CRONACA
Una rosa per Andrea. Il fratello del 36enne ucciso da un pirata della strada l'ha deposta sul luogo dell'incidente. Quel fiore appassirà sul ciglio della strada, dove si è fermato un cuore, mandando a pezzi un mondo...
Nicoletta Barazzoni: "In questa rosa, tra le sue spine, ci sono le notti insonni, gli incubi, il pianto ininterrotto, la tenaglia del dolore che stringe la gola, la devastazione di una famiglia rimasta sola a disperarsi per la perdita di Andrea"
di Nicoletta Barazzoni *

Il 10 novembre del 2017, Andrea Tamborini perde la vita in sella al suo scooter, travolto e ucciso da un pirata della strada, mentre rientra a casa dalla moglie e dal figlio neonato

Il fratello Cesare ha deposto una rosa recisa, sul luogo dell'incidente, all'altezza di Sigirino.

In questa rosa sono racchiusi i dolori, i ricordi, le gioie, i progetti, insieme a una miriade incontenibile di emozioni, come quella di non potersi rassegnare, con il desiderio di ottenere giustizia, per dare un senso, se di senso si può parlare, alla crudeltà che ha strappato un figlio alla madre e ai suoi cari.

Questa rosa ha il potere simbolico di una morte inaccettabile, di un trauma straziante, causato dall'irresponsabilità di chi ha coinvolto e trascinato nell'abisso persone innocenti.

In questa rosa, tra le sue spine, ci sono le notti insonni, gli incubi, il pianto ininterrotto, la tenaglia del dolore che stringe la gola, la devastazione di una famiglia rimasta sola a disperarsi per la perdita di Andrea, un uomo di appena 36 anni, incapace di fare del male, sempre pronto a dedicarsi al prossimo. Comprensivo verso le situazioni più difficili, conciliante nelle storie altrui, tanto da essere ritenuto dagli amici e dai colleghi di lavoro, una sorta di santo. Un uomo la cui purezza sprigionava in tutta la sua essenza.

Andrea era imponente, con i suoi due metri di statura, viveva nell'amore, per amore e con amore. Una semplice rosa lo rappresenta, come semplice è stata la sua esistenza, una rosa che umilmente ha profumato la vita di chi l'ha potuta ammirare, vissuta troppo poco, estirpata alla radice, portata via a chi lo stava aspettando a casa. Una rosa che appassirà sul ciglio della strada, dove si è fermato un cuore, mandando a pezzi un mondo. È stata lasciata lì, per restituire dignità alla mancanza, per ricordare la solitudine, lo smarrimento di chi è costretto a sopravvivere alla morte di un figlio, di un marito, di un padre, di un fratello e di un amico…

* giornalista

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