi Claudia Solcà ha infatti accolto l’istanza di proroga della carcerazione preventiva chiesta dal procuratore capo Nicola Respini. Secondo Solcà esiste tuttora un concreto pericolo di recidiva. Il 36enne italiano, accusato di omicidio intenzionale, potrebbe dunque mettere nuovamente a rischio la sicurezza delle persone: sia al volante, sia con atti violenti di altra natura.

L’uomo verrà inoltre sottoposto a una perizia psichiatrica. Solo le indicazioni del perito permetteranno di valutare, come misura sostitutiva dell’arresto, l’eventualità di un trattamento stazionario per curare la dipendenza dall’alcol di cui l’imputato, difeso da Yasar Ravi, è affetto. In pratica quell’uomo è una mina vagante.

Il pomeriggio del 10 novembre, quando sulla A2 provocò la morte di uno scooterista del Luganese, il conducente era ubriaco fradicio e nelle ore precedenti aveva già rischiato più volte di provocare incidenti. Inoltre il 36enne era appena uscito dalla Clinica psichiatrica di Mendrisio dopo un ricovero volontario.

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